Moonwalkers: il finto sbarco sulla luna nel film con Ron Perlman e Rupert Grint

Moonwalkers
Condividi l'articolo

Se non avete ancora visto la genialata che è Moonwalkers, è il momento di recuperarlo

Moonwalkers: chi cammina sulla Luna?

Mai sentito parlare di Moonwalkers? Male. Il geniale film del 2015 è una messa in scena assolutamente comica e imperdibile della teoria del complotto secondo la quale lo sbarco sulla luna (avvenuto nel luglio del 1969) non sarebbe mai accaduto, ma sarebbe stato messo in scena da Stanley Kubrick.

Ambientato alla fine degli anni ’60 e con co-protagonisti Ron Perlman e Rupert Grint, questo film getta uno sguardo ironico e sarcastico sull’idea nel suo complesso, provvedendo al contempo a prendere in giro sia la cultura hippie / libertina dell’epoca che le istituzioni e le agenzie governative americane.

La teoria del complotto

Questa teoria dietrologica è nota da decenni, e ha le sue basi logiche: molti erano e sono convinti che per gli Stati Uniti fosse troppo importante, nell’ambito della corsa allo spazio, arrivare sulla Luna prima dei Russi e recuperare terreno rispetto ai traguardi raggiunti dai rivali con il satellite Sputnik e con l’orbita di Yuri Gagarin.

Kubrick sarebbe stato coinvolto in virtù del suo convincente lavoro nel cult di fantascienza 2001: Odissea nello Spazio (1968), e secondo i complottisti la sequenza della discesa di Neil Armstrong sul suolo lunare che tutti conosciamo l’avrebbe girata lui in uno studio di Hollywood. Le prove che non è andata così, per chi le vuole cercare, ci sono e numerose. Ma torniamo al nostro film.

image 113

Gangster e hippie

La trama: l’agente della CIA Tom Kidman (Perlman) viene spedito in Inghilterra (dove Kubrick lavora in quel periodo) per chiedergli di filmare un falso sbarco sulla Luna, da utilizzare nel caso la missione Apollo 11 non vada a buon fine sì da far credere a tutti (all’U.R.S.S. in particolare) che sia riuscita comunque.

Anziché incontrare l’agente di Kubrick, tuttavia, Kidman si imbatte nel cugino di costui, Johnny Thorpe (Grint), che approfitta della situazione. Ne segue una carambola di equivoci a non finire, nei quali vengono coinvolti gangster e hippie e un ruolo fondamentale gioca il PTSD di cui soffre Kidman (che è stato in Vietnam).

Un finale intelligente

Sul finale Kidman, Thorpe e due degli amici che si trascinano con sé dopo un caos di azione e commedia debbono fuggire dalla CIA, ma il famoso sbarco è stato girato. Quando, il 20 luglio 1969, i quattro assistono all’allunaggio alla televisione, non sono in grado di capire se quello che vedono è il vero allunaggio o la versione fittizia girata da loro.

Un commento intelligente e sagace, nonché in anticipo sui tempi, sull’incapacità di distinguere vero e falso basandosi solo su ciò che ci viene presentato dai media. Una sensazione che negli anni successivi e con la definitiva imposizione dei social tra anni ’10 e ’20 ci è divenuta molto familiare.

Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa

image 110