La Spedizione Donner: la carovana di pionieri che finì nel cannibalismo

Donner
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I pionieri americani della spedizione Donner rimasero bloccati tra le montagne nel 1846, e per sopravvivere si diedero al cannibalismo. Una storia terrificante ancora a secoli di distanza

La spedizione maledetta

Quella della spedizione Donner rimane una delle più grottesche storie legate all’epoca dei pionieri e del mitico Far West. I membri della spedizione intrapresero, come moltissimi coloni dell’epoca, un viaggio verso ovest partendo dal Missouri e diretti verso la terra promessa del continente: la California.

Ma parecchi di costoro non giunsero mai a destinazione, perché la spedizione rimase bloccata tra le montagne della Sierra Nevada. Lì, presto finirono le scorte e dovettero iniziare a mangiare i cadaveri dei defunti per poter sopravvivere. Si può parlare apertamente di cannibalismo, in circostanze quantomai tragiche.

Errori di calcolo

Il viaggio verso ovest ai tempi non era mai facile, per ciò i pionieri venivano definiti tali. Anche se già parzialmente esplorate e colonizzate, le terre del continente americano occidentale erano in gran parte ancora selvagge rispetto alla costa est, e avventurarvisi significava andare incontro a pericoli di ogni sorta.

La cosa che va detta, nel caso della spedizione Donner, è che costoro furono anche molto sfortunati perché, avendo scelto una strada alternativa rispetto al solito percorso che passava per lo Utah, rimasero sorpresi da una nevicata imprevista, a novembre 1846, molto in anticipo rispetto ai loro calcoli. Le circostanze li costrinsero in una situazione disperata.

Mangiare o morire

Tra i 48 sopravvissuti degli 87 membri della spedizione originaria, furono in diversi a parlare apertamente dell’esperienza del cannibalismo, chiarendo come vi si ricorse solo in preda alla disperazione, in condizioni di grave ipotermia e probabilmente con una lucidità mentale gravemente fallace.

Alcuni ne parlarono con vergogna, descrivendo particolari orribili circa i metodi di preparazione e cottura della carne umana appartenente ai loro stessi parenti e amici, morti prima di loro. Secondo i resoconti ci si sforzò di farla mangiare solo ai bambini, per quanto possibile, ritenendo le vite dei più giovani di prioritaria importanza.

The Forlorn Hope

La spedizione rimase bloccata in mezzo alle montagne per tutto l’autunno e parte dell’inverno, fino a febbraio, quando finalmente giunsero i primi soccorsi. Un manipolo di loro, chiamato The Forlorn Hope, si avventurò sulle montagne cercando di scappare ma rimase decimato e anche costoro si diedero al cannibalismo.

Le storie sono agghiaccianti. Ne rimane una di un tale Patrick Dolan, appartenente a questo gruppo in fuga, che prestò suggerì che qualcuno dovesse offrirsi volontario per lasciarsi morire e sfamare così gli altri, proponendo anche una lotteria per scegliere chi. In seguito, Dolan perse la testa, si spogliò nudo e corse nella foresta in preda al delirio, morendo di congelamento poche ore dopo.

Il dibattito è aperto

Quando i coloni furono tratti in salvo, i racconti dell’accaduto suscitarono pari curiosità e indignazione, tanto più per l’ironia del caso: partiti per cercare un futuro promettente in una terra nuova, molti della spedizione erano invece andati incontro a un destino orribile, che li aveva puniti anche dopo la loro morte.

Sulla spedizione Donner si dibatte ancora oggi ponendo la famosa domanda: voi cosa avreste fatto? Si parla delle più estreme condizioni mentali e fisiche nelle quali si possano trovare degli esseri umani; è facile per chiunque di noi giudicare e asserire che ci saremmo comportati in ben altro modo, ma un fatto rimane: nessuno di noi era lì.

Fonte: National Geographic

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