Angelo Duro protesta contro il Governo in Chiesa, il parroco lo denuncia

Sui suoi social Angelo Duro ha rivelato di essere stato denunciato da un prete per aver utilizzato per una protesta pubblica il suo altare

angelo duro
Credits: mediasetplayPerchè mi stai guardando?
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Angelo Duro, apprezzato ed affermato comico, nell’ultimo periodo ha visto il suo lavoro quasi del tutto azzerato a causa delle ben note restrizioni dovute alla pandemia. In molti casi ha organizzato proteste contro le restrizioni volute dal Governo per quanto riguarda i lavoratori dello spettacolo (qui le ultime novità). Una delle ultime ha avuto come sede un luogo insolito: l’altare di una chiesa a Roma. A causa di questo gesto, Duro è andato incontro ad una denuncia da parte del parroco al quale il comico avrebbe sottratto l’uditorio. A rivelarlo è stato lui stesso sui suoi social.

È ufficiale, andrò all’inferno – scrive Angelo Duro. O almeno, per il momento. Sì. Adesso vi spiego. Ho deciso di dirvelo perché è bene che voi, che state seguendo il mio alternativo tour, lo sappiate. Il parroco, a cui circa un mese fa ho provato a sottrarre la platea nella sua parrocchia, e al quale ho spiegato le ragioni della mia protesta, mi ha denunciato. Sì. Assurdo. Ora non solo me la dovrò vedere con Dio, pure con il giudice.

Vi rendete conto? Ovviamente, anche un bambino lo capisce, non era mia intenzione offendere il prete o attaccare la chiesa. Vi ringrazio per la stima ma non sono ancora così forte. Forse tra qualche anno. Ma adesso no. Le mie incursioni, come avete visto, sono state solo un modo per evidenziare disuguaglianze, sì insomma, le cazzate, fatte da chi sta gestendo l’emergenza sanitaria. Scelte che hanno penalizzato molti settori, tipo, in questo caso, il mio, appunto.

E lasciato a casa, senza lavoro, migliaia di persone, senza dirgli neppure che fine avrebbe fatto la loro professione. La domanda che pongo è sempre la stessa: perché sui mezzi pubblici, a scuola, al supermercato, nei comizi e in tanti altri posti, si può accedere senza green pass e senza restrizioni, e nei teatri invece non è possibile? Ah? C’è qualcuno che me lo dice? Perché io, che sono ignorante, non ci capisco nulla. Se ci fosse qualche intellettuale a delucidarmi, con un linguaggio povero e infantile, forse lo capirei. Ma non c’è. Anche al Ministero degli Interni, dove giorni fa sono stato invitato, non sono riuscito ad avere una risposta chiara.

Quindi, in attesa che qualcuno mi delucidi sulla questione, mi auguro che il parroco, che è un uomo di chiesa, perciò, sicuramente, una persona comprensiva e disponibile ad aiutare e ad ascoltare gli altri, ritiri la denuncia a mio carico, che tra l’altro è pure una denuncia penale, e accolga il mio invito ad incontrarci nuovamente di persona, per chiarirci e magari avere la possibilità di ricevere anche il suo supporto. Ho commesso un peccato per dar voce e sostenere il mio settore, settore con migliaia di posti di lavoro in pericolo da due anni. Vorrei essere punito con ventidue padre nostro, sedici atto di dolori, venticinque Ave Maria, mettici pure sei Salve Regina, ma non merito una denuncia penale. La pena l’ho già subita con due anni di stare a casa a non fare nulla e a sopportare i miei familiari. Più pena di questa. Un saluto.

Che ne pensate?