The Good Mothers: La nostra intervista con le protagoniste della serie Disney+

Dal 5 Aprile in esclusiva su Disney Plus arriva The Good Mothers, premiata al Festival del Cinema di Berlino come Miglior serie internazionale. Ecco la nostra intervista alle straordinarie protagoniste femminili di questo inedito mafia drama: Valentina Bellé, Micaela Ramazzotti, Gaia Girace, Simona Di Stefano e Barbara Chichiarelli.

The Good Mothers
Ph: @Disney Plus Italia
Condividi l'articolo

Dopo il successo alla Berlinale, The Good Mothers arriva su Disney Plus questo 5 Aprile, con tutti gli episodi già disponibili per lo streaming. Noi abbiamo incontrato le grandissime protagoniste della serie firmata da Elisa Amoruso e Julian Jarrod: Valentina Bellé, Micaela Ramazzotti, Gaia Girace, Simona Di Stefano e Barbara Chichiarelli.

Sono proprio le donne la chiave di volta per raccontare la ‘Ndrangheta calabrese in una chiave totalmente inedite. Dalla tragica morte di Lea Garofalo, infatti, The Good Mothers allarga lo sguardo anche a storie forse meno note al grande pubblico, come quelle di Giuseppina Pesce e Maria Concetta Cacciola, o la stessa figlia di Lea, Denise Cosco.

Ma non è solo la scelta di una prospettiva integralmente femminile a definire The Good Mothers come un mafia drama assolutamente inedito, lontanissimo da qualsiasi opera possiate aver già visto, dalle piovre nostrane ai gangster movie hollywoodiani.

Julian Jarrold (già regista di The Crown e This England) ed Elisa Amoruso (documentarista di lungo corso e recentemente autrice di Chiara Ferragni, Unposted) hanno costruito infatti un linguaggio audiovisivo che non concede nulla al melodramma, e soprattutto sceglie di non indulgere mai sulla rappresentazione visiva della violenza.

Il risultato è un mafia drama senza pallottole, dove la violenza non è mai grafica ma rappresenta piuttosto una minaccia costante, raccontata da questo gruppo di straordinaria attrici attraverso gli occhi, la voce, il silenzio, il dramma di non potersi ribellare al codice della ‘Ndrangheta, un codice di uomini, che le vuole sottomesse o le punisce con la morte.

Per Lea Garofalo (Micaela Ramazzotti), Giuseppina Pesce (Valentina Bellé), Maria Concetta Cacciola (Simona Di Stefano) la scelta di ribellarsi, rifiutare i doveri che spettano alla moglie di un boss, persino quando questi è condannato all’ergastolo, comporta una scelta altrettanto gravosa, quella di entrare nel programma di protezione testimoni.

I destini di queste donne saranno purtroppo molto diversi, ma in compenso il talento dimostrato da queste attrici risuona assolutamente unanime. Ecco come ci hanno raccontato il loro processo di preparazione artistica per The Good Mothers.

The Good Mothers: Intervista con le protagoniste Valentina Bellé, Micaela Ramazzotti, Gaia Girace, Simona Di Stefano e Barbara Chichiarelli

The Good Mothers
Tutte le puntate di The Good Mothers sono disponibili su Disney PLus dal 5 Aprile (Ph: @Disney Plus Italia)

MZP: Vorrei partire da Valentina Bellé. La prima cosa che mi ha fatto innamorare della serie è stata proprio la tua voce. Non mi ha colpito solo la perfezione del dialetto calabrese (che sulla base delle mie informazioni non è il tuo) ma ho avuto come la sensazione che tua abbia cercato un’altra voce, più profonda, più aspra, che raccontasse forse così l’asprezza della vita di Giuseppina Pesce.

È stata proprio la ricerca di questa voce il tuo punto di partenza per costruire il personaggio, raccontare la storia, il coraggio di questa donna?

Valentina Bellé: “Anzitutto grazie. La risposta è sì, sono partita proprio dalla voce perché dal principio era la mia più grande paura. Essendo io veneta avevo bisogno di un suono che mi portasse il più lontano possibile da me stessa.”

“Proprio nel periodo in cui facevo il provino avevo guardato A chiara di Jonas Carpignano, mi sono innamorata del film, dell’interpretazione e della voce di Swami Rotolo. Ho guardato poi dei video di Maria Concetta Cacciola che aveva una voce davvero molto particolare. Così con Lele Nocera che è stato il nostro vocal coach abbiamo continuato il lavoro. Però sì, per me è stato fondamentale partire dal suono.”

MZP: Vorrei rivolgere la stessa domanda a tutte. C’è stato un elemento particolare che vi ha aiutato a costruire il vostro personaggio, con tutta la responsabilità che immagino abbiate sentito nel rendere giustizia a queste storie così terribili che sono comunque storie vere, di vita vissuta.

Micaela Ramazzotti: “Avevo visto il film del maestro Marco Tullio Giordana con Vanessa Scalera. Ma forse il mio punto di partenza sono state proprio delle foto di Lea che mi sono ritrovata così sotto al naso oppure che ho trovato su Google.”

“In quelle foto c’è tanto, percepisci la fragilità della persona. Esiste perfino una foto scattata la sera stessa in cui Lea Garofalo è stata uccisa. Percepisci proprio la fragilità dei corpi, dello sguardo, e al tempo stesso la forza di andar via, di scappare da quel buco che è quel contesto, la ‘Ndrangheta. Ho cercato i loro sguardi. Gli occhi ci dicono molto.”

Gaia Girace: “Anche io guardando i video di Denise con sua madre Lea – dove tra l’altro indossavano gli stessi vestiti che abbiamo portato noi, ovviamente ricreati – ho avuto veramente i brividi. Ti rendi conto che sono storie vere. Ascoltando poi la voce di Denise sono rimasta molto colpita da come descrive il suo rapporto col padre.”

“Nonostante tutto lei tutt’ora non odia suo padre, una cosa che mi ha sorpreso tantissimo. Prova tenerezza per suo padre, perché pensa abbia rinunciato a una moglie, una figlia e una famiglia. Sono state proprio queste sue dichiarazioni che mi hanno portato ad approcciare con lei.”

Simona Di Stefano: “Per me è stato fondamentale l’incontro con una testimone di giustizia. Alcune di noi l’hanno incontrata. Abbiamo ascoltato i suoi racconti, soprattutto quelle piccole cose che riguardano il quotidiano, la sua vita, proprio queste piccole cose mi hanno palesato il personaggio di Maria Concetta, come se me la fossi trovata davanti.”

Barbara Chichiarelli: “Per interpretare il personaggio del Magistrato, Anna Colace, ho fatto quello che credo il mio personaggio dovesse fare, ho studiato. Ho messo insieme le informazioni sul suo lavoro, in particolare per quanto riguarda i primi anni 2000 per arrivare anche oltre i fatti rappresentati nella serie. Così mi sono fatta un po’ una mappa.”

Per scoprire anche la nostra intervista con i registi Elisa Amoruso e Julian Jarrold, oltre alla recensione di questa magnifica serie targata Disney Plus, continuate a seguirci.

The Good Mothers: Trailer ufficiale