Warfare – Tempo Di Guerra, Recensione del nuovo film di A24

La nostra recensione dell'atteso film di A24, Warfare - Tempo Di Guerra, in sala dal 21 agosto grazie a I Wonder Pictures.

Warfare, recensione
Condividi l'articolo

La realtà della guerra, co-diretta da chi l’ha vissuta sulla sua pelle. Questo è Warfare – Tempo Di Guerra, il nuovo film targato A24 che insieme ad Alex Garland, regista di piccoli grandi capolavori come Civil War e Men, nonché sceneggiatore dell’ultimo bellissimo 28 Anni Dopo, ci trascina dentro un mondo spietato, spoglio di ogni retorica tipica che ogni war movie a stelle e strisce porta sempre, inevitabilmente, con sé.

Warfare – Tempo Di Guerra, la Trama

Siamo nel 2006, in pieno conflitto iracheno. I fantasmi dell’undici settembre di cinque anni prima aleggiano sugli americani, che sentono questa guerra quasi come un atto necessario per ristabilire l’ordine sulla Terra. Per smantellare una cellula terrorista, un gruppo di Navy Seal fa irruzione in una casa di una famiglia locale, causa posizione strategica. Da lì in poi, inizierà un vero e proprio incubo senza fine, trovandosi in balia di tragici eventi e nell’estenuante attesa che qualcuno li porti via da quell’inferno.

Warfare – Tempo Di Guerra, la Recensione

Partiamo col dire che Warfare – Tempo Di Guerra inizia con un incipit geniale. Qualche riga introduttiva su dove ci troviamo e cosa sta per accadere e via con uno dei videoclip più controversi dell’epoca: Call On Me di Eric Prydz. Chi ne conosce il contenuto, saprà il perché. Chi invece ne è all’oscuro, può reperirlo sua vari siti, o andare direttamente in sala a goderselo. Subito dopo, la classica goliardia maschile di stampo militare, fatta di allusioni sessuali verso i commilitoni e insulti sparsi atti a mettere in dubbio la virilità altrui. Un classico che strappa anche qualche sorriso, in fin dei conti.

Una sequenza che all’apparenza può sembrare anche inutile ma che in realtà porta con sé la perfetta introduzione rispetto quello che andremo a vedere dopo. Un inquietante silenzio costante, gli impercettibili rumori di chi solo sa come riuscire a non far rumore portando con sé armi di ogni sorta e indossando quell’abbigliamento fatto di anfibi, cinte e vestiti appesantiti da zaini contenenti ogni bene di prima necessità. Gli uomini grevi e sgraziati di prima diventano quindi qualcosa di diverso, ben lontani dai figuri visti in precedenza.

LEGGI ANCHE:  Elle - Recensione in anteprima
Warfare 002 980x551 1

Dopo essersi posizionati, la telecamera comandata da Alex Garland e Ray Mendoza, ex militare protagonista nella realtà degli eventi che racconta il film, non si staccherà più da loro. In una casa piccola ma che sembra quasi un labirinto, i militari dovranno combattere una guerra dentro la guerra, quella della sopravvivenza. Non sembra esserci via di scampo, le paure iniziano a dominare la scena. Mendoza lo sa, conosce quelle sensazioni e fa di tutto per restituirle al pubblico in sala, riuscendoci a pieno.

Non siamo infatti di fronte a veri eroi, almeno non nell’accezione comune. Sono esseri umani fatti di carne ed emozioni, di sudore e meticolosità nel gestire le situazioni a rischio, almeno finché poi, non accade l’inevitabile: la paura di morire e di soffrire. Quello che sembrava essere una semplice operazione, si rileva una trappola, nella quale forse sono caduti loro stessi per via di qualche calcolo errato. Non sappiamo il perché sia successo ma sappiamo che sta succedendo.

Dopo essersi posizionato ad osservare i jihadisti, Mendoza e Garland entrano nel mirino del cecchino, ci mostrano ciò che egli stesso vede. La tensione è palpabile secondo dopo secondo, anche se alla fine non sta accadendo nulla. Vediamo solo gente che parla, che cammina. E noi, che non siamo lì con loro, che non siamo esperti della materia, proviamo sensazioni di spaesamento.

