Videogiochi: perché si dice Easter Egg? Ecco da dove nasce l’espressione

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Perché un segreto o una sorpresa in un videogioco è detto Easter Egg, come l’uovo di Pasqua? Vi raccontiamo la storia

Il primo celebre Easter Egg (“Uovo di Pasqua”) nella storia dei videogiochi risale al titolo Adventure del 1980, e venne lasciato segretamente dentro il videogioco dallo sviluppatore Warren Robinett per attribuirsi (giustamente) i credits sul gioco, non riconosciuti da Atari. Questo perché, dopo l’acquisizione da parte di Warner nel 1976, si voleva evitare che si sapesse chi creava i videogiochi.

La cosa creò uno scontro che portò all’uscita dall’azienda di David Crane, Larry Kaplan, Alan Miller e Bob Whitehead, che poi fondarono Activision. Un altro problema era quello delle royalties, non riconosciute. Nel 2015 Robinett ricordò di essere stato pagato solo 22mila dollari all’anno, a fronte di un milione di copie vendute del videogioco a 25 dollari l’una.

Quindi, ispirato dalle numerose leggende sui messaggi segreti nascosti nelle canzoni dei Beatles, Robinett celò in Adventure una stanza segreta virtualmente inaccessibile contenente un messaggio di testo: “Created by Warren Robinett”. Il messaggio venne scoperto per la prima volta da un quindicenne, Adam Clayton, che scrisse ad Atari per farlo notare: nessuno si era accorto di nulla.

Venne stabilito che rimuoverlo avrebbe comportato un costo eccessivo. Il programmatore incaricato di farlo, tale Brad Stewart, disse che l’avrebbe cambiato in “Fixed by Brad Stewart”. E Steve Wright, il director of software development, capì che l’easter egg rappresentava un incentivo ulteriore ad acquistare il gioco e a giocarci. Fu lui a introdurre l’espressione per indicare proprio questo tipo di “segreti”.

Da lì Atari si fece punto di inserire easter eggs in tutti i futuri giochi e la pratica si è estesa a moltissimi titoli di tutte le console, ed è in uso ancora oggi. L’espressione “uovo di pasqua” sta semplicemente ad indicare il fattore sorpresa dietro il segreto nascosto, e ovviamente non c’entra nulla la cioccolata!

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