MAVE: dalla Corea una girlband k-pop completamente al virtuale [FOTO]

MAVE
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Sono bravissime, bellissime e… non esistono. Riuscite a credere che queste ragazze siano state generate da un computer? Questo sembra il futuro della musica in Corea, con band come le MAVE

MAVE è il nome dell’ennesimo quartetto k-pop lanciato dalla sempre fervente industria discografica della Corea. Piccolo particolare: queste ragazze non esistono. Sì perché si tratta infatti di quattro personaggi fittizi, generati appositamente da una I.A. facente capo a Metaverse Entertainment: una sussidiaria di Netmarble, azienda che di norma si occupa dello sviluppo di giochi per mobile.

Si dirà: va bene, ma è già stato fatto; basta pensare ai Gorillaz. Vero, e in effetti il confine in musica tra fittizio e reale si va facendo con il nuovo decennio sempre più labile. Ma è anche vero che, per esempio nel caso dei Gorillaz, il leader Damon Albarn ha sempre spinto per portare la musica della band dal vivo e spesso anche con concerti veri e propri, esplicitando di fatto la realtà dietro la finzione.

In altri casi, come in quello della famigerata Rana Pazza (Crazy Frog), il personaggio virtuale è rimasto protagonista e veicolo puramente astratto della sua musica. E del resto c’è da dire che queste MAVE non sono nemmeno il primo tentativo da parte dell’industria discografia coreana in questo senso.

Segnalano però in questo caso la crescita di una realtà musicale particolare e del tutto virtuale, fatta probabilmente di attività esclusivamente online e di esibizioni dal vivo al limite legate ai famosi ologrammi, già diffusi dagli anni ’10 in sostituzione di artisti famosi scomparsi. Ovviamente ci si chiederà: ok ma allora chi suona? Chi canta? Queste sono appunto le domande interessanti da porsi.

Senza cadere nell’ingenua visione apocalittica di una musica futura completamente dominata da robot e I.A. (pericolo irreale: basti pensare al contemporaneo ritorno del rock chitarristico, del post-punk e del grunge) c’è da vedere come il pubblico di giovanissimi k-pop stans appassionati di band come Blackpink e BTS reagirà a questa novità… molto poco umana.

Il fattore umano infatti s’è andato arrogando sempre più importanza nella musica k-pop degli ultimi anni, spesso filtrando tra le apparenze di prodotti spettacolari e perfettamente commerciali per conquistare i cuori dei fan con onestà e umiltà. I BTS ne sono un perfetto esempio. E cosa potrà fare, in questo senso, questa band completamente inventata?

In ogni caso queste quattro ragazze, che si chiamano MARTY:, TYRA:, ZENA: e SIU: (i due punti fanno parte dei nomi) hanno anche una lore alle loro spalle: sembra infatti si tratti di quattro aliene finite sulla Terra in cerca di… emozioni. Il loro nome, che sarebbe l’unione della prima e dell’ultima sillaba dell’espressione “make new wave” (MA-VE) segnala inoltre l’aspirazione a creare un grande cambiamento nell’industria.

Che dire: ci riusciranno? Così su due piedi viene da dire: improbabile. Anche perché, appunto, nel pubblico si sta registrando un’inversione di tendenza rispetto alle musicalità artificiose e ai prodotti commerciali splendenti dello scorso decennio. Ma lo sapremo presto: tra poco usciranno i loro primi due singoli, intitolati Wonderland (Idypia) e Pandora. Staremo a vedere.

Fonte: NME

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