Guè Pequeno – Madreperla | RECENSIONE

Guè
Credits: YouTube/ Guè
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Guè Pequeno: il reveal di Madreperla

Inizio del 2023 con il botto. Il 13 Gennaio è uscito Madreperla, che segna il ritorno del guercio con numerosissime collaborazioni. Passano solo pochi giorni dallo scoccare della mezzanotte segnante l’inizio del 2023, che compare su Instagram un video dal boss del rap delle ultime decadi.

Il punto di vista è quello dello spettstore, che viene introdotto in un fantomatico Grand Hotel Madreperla dal direttore (interpretato niente popò di meno che da Jerry Calà). Da questo momento si possono intravedere volti non sconosciuti: ANNA che cazzia un facchino per averle fatto cadere le valigie, Marrakesh che “testa l’allarme antifumo”, Mahmood che ordina da bere e molti altri.

Guè compare solo sul finale, quando viene richiamato al lavoro dal direttore e “disturbato” mentre in compagnia di una avvenente ragazza in uno degli alloggi dell’albergo. Subito dopo questa trovata commerciale, l’annuncio dell’uscita dell’album che arriva sulle principali piattaforme streaming il 13 Gennaio.

L’uscita di Madreperla: la tracklist e le collaborazioni

L’album si compone di 12 canzoni di cui 8 in collaborazioni con noti nomi del panorama rap, trap, pop e indie della musica italiana. Tra questi troviamo infatti Paky, ANNA, Sfera Ebbasta, Massimo Pericolo, Marracash, Rkomi, Mahmood, Benny the Butcher e Napoleone. Alcuni già visti in collaborazioni pregresse con Gue Pequeno, altri prodotti direttamente dalla sua etichetta.

La tracklist è come segue:

1. Prefissi

2. Tuta Maphia (feat. Paky)

3. Mi hai capito o no?

4. Cookies ‘N’ Cream (feat. ANNA & Sfera Ebbasta)

5. Need U 2Nite (feat. Massimo Pericolo)

6. Léon (The Professional)

7. Free (feat. Marracash)

8. Mollami pt. 2

9. Lontano dai guai (feat. Mahmood)

10. Chiudi gli occhi

11. Da 1k in su (feat. Benny The Butcher)

12. Capa Tosta (feat. Napoleone)

Madreperla di Gué Pequeno: un album che punta sulle collaborazioni

Parliamoci chiaramente: il genere può piacere o non piacere. Ma nessuno può negare che da quando i Club Dogo esordirono negli anni 2000, tutti siamo rimasti impressionati da Gue Pequeno (ora soltanto Guè, nome d’arte di Cosimo Fini). Sia perché vista la stazza eviteremmo di farlo arrabbiare se lo incontrassimo per strada.

Sia perché, già negli anni del trio rap, aveva un flow, una cadenza e una penna incalzanti, ben delineate e sotto alcuni punti di vista “aggressive”. Che si distinguevano dalla massa dei colleghi, per così dire. Dopo vari anni di collaborazioni e produzioni independenti, da questo album ci saremmo potuti aspettare un ritorno del guercio più da solista che da featuring.

Giusto per fare vedere che anche da solo continua a rendere bene esattamente come in passato. E invece no. Non si sa se per questioni di necessità di mercato o lavoro di squadra (fare tanti featuring permette ai cantanti da raggiungere una audience maggiore), ma in questo album ben 2/3 della tracklist sono composti da featuring.

Non anormale per chiunque, ma si potrebbe dire di sì per un artista di questo calibro. Eppure proprio questi featuring diventano il punto di forza di Madreperla. È interessante notare come i cantanti “ospiti” riescano in molti casi ad amalgamare il proprio sound con quello del guercio. Questo si può notare soprattutto con ANNA, Massimo Pericolo e Rkomi.

A quest’ultimo soprattutto chapeau per averci fatto riassaggiare la propria bravura nel rap con una voce più rock, come faceva agli esordi e grazie alla quale ha raggiunto il proprio successo. Un po’ meno funziona il duetto con Mahmood: i due avevano già reppato insieme in un remake post-Sanremo di Soldi (brano che probabilmente si prestava di più).

Lontano dai Guai invece, dell’album Madreperla, vede un margine di stacco tra una strofa molto Guè, e un ritornello molto Mahmood, facendole sembrare quasi due canzoni male mixate in una sola. Fatta questa premessa, due parole vanno spese per le parti in solo. Guè, con Madreperla, di certo non aveva bisogno di riaffermarsi o snaturarsi. Ma forse, visti i tempi che corrono per la musica, un tentativo di sperimentazione valeva la pena farlo oltre i numerosi featuring.

Madreperla: un album in cui i singoli spingono poco

I singoli da solista in Madreperla, infatti, tendono a essere monotoni nel sound, nel flow, e nelle tema delle canzoni. Monotoni non solo inteso come troppo simili l’uno con l’altro, ma anche con i brani dell’artista del passato. Siamo convinti che di certo questo non minerà il successo di Guè e di certo con tante produzioni e un’etichetta all’attivo, sarà destinato a rimanere megli annales della scena rap italiana.

Tuttavia, mantenere le stesse sonorità dal 2000, parlare costantemente di armi, mafia, gang, donne e di come ti rovino se parli male di me, potrebbe essere ormai un po’ demodè. Staremo a vedere gli ascolti come andranno, nel mentre auguriamo a Guè e al suo Madreperla un felice inizio 2023.

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A cura di Luca Bellomo