Mendoza e Garland ci raccontano quindi una storia che per certi aspetti ricorda molto quella del Dunkirk di Nolan, sebbene con uno stile diametralmente opposto. Warfare – Tempo Di Guerra ci parla infatti di una resa, della nobiltà della sconfitta, di come si è eroi anche quando si torna a casa senza trofei. Ma poi, quali trofei? Mors tua vita mea, dicevano gli antichi romani. E in guerra, questo è quello che di fatto conta. Non c’è però spazio per la retorica, quello che ci viene mostrato è solamente pura realtà, filtrata solamente dal linguaggio cinematografico, che probabilmente avrà avallato qualche licenza poetica funzionale al racconto.

LEGGI ANCHE:  Loud Recensione: quando il Nintendo Switch diventa una stratocaster
Warfare - Tempo Di Guerra, recensione

L’idea dietro Warfare – Tempo Di Guerra appare quindi molto brillante, tanto nel contenuto quanto nella forma. Non c’è una colonna sonora incalzante a dettare i ritmi e ad esaltare le terribili sequenze. Il film vuole portarci dentro la realtà nella sua accezione più pura e vicina a quello che viviamo, quasi come un cinema verità. Ed è proprio questo il suo punto di forza, ossia quella di cogliere il reale nel suo momento più disperato. Cosa facile, direte voi, se parla di una guerra. Il che è anche vero.

Ma se altri film di genere e del genere portano con sé sempre un qualcosa funzionale a spostare l’attenzione su altro, come la bravura dei soldati nell’uscire da situazioni intricate, Warfare – Tempo Di Guerra non sceglie questa facile via. Come detto prima, la classica retorica da war movie non è nelle corde del duo registico. Il film vuole raccontare quello che accade agli uomini durante una guerra. Vuole raccontare la sofferenza e la paura di non farcela, cambiando il registro subito dopo il primo attacco a sorpresa.

Partendo infatti da tecnicismi messi in scena e raccontandoli in maniera quasi kubrickiana, Warfare – Tempo Di Guerra diventa subito dopo un film che oscilla sempre tra il dramma e l’orrore della violenza. E così, una banale sparatoria o esplosione, regala momenti di tensione prevedibile ma difficilmente gestibile con la serenità di chi è convinto di vedere un semplice film di guerra. Anche a questo giro, A24 è riuscita a stupirci portando con sé una ventata di novità, prendendo un genere e rimodellandolo secondo le sue cifre stilistiche. Non possiamo che suggerirvi di vederlo in sala, visto l’uso del sonoro che Warfare – Tempo Di Guerra adotta e per il suo comparto visivo meticolosamente curato in ogni minima parte.

Cast

  • D’Pharaoh Woon-A-Tai: Ray Mendoza
  • Will Poulter: Erik
  • Cosmo Jarvis: Elliot Miller
  • Charles Melton: Jack
  • Joseph Quinn: Sam
  • Kit Connor: Tommy

Trailer

Continua a seguirci su LaScimmiaPensa.com per restare sempre aggiornato!

RECENSIONE
Voto
Articolo precedenteThe O.C.: perché vedere la serie almeno una volta
Lorenzo Pietroletti
Classe '89, laureato al DAMS di Roma e con una passione per tutto ciò che riguardi cinema, letteratura, musica e filosofia che provo a mettere nero su bianco ogni volta che posso. Provo a rendere la critica cinematografica accessibile a tutti, anche al "lattaio dell'Ohio".
warfare-recensione-film-a-24 La realtà della guerra, co-diretta da chi l'ha vissuta sulla sua pelle. Questo è Warfare - Tempo Di Guerra, il nuovo film targato A24 che insieme ad Alex Garland, regista di piccoli grandi capolavori come Civil War e Men, nonché sceneggiatore dell'ultimo bellissimo 28...