Mark Ruffalo a Roma tra cinema e lotta per l’umanità
Mark Ruffalo a Roma tra Amarcord, Foxcatcher e un messaggio potente: uniti per difendere i diritti e l’umanità. Due giornate tra i ragazzi del Cinema Troisi e della Fondazione Piccolo America per parlare di cinema e impegno civile. Noi c'eravamo.
Mark Ruffalo al Cinema in Piazza. Ph. Fondazione Piccolo America / Cinema Troisi (Luca Dammicco e Emilia De Leonardis)
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Teli, sacchetti da picnic, sedie e tavolini si intrecciano in una lunga, rumorosa e trepidante fila davanti ai cancelli del Parco della Cervelletta e poi del Cinema Troisi di Roma, dove tutto sembra prepararsi ad accogliere la “stella di Broadway” Mark Ruffalo.
Nel segno di una notte romana, sotto un cielo stellato, anche i sogni sembrano “deleuzianamente” a portata di mano. Le distanze si annullano, i sorrisi si moltiplicano. Sembra una serata qualunque, con Amarcord di Fellini raccontato dalla star di Hollywood. Ma non lo è.
Quella sera in cui, insieme a migliaia di ragazzi e alla magia della Fondazione Piccolo America, due realtà apparentemente lontane si riuniscono, riconoscono e si comprendono nel profondo.
Mark Ruffalo presenta “Amarcord” di Fellini
Lo ricorda con forza anche Mark, nell’introduzione al film: l’urgenza di restare uniti, di risvegliare la coscienza collettiva, per contrastare quel senso allarmante di perdita dell’umanità che attraversa la nostra epoca.
“Fascismo”, un termine ripetuto più volte dall’attore, che non è solo un periodo storico, ma un concetto ancora radicato nel tempo, capace di annientare l’uomo nella sua dimensione più intima e profondamente umana. Tutto ciò che ci circonda è una questione di diritti: negati o riconosciuti. E ogni cosa richiede impegno, fatica, partecipazione. Sentirsi parte di una comunità viva, solidale, e soprattutto determinata a non arrendersi.
Lo dobbiamo fare come artisti, come professionisti, ma soprattutto come esseri umani. E dobbiamo farlo in contesti che permettano di esprimersi e crescere in questi valori, proprio come ha fatto la Stella Adler Academy, da noi intervistata, con quel giovane arrivato dal Wisconsin con pochi dollari nelle tasche e una valigia piena di speranze.
Mark Ruffalo al Cinema in Piazza. Ph. Fondazione Piccolo America / Cinema Troisi (Luca Dammicco e Emilia De Leonardis)
Foxcatcher al Cinema Troisi con Bennett Miller e Mark Ruffalo
Il lungo abbraccio collettivo è continuato giovedì 26 giugno al Cinema Troisi, con la presentazione di Foxcatcher, alla presenza del regista Bennett Miller, dell’attore statunitense e del giornalista Antonio Monda, che ha moderato l’incontro. In una danza continua tra impegno pubblico e sfera privata, Foxcatcher esplora la complessità dei legami familiari e dei rapporti umani. “Tutti noi abbiamo famiglie complicate e viviamo relazioni difficili da spiegare. Ma questo film mi ha sempre ricordato quanto siano importanti per me” ha raccontato Ruffalo al pubblico.
Nel drammatico dualismo tra tensione fisica ed emotiva, il film ci ricorda che siamo sempre, volenti o nolenti, posti davanti a una scelta: cosa portare con noi e cosa – o chi – lasciare indietro. Non è una novità per Mark, che ha sempre scelto di confrontarsi con progetti cinematografici capaci di evocare qualcosa di personale: una similitudine, una corrispondenza, forse un richiamo alle sue origini.
Mark Ruffalo e Bennett Miller al CinemaTroisi. Ph. Fondazione Piccolo America / Cinema Troisi (Claudia Rolando, Stefania Casellato)
Un “amarcord” di interpretazioni
Lo abbiamo visto in I Know This Much Is True, forse in una delle sue interpretazioni più intense. Accanto ai fratelli Dominick e Thomas Birdsey, riaffiora il dolore della perdita e il senso di un legame che resiste, trasformandosi in rinascita. Lo abbiamo ritrovato anche in The Kids Are All Right, in un omaggio delicato al fratello Scott. E lo vediamo oggi in Foxcatcher.
Nei rapporti tra i protagonisti si intrecciano dovere e amore, gratitudine e risentimento, attrazione e repulsione. E soprattutto, c’è una storia vera: quella del campione olimpionico Dave Schultz, che Mark ha potuto conoscere e interpretare anche attraverso un dettaglio concreto e intimo: gli occhiali autentici del vero Schultz.
Mark Ruffalo al CinemaTroisi. Ph. Fondazione Piccolo America / Cinema Troisi (Claudia Rolando, Stefania Casellato)
Cinema e collettività
È così che i ragazzi del Cinema Troisi si sono lasciati trasportare, in silenzio, dalle parole dei loro protagonisti. Se pensiamo alla prima volta in cui abbiamo visto Mark, ci viene in mente il suo saluto gentile e le braccia tese – in segno di apertura – verso le persone, verso chi cerca di manifestargli affetto.
È questo il gesto che la nostra memoria associa a una persona come lui: le braccia aperte, il suo modo di donarsi e di immergersi completamente nella realtà degli altri esseri umani, nel lavoro così come nella vita.
Basta un attimo della sua presenza per cambiare la traiettoria di una vita. Le sue parole sollevano lo spirito, riflettono chi potresti essere e accendono il desiderio di riconoscerti in quel profondo sentimento di collettività che, con lungimiranza, rende migliore chi lo attraversa.