Ghostbusters, Leslie Jones risponde alle critiche

Leslie Jones, nel suo libro di memorie, ha ricordato il trattamento ricevuto dopo l'usicta nel 2016 di Ghostbusters

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A cura di Carlo Rinaldi

Leslie Jones è sempre stata un’attrice e una donna combattiva. Specialmente quando c’è stato, e ci sarà, da far notare la reazione prepotente e sguaiata di alcune frange del mondo virtuale e social alle uscite cinematografiche. Nella sua autobiografia, intitolata Leslie F*cking Jones: A Memoir, riflette sull’esperienza lavorativa avuta durante la partecipazione a Ghostbusters, reboot femminile del 2016 della saga cult degli anni’80 al quale ha lavorato insieme a Kate Mckinnon (Bombshell, Barbie), Kristen Wiig (The Martian, Madre!, Che fine ha fatto Bernadette?) e Melissa McCarthy (ovvero Ursula nel remake live-action del classico disney La Sirenetta), sottolinenado sia la prevenzione del grande pubblico prima dell’uscita nelle sale cinematografiche che le critche ed offese che hanno colpito la sua persona a tal punto da spingerla a chiudere i propri profili social.

Nelle pagine del suo libro, la Jones sottolinea con grandissima e profonda amarezza la sua incredulità nell’essere vittima di spregevoli insulti di matrice razzista ed, addirittura, di vere proprie minacce di morte. Si cita dal testo:

Quella notte del 18 luglio fu orribile, però. Ricordo di aver pianto e di aver pensato: “Questa è la prima volta che vedo una cosa del genere”. Come fate tutti a riunirvi per bullizzare una persona? Non era come se avessi commesso un crimine o qualcosa del genere: sono stata vittima di bullismo per un film, per aver recitato una parte in un film. (Non posso credere di doverlo dire ad alta voce.)

La debolezza dei figli di put*ana mi stupisce. Ho pianto non perché fossi vittima di bullismo, ma perché questo è il nostro mondo e perché non posso credere che qualcuno possa fare questo a qualcuno, a chiunque, per aver lavorato. Questo è terribile. Sono in un film. Minacce di morte per qualcosa di così piccolo? Il mondo non era così roseo come speravo. Ma niente di tutto quel mer*a riguardava me.

Di tutte le donne nel remake del film di Paul (Feig, il regista di Ghostbusters ndr), sono stata l’unica ad aver avuto un’esperienza spiacevole. Mi chiedo perché… Oh, giusto, perché ero una ragazza nera. Mi mandavano filmati di impiccagione, di ragazzi bianchi che si masturbavano sulla mia foto, dicendo: “Sei una fottuta ne**a . Ti uccideremo”. Perché le persone sono così malvagie l’una con l’altra? Come puoi sederti e digitare “Voglio ucciderti”. Chi lo fa?

L’ulteriore sconcertante testimonianza di quanto il mondo del web possa essere tanto un luogo attraverso cui condividere le proprie passioni quanto un luogo decisamente oscuro, pieno di infime bassezze. Spesso impunite, purtroppo.

Che ne pensate? Avete visto il Ghostbusters del 2016?

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