The Monkees contro l’FBI: c’è un file segreto sulla band

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L’FBI investigò i Monkees negli anni ’60 accusandoli di diffondere messaggi sovversivi “subliminali” durante i loro concerti. Oggi Micky Dolenz, l’ultimo rimasto del gruppo, vuole conoscere tutta la verità

Una storia di spionaggio con ambientazione anni ’60 e con protagonisti i Monkees, la mitica band americana nata come imitazione dei Beatles ma che in seguito s’è conquistata prestigio e rispetto da sé. Un gruppo strettamente commerciale, lanciato dal regista Bob Rafelson come fenomeno televisivo e musicale creato appositamente per incontrare i gusti dei giovani.

Ma erano anni complicati e il governo americano, per tramite di agenzie come l’FBI e la CIA, non sempre comprendeva la reale portata di questi fenomeni culturali e quanto di fatto influissero sui comportamenti dei giovani. Si tendeva ad avere delle percezioni pregiudiziose e, con eccesso di cautela, gli agenti agivano preventivamente con attività di spionaggio e raccolta di informazioni.

Questo è più o meno quello che venne fatto persino nei confronti degli innocenti e assolutamente innocui (nessun dubbio al riguardo) Monkees. E come? Con l’apertura di un fascicolo a loro dedicato, nel 1967. In questo fascicolo, parzialmente (ma non completamente) reso pubblico alcuni anni fa, si leggono le osservazioni dell’agente reponsabile.

E sono sconcertanti: “Durante il concerto, messaggi subliminali sono stati rappresentati sullo schermo. Questi, nell’opinione dell’agente – nome censurato – costituiscono interventi dell’ala sinistra di natura politica. Questi messaggi e foto sono stati mostrati in rivolte, a Berkley; messaggi anti-U.S.A. sulla guerra in Vietnam, i disordini razziali a Selma, in Alabama”.

Ora, è vero che specie verso la fine di quel controverso decennio i Monkees si schierarono (come quasi ogni gruppo rock americano) contro determinate politiche del paese e di certo contro la Guerra in Vietnam. Ma ricorrere a messaggi subliminali per “corrompere” il pubblico suona nel loro caso quantomeno ridicolo, specie se pensiamo che non stiamo parlando dei Doors e nemmeno dei Jefferson Airplane.

In ogni caso oggi Micky Dolenz, l’ultimo rimasto vivo dei Monkees, è deciso ad andare in fondo alla faccenda. E lo farà portando l’FBI direttamente in tribunale, per scoprire quali altre osservazioni o, anche peggio, misure precauzionali a livello di polizia potranno trovarvisi. Tanto tempo è passato, ma gli anni ’60 continuano ancora a riservare incredibili sorprese.

Fonte: Consequence

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