Ecco un po’ di classici rifatti come peggio non si può: le 10 peggiori (o dieci tra le peggiori) cover mai realizzate
Cover. La parola magica: sentire le canzoni, specie quelle celebri, rifatte da artisti famosi magari secondo stili diversissimi, è sempre motivo di interesse. Interessa vedere come vengono re-interpretate, come i musicisti vi imprimono il proprio stile. Certe volte la scelta è talmente azzeccata che la cover finisce col diventare più famosa dell’originale.
Certe altre volte invece… non va così bene. Magari la canzone scelta è troppo distante dal genere dell’artista, magari viene interpretata come boutade o come parte di un’operazione commerciale che toglie al brano interpretato ogni significato. Altre volte ancora, poi, semplicemente la cover non ha senso di esistere.
Ma il mondo della musica, diciamocelo, è bello anche per questo: ci sono tante canzoni, tra le cover, so-bad-it’s-so-good, alcune che rasentano il trash, altre che falliscono miseramente nel recuperare lo spirito dell’originale. Ma va bene così: si prova, si tenta, si sbaglia. Ecco quindi dieci titoli che riportano alcune tra le cover “peggiori” che si possono trovare.
Chiaramente, in questo caso, peggiore è un termine da prendere con le pinze. C’è anche chi, per esempio, ritiene che la versione di Mad World di Gary Jules sia superiore all’originale dei Tears for Fears. Non è quindi escluso che, della lista qui sotto, molte canzoni possano essere comunque amate quanto piuttosto disprezzate. Noi comunque ve la proponiamo: diteci che ne pensate.
10. Puff Daddy – Come With Me [Kashmir], 1998
A inizio anni ’90 Puff Daddy, rapper di primo piano, chiama il buon vecchio Jimmy Page per ricostruire il classico dei Led Zeppelin, Kashmir. Lo fa per la colonna sonora di Godzilla di Roland Emmerich, e già questo non va benissimo. Per il resto, giudicate voi: un classico del rock elegante e seducente trasformato in un invadente pezzone al testosterone rap.
9. Tom Jones feat. Cardigans – Burning Down the House, 1999
Per qualche ragione non ben nota nel 1999 Tom Jones (sì, proprio quello) decide di re-interpretare questo classico dei Talking Heads e per farlo chiama… i Cardigans. Niente di sbagliato, se non fosse che la cover riesce troppo morbida e melliflua, togliendo ogni impatto alla carica new wave dell’originale. Anche il video, rivisto oggi un attimino kitsch, non aiuta.
All’improvviso, il mitico pezzo synthpop/new wave di Peter Gabriel viene trasformato in un brano nu metal dai vaghi arrangiamenti elettronici con schitarrate al posto delle tastiere e… Ozzy Osbourne, così, nei refrain. Cavoli a colazione, insomma: può piacere come esperimento ma parliamo veramente dell’