Challengers, recensione del nuovo film di Guadagnino con Zendaya

Abbiamo visto in anteprima Challengers, il nuovo di Luca Guadagnino con Zendaya protagonista. Ecco la nostra Recensione

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Se non fosse stato per lo sciopero di attori e sceneggiatori che la scorsa estate ha fermato il mondo hollywoodiano, Challengers, ultimo lavoro di Luca Guadagnino, con Zendaya protagonista e anche produttrice, sarebbe stato il film di apertura dello scorso festival di Venezia. Possiamo dirvi che la lunga attesa è stata ben ripagata.

Challengers, la trama

Tashi Duncan(Zendaya), ex prodigio del tennis giovanile diventata allenatrice a causa di infortunio al ginocchio, è sposata con Art Donaldson(Mike Faist), stella della tennis internazionale entrata in crisi per via di una lunga serie di sconfitte. Per fargli ritrovare la fiducia in se stesso, iscrive suo marito ad un torneo minore perchè possa ritrovare la fiducia in se stesso, ma il tutto prenderà una svolta inaspettata quando egli dovrà affrontare Patrick Zweig(Josh O’Connor), in passato migliore amico di Art ed ex fidanzato di Tashi.

Challengers, la recensione

Partiamo subito subito da un presupposto: questo non è un film sportivo nel senso più stretto del termine. A Guadagnino non interessa raccontare la storia strappalacrime dello sportivo con un’infanzia difficile e che poi vedrà la realizzazione dei proprio sogni dopo tanti sacrifici. Già il titolo esclude a priori la ricerca della gloria sportiva: I Challengers, nel mondo del tennis, sono appuntamenti di livello inferiore rispetto al professionismo.

La trama di Challengers evita il tragitto verso un’evoluzione banale e stantia grazie all’approccio di Guadagnino che, attraverso la regia , riesce perfettamente a rendere il film guizzante e fresco. Dietro ogni volée ad alta velocità e racchetta distrutta si nasconde un’emozione tanto genuina quanto provocatrice, la quale riesce a definire perfettamente l’evoluzione del rapporto tra i tre protagonisti.

Nei quindici anni ripercorsi da Challengers, lo spettatore viaggia tra il tempo presente, dove si svolge il duello sportivo dei due ragazzi sul campo e il passato, composto da vari flashback, mostranti sia le scene intime coinvolgenti i tre protagonisti, assai pubblicizzate nel trailer, che i dubbi e le vicissitudini passate dai personaggi, i quali sanno cosa vogliono ma non sono mai consci di come vogliano ottenerlo e delle conseguenze che subiranno. In ogni momento, passato o presente che sia, Tashi rimane il fulcro. Il personaggio interpretato da Zendaya è molto più di un mero “trofeo” da vincere.

Come da giocatrice ha messo in luce la capacità di annullare ogni errore di calcolo e, quasi, perfino il rischio imprevisto, da coach ha sviluppato ancor di più l’ossessione per la perfomance sportiva, riversandola implacabilmente su Art, il quale è in crisi perchè si è reso conto che la sua carriera va avanti più per la paura di perdere lei, che per la passione per uno sport che non lascia mai spazio al passato.

“Nel tennis non conta il passato. Conta vincere!”

Da sottolineare l’interpretazione di Zendaya, la quale ha saputo portare in scena un personaggio che, in certi frangenti, sembra quasi ricalcare le femme fatale dei noir di una volta.

Se Tashi rappresenta la punta del triangolo, ai lati vi sono due ragazzi che sono l’uno l’opposto dell’altro. Se Art ha un carattere timido da ragazzo della porta accanto, Patrick si presenta come animalesco e immaturo al confronto, poiché il suo personaggio da cattivo ragazzo si rifiuta di crescere o arrendersi. L’evoluzione dei loro personaggi ha come fulcro la figura di Tashi che, direttamente o meno, nell’arco dei 15 anni coperti dal film, ha influenzato in maniera indelebile il loro rapporto e la loro carriera sportiva.

Dal punto di vista tecnico, è necessario soffermarsi su una delle caratteristiche più importanti del film: il montaggio. Al riguardo è facile pronosticare la divisione del grande pubblico: sarà odio o amore nei giudizi del pubblico. Da un lato vi sarà chi obietterà perchè il lavoro di Walter Fasano dona alla storia una cadenza irregolare e perchè potrebbe rendere il film più complicato del dovuto; dall’altro vi sarà chi ne apprezzerà la non consequenzialità degli eventi perchè riesce a far distinguere ciò che sarebbe potuta essere “solo” una storia d’amore per ragazzi. Noi ci sentiamo di dire che la mancata linearità sia una caratteristica positiva.

La regia di Guadagnino, come sempre, è pregna di tutti quegli elementi virtuosistici e glamour che lo contraddistinguono all’interno del panorama cinematografico mondiale, ma soprattutto è perfetta nel catturare quelle sensazioni e quei dettagli che definiscono in modo inequivocabile i sentimenti più nascosti dei protagonisti. Soprattutto il desiderio, non solo sessuale, da sempre un elemento fondamentale che caratterizza l’intera produzione cinematografica di Luca Guadagnino.

Sugli scudi la davvero azzeccata colonna sonora di Trent Reznor ed Atticus Ross(alla seconda collaborazione con Luca Guadagnino dopo Bones and All).

In conclusione, noi ci sentiamo di promuovere pienamente l’ultima fatica di Luca Guadagnino, oramai diventato il regista italiano di punta nelle produzioni hollywoodiane e quindi non possiamo che consigliarvi di andare in sala per godervelo.

Challengers, il cast

Zendaya: Tashi Duncan
Mike Faist: Art Donaldson
Josh O’Connor: Patrick Zweig

Challengers, il trailer

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