David Bowie è stato un’icona della musica del novecento, attraverso vari decenni in cui ha saputo rinnovarsi e sperimentare continuamente.
Venne soprannominato il Duca Bianco nei primi anni Settanta per un personaggio da lui interpretato (uno dei tanti), una trovata scenica in una delle sue tante performance. Già allora era chiara l’inclinazione di David Bowie al travestimento, alla recitazione, allo spettacolo a tutto tondo. Non a caso fu definito dalla BBC, secondo un lungo sondaggio, “il più grande entertainer del ventesimo secolo”.
Egli stesso dichiarò sin da piccolo di voler diventare l’Elvis britannico. Nella strada per raggiungere il suo sogno divenne ben di più, interpretò vari generi e s’impose sulla scena rock come una leggenda. Collaborò con grandissimi interpreti musicali e strinse amicizia con Brian Eno, Tony Visconti, Andy Warhol. Ma la spinta e l’avvio della sua carriera si dovettero al suo fratellastro Terry Burns, che guidò il giovane Bowie nel mondo della musica.
Nella multilaterale carriera di David Bowie non c’è stata solo la musica. Egli si dedicò anche alla pittura e, come è ben noto, al cinema. L’indole a interpretare personaggi era radicata nel compianto cantante e deragliava anche nella sua grande e innovativa idea di musica. Per il linguaggio del corpo, che interpretava magnificamente, il suo più grande maestro fu l’attore e coreografo britannico Lindsay Kemp. Le premesse sono adatte a rendere David Bowie una figura estremamente interessante anche dal punto di vista cinematografico. Per questo abbiamo selezionato una lista delle migliori “incursioni” del Duca Bianco nel mondo della settima arte.
1) L’uomo che cadde sulla terra, Nicolas Roeg, 1976
L’uomo che cadde sulla terra sarebbe molto probabilmente passato in secondo piano se non fosse per l’esordio alla recitazione di David Bowie.
Il cantante interpreta qui un personaggio per certi versi vicino al suo Ziggy Stardust, vestendo i panni di un extraterrestre (ma con fattezze umane) in visita sulla nostra Terra, in cerca di un sistema per tornare nello spazio.
Il film utilizza un montaggio ed elementi sperimentali, alternati ad una narrazione invece piuttosto classica e molto centrata negli anni in cui è uscito. Per Roeg stesso si tratta di un esordio alla regia, che non è certamente molto raffinata ma fa il suo lavoro.
L’elemento di più grande interesse però è senza dubbio la presenza di Bowie. Nonostante l’esordio, il cantante inglese, sfruttando anche l’immagine del suo personaggio, interpreta in maniera credibile Thomas Newton, donandoci la sua prima interpretazione.
2) Furyo, Nagisa Oshima, 1983
Nel 1983 Bowie partecipa ad un film di uno dei Maestri del cinema nipponico, Nagisa Oshima. In Furyo, il cantante interpreta un maggiore neozelandese omosessuale, rinchiuso nel campo di prigionia giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il tema dell’omosessualità, come sempre centrale nel cinema di Oshima, torna qui in un ambiente storico molto particolare, che mostra il rigore militare del Sol Levante e la mancanza d’umanità che quegli anni portarono con sé. Il regista torna dunque su un tema a lui caro spostandolo nel tempo (come farà anche nello splendido Tabù), mettendo in scena un film altamente drammatico.
Troviamo qui un Bowie più maturo, dopo le prime esperienze dietro la macchina da presa, che divide le scene con Tom Conti e Takeshi Kitano, in un cast decisamente atipico ma risultato poi vincente. Qui i suoi ruoli nel campo musicale sono assenti, immergendosi totalmente nel maggiore Celliers.
3) Absolute beginners, Julien Temple, 1986
Ambientato nella Londra di fine anni ’50, Absolute Beginners non ebbe grande successo ma con gli anni assunse l’ etichetta di cult tra i musical degli anni ‘80.
Absolute beginners racconta la storia di Colin, fotografo squattrinato che cerca di guadagnarsi da vivere con la sua fidanzata Suzette, aspirante fashion designer. Una volta raggiunto il successo Suzette lo abbandona per dedicarsi al jet set e si sposa con Henley, ricchissimo stilista. Sullo sfondo delle lotte razziali del ’58 si ambienta la lotta interiore del protagonista, tra vendersi, tema ripreso dal brano Selling out, e rimanere autentico e ancorato alla sua cerchia di amici.
Nell’opera David Bowie interpreta il perfido uomo d’affari Vendice Partners. Oltre alla sua presenza a illuminare la scena ci sono le sue canzoni che accompagnano la narrazione. Un ruolo marginale per il Duca Bianco, ma la sua figura riesce a rendere l’apparizione leggendaria. La sua mimica risulta perfettamente allineata all’atmosfera grottesca e riesce a rendere la spietatezza del personaggio.
Da non dimenticare anche lo splendido cameo di Ray Davies, frontman dei Kinks, nel brano Quiet life.
4) Labyrinth, Jim Henson, 1986
Nello stesso anno esce Labyrinth di Jim Henson, sceneggiato da un membro dei Monty Python, Terry Jones. La storia divenne poi un libro per ragazzi dal discreto successo.
Questa racconta di Sara (Jennifer Connelly), quindicenne amante delle fiabe che vive con il padre e la matrigna. Una sera si ritrova a dover fare da babysitter al fratellino Tommy. Non sopportando le sue grida, si immedesima nella protagonista della sua fiaba preferita e desidera che il neonato venga rapito dai Goblin, creature fantastiche. Il desiderio si avvera ed appare ai suoi occhi il re dei Goblin in persona, Jareth (David Bowie). Per riavere il suo fratellino, Sara dovrà affrontare delle prove e un enorme labirinto entro 13 ore.
L’opera, che gode di un’ottima sceneggiatura, pecca leggermente sulla regia, che risulta modesta, ma riesce a risollevarsi grazie ai suoi grandi interpreti.
Il nostro Bowie interpreta un altro ruolo da villain, truccato e trasformato come un vero re delle fiabe. La sua postura, la sua voce e la sua grandissima presenza rendono il personaggio unico.
5) Fuoco cammina con me, David Lynch, 1992
Il film, divenuto un vero e proprio cult, rappresenta un prequel degli avvenimenti narrati in Twin Peaks (1990-1991). Fuoco cammina con me è la quintessenza dello stile diDavid Lynch depositato nella narrazione di una delle migliori serie televisive di sempre.
Prima della morte di Laura Palmer, due agenti dell’Fbi si recano a Twin Peaks per la morte di una ragazzina, Teresa Banks. Intuiscono che l’assassino colpirà ancora, ma svaniscono nel nulla dopo aver raccolto alcune prove. Spetterà dunque all’agente Dale Cooper (Kyle McLachlan) recarsi a Twin Peaks e investigare sugli eventi. Prima di partire, Cooper incontra l’agente speciale Philip Jeffries nel quartier generale a Philadelphia, una figura a dir poco mistica.
Quest’ultimo è il personaggio cui presta il volto David Bowie. Jeffries può apparire e sparire dai luoghi senza lasciare traccia. È un personaggio duro e autoritario, ma vago e nebuloso come le sue apparizioni, volutamente indecifrabile. Bowie gli conferisce quella nota di mistero e ambiguità, calandosi perfettamente nello stile onirico e psichedelico del film.
6) Zoolander, Ben Stiller, 2001
Dei tanti cameo che Bowie ha di volta in volta interpretato, uno dei più esilaranti ed iconici è proprio quello in Zoolander. Nel film di Ben Stiller, il cantante interpreta un piccolo ruolo nei panni di sé stesso, in una delle scene più divertenti e memorabili del film.
Si tratta della scena dello scontro fra Derek Zoolander e Hansel (Owen Wilson) che, come in una vera competizione, necessita di un giudice. Alla richiesta di Hansel si presenta proprio lui, a sorpresa (e fra la sorpresa degli astanti).
In Zoolander, come in molti suoi cameo, è la sua personalità fuori dal set ad essere mostrata, in un gioco sempre più frequente nel cinema contemporaneo, che fa riconoscere istantaneamente il personaggio “vero” nel mondo di finzione narrativa del film.
E chi meglio del vero Bowie, dunque, per giudicare le performance dei due modelli?
7) The prestige, Christopher Nolan, 2006
A dir poco leggendaria la partecipazione del Duca Bianco a uno dei migliori film del regista inglese Christopher Nolan. Vero e proprio capolavoro del regista, The prestige racconta la rivalità di due illusionisti nella Londra di fine Ottocento. È liberamente adattato dall’omonimo romanzo di Christopher Priest e scritto in punta di penna da Jonathan e Christopher Nolan.
Robert Angier (Hugh Jackman) e Alfred Borden lavorano insieme come prestigiatori nello stesso teatro, l’Orpheum. Ad aiutarli negli spettacoli c’è Julia (Piper Perabo), fidanzata di Robert e John Cutter (Michael Caine), scenografo ed esperto illusionista. Quando Julia muore in un incidente durante uno spettacolo, le accuse di Robert ricadono sul suo collega. I due si separano e iniziano una competizione ossessiva tra loro per l’affermazione del migliore. Invidie, rivalità, inganni e seduzione seguiranno la fantastica narrazione intrecciata tra flashback e flashforward.
Oltre alle incredibili performance dei protagonisti, ad arricchire il cast figura David Bowie nella parte di Nikola Tesla. La sua interpretazione è molto calma. Il personaggio, maturo e posato, porta il bagaglio dell’esperienza, anche quella negativa, e trasmette la sua saggezza. Dei magnifici dialoghi caratterizzano il Tesla di The Prestige. Non poteva mancare poi la rivalità, speculare a quella dei personaggi del film, tra lui e Thomas Edison, citata nell’opera.