A Plague Tale: Requiem – Recensione del gioco di Asobo Studios

A Plague Tale: Requiem, nuovo titolo di Asobo Studios, è un ottimo indie che si è guadagnato un posto tra i grandi

A Plague Tale: Requiem
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A Plague Tale: Requiem è il nuovo titolo di Asobo Studio, che ha deciso di produrre un sequel all’acclamato primo capitolo della saga uscito nel 2019. Il nuovo videogioco della casa francese è uscito ad ottobre per PC e console di nuova generazione, conquistando subito critica e giocatori. L’enorme successo di A Plague Tale: Requiem emerge anche dal fatto che è stato candidato a Game Of The Year, andando a competere contro titoli del calibro di Elden Ring e God of War: Ragnarok.

Questi riconoscimenti denotano il fatto che Asobo Studio ha voluto compiere un passo avanti e produrre un titolo di più ampio respiro se paragonato a quello precedente. A Plague Tale: Innocence, uscito nel 2019, era considerabile a tutti gli effetti un videogioco indie, con meccaniche limitate e una progressione molto schematica che procedeva spedita, capitolo dopo capitolo.

Con il sequel gli sviluppatori hanno voluto puntare in alto, creando un videogioco impressionante dal punto di vista grafico. A Plague Tale: Requiem, infatti, è un titolo esclusivo per le console di nuova generazione e che utilizza tutti gli avanzamenti tecnologici che questi nuovi software garantiscono. Agli stretti corridoi del titolo di esordio si contrappongono enormi villaggi e campi aperti che Amicia e Hugo possono esplorare in libertà.

È bene sottolineare però che A Plague Tale: Requiem non è assolutamente un open world. Il videogioco presenta un’esperienza molto lineare e suddivisa in capitoli che scandiscono il progredire della trama. Il titolo non prevede alcuna missione secondaria nella quale cimentarsi e si pone come obiettivo quello di raccontare la storia della coppia di protagonisti interrottasi col finale di A Plague Tale: Innocence.

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Il videogioco di Asobo Studio espande in maniera considerevole anche il gameplay dell’originale. Al giocatore viene lasciata molta più libertà su come approcciare le difficoltà che gli vengono sottoposte. Amicia possiede molte più abilità e strumenti che la aiuteranno a farsi largo nella Francia del XIV secolo dilaniata dalla peste. Se nel primo capitolo della saga si limitava ad utilizzare una fionda, ora può scegliere fra diversi strumenti che verranno scoperti con l’avanzare della trama. Il giocatore potrà decidere quindi se approcciare i vari livelli in modo furtivo, nascondendosi dalle guardie oppure in maniera aggressiva affrontandole violentemente.

Il gioco terrà conto della maniera in cui procediamo e ci garantirà delle abilità in accordo con il nostro stile di gioco. Questa è una novità assoluta rispetto al titolo precedente, che genera un ciclo soddisfacente in cui il videogioco ci ricompensa in base alle nostre azioni. È un piccolo tocco che ricorda i giochi di ruolo che garantisce un minimo livello di personalizzazione alla nostra versione di Amicia e che può motivare gli appassionati a giocare di nuovo ad A Plague Tale: Requiem prediligendo un altro stile di gioco. La caratteristica più importante, per quanto riguarda il gameplay, rimane sempre l’utilizzo della luce. Amicia e Hugo devono utilizzare fonti di luce per tenersi lontani dai ratti infetti che rappresentano la minaccia principale per tutta la durata del gioco.

La luce però può essere manipolata dagli strumenti di Amicia ed essere utilizzata in nostro favore anche in maniera aggressiva. Possiamo, ad esempio, liberarci delle guardie che ci stanno alle costole eliminando la loro fonte di luce e lasciando che vengano divorati dai ratti in scene assolutamente raccapriccianti. Rispetto al primo capitolo del 2019, A Plague Tale: Requiem garantisce al giocatore molti modi per guidare le fonti di luce ed usarle a proprio vantaggio.

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Esistono munizioni che possono rendere infiammabile un’area che prima non lo era oppure altre che possono attirare l’attenzione dei ratti verso un’area per eliminare un nemico o per farci strada verso il nostro prossimo obiettivo. Esistono molti modi, insomma, per uscire vincitori dalle pericolose ambientazioni che popolano A Plague Tale: Requiem. Il motivo per cui molti giocatori si avvicinano a questo genere di videogiochi però è senza dubbio la narrativa, che nel primo titolo è stata gestita magistralmente dagli sviluppatori di Asobo Studio.

Tre anni fa avevamo lasciato i fratelli De Rune mentre partivano insieme a Lucas e alla ritrovata madre Beatrice per ricominciare una nuova vita altrove. Nel confronto finale, Amicia e Hugo avevano posto fine alla minaccia dell’Inquisizione Francese, portando l’epidemia di peste a rititrarsi e lasciare posto a un graduale ritorno alla normalità.I poteri d i Hugo avevano reso le persone diffidenti nei loro confronti e si erano visti costretti ad allontanarsi per ritrovare una stabilità che verrà scossa dagli eventi di A Plague Tale: Requiem.

Il gioco inizia con Hugo in preda a crisi legate alla sua malattia che lo portano ad avere una visione in cui appare un’isola dove il piccolo, in preda ai dolori, viene guidato da una fenice verso uno stagno che lo guarisce dalla sua malattia. Il bambino è convinto che questo significhi che debba recarsi su quell’isola per guarire, mentre la madre e Vaudin, alchimista esperto della Macula, vorrebbero portarlo a Marsiglia per assisterlo nei suoi ultimi giorni di vita ed evitare che il suo morbo possa causare ulteriore distruzione nel Paese. Ne seguirà una crisi imprevista di Hugo che porterà Amicia e il fratellino ad imbarcarsi in una nuova avventura.

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I due seguiranno le indicazioni del sogno e si recheranno nell’isola chiamata La Cuna, dove scopriranno gli orrori nascosti alle origini della condizione che afflige Hugo. Il finale sarà una sequenza di eventi caotici ed emozionanti che culminerà in una conclusione commovente nella quale i due fratelli devono affrontare la realtà dei fatti senza più poter fuggire. Con A Plague Tale: Requiem si chiude la narrazione iniziata nel primo episodio e ci colpisce con la sua drammatica conclusione a una storia che ci ha tenuti incollati allo schermo per quasi trenta ore.

Il tutto viene incorniciato da una colonna sonora iconica che accompagna il nostro viaggio nella Francia medievale e scandisce la portata degli eventi che si susseguono.I due episodi di A Plague Tale danno i meglio se giocati uno dopo l’altro. La storia prosegue senza intoppi e ci racconta le vicende di due fratelli che si conoscevano appena e che hanno creato un fortissimo legame forgiato nelle avversità del mondo che li circonda.

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Non è un caso che A Plague Tale: Requiem sia stato nominato come Game Of The Year. L’ambito premio è stato meritatamente vinto da Elden Ring ma l’apprezzamento guadagnato dal titolo di Asobo Studio porta gli sviluppatori francesi al livello dei pesi massimi dell’industria. Se non avete ancora provato A Plague Tale: Requiem vi consigliamo assolutamente di farlo, il titolo è disponibile anche su Game Pass dal giorno della sua uscita e questo lo rende ancora più facile da raccomandare. È un videogioco che vi porterà in un viaggio emozionante e che non vi pentirete di aver intrapreso.

Che ne pensate? Lo avete provato?

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A Plague Tale: Requiem | Testato su PC

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RECENSIONE
VOTO
8.8
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a-plague-tale-requiem-recensioneI ragazzi si Asobo Studio hanno preso la loro creatura e l'hanno evoluta in tutte le direzioni. Rispetto a A Plague Tale: Innocence infatti il nuovo gioco ha un comparto visivo ancora più dettagliato andando a creare una delle opere più imponenti degli ultimi tempi. Anche il gameplay si è evoluto dando al giocatore nuove frecce al proprio arco. La ciliegina sulla torta è però il comparto narrativo decisamente superlativo.