I 10 film più brutti dell’ultimo anno [LISTA]

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Dieci film usciti negli ultimi mesi dei quali sinceramente si poteva anche fare a meno

Ci sono anche questi: i film brutti, o che possiamo definire poco degni di essere guardati. Certo, nel corso degli anni si possono rivalutare per le più svariate ragioni, ed esistono oggi molti film a loro tempo considerati orribili (pensiamo a The Room di Tommy Wiseau) che godono di uno status cult. Domandiamoci se potrà mai accadere anche per questi dieci titoli che, a nostro avviso, figurano tra i peggiori usciti al cinema o in streaming negli ultimi mesi.

1. Lightyear (Angus MacLane)

Il re-telling della storia di Buzz Lightyear esplora il personaggio internamente alla lore che gli appartiene nella finzione della saga Pixar, ossia quella degli Space Ranger. Un’avventura adatta ai bambini ma meno agli adulti, nel senso che si rivela presto prevedibile e comunica meno e con meno convinzione di ciò che ci si aspetta da un film Disney moderno. Le tirate sull’amicizia, sul lavoro di squadra e sull’auto-critica poco possono rispetto alla crescita del personaggio a cui abbiamo assistito per esempio nel primo Toy Story.

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2. Don’t Worry Darling (Olivia Wilde)

Si è parlato più del dietro le quinte di questo film che del film stesso, principalmente per la storia d’amore (inizialmente clandestina) nata tra la regista Olivia Wilde e la popstar inglese Harry Styles (ora già terminata, tra l’altro) e pure con sommo fastidio sul set, pare, della co-star Florence Pugh. La quale, perlomeno, con un ottima performance attoriale riesce a rendere sopportabile una storia distopica banale, dai visual sì accattivanti ma dalla retorica insopportabile.

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3. Kimi (Steven Soderbergh)

La trama: una ragazza addetta al controllo delle funzioni di un assistente digitale (parodia di Alexa, Cortana o Siri) scopre delle registrazioni che potrebbero svelare un crimine, ma non sa come intervenire perché (in teoria) è agorafobica e non può uscire di casa. Per circa venti minuti il film potrebbe quasi diventare il Blow-Up (Antonioni) o Blow Out (De Palma) del nuovo millennio, ma poi tutto si risolve in una trama crime gimmick, con la ragazza che supera le sue paure di colpo, nulla di svelato sui crimini compiuti e nessun vero approfondimento sui nuovi media, sulla società post-COVID e sull’invadente presenza degli smart speaker nelle nostre case. Un’occasione più che sprecata.

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4. Not Okay (Quinn Shephard)

Un film che vorrebbe denunciare la figura della “rich white bitch” e della spoiled millennial, ragazza viziata e capricciosa che non capisce quali sono i veri problemi del mondo, e nel contempo trattando il delicato tema delle sparatorie nelle scuole (in America). Peccato che non riesca a fare nessuna delle due cose, perché la storia è tutto un gigantesco dito puntato (ci viene detto fin dall’inizio che non potremo trovare simpatica la protagonista) e il personaggio non percorre alcun arco di trasformazione, base portante di ogni struttura narrativa. Tanto valeva fare un documentario di denuncia alla Michael Moore.

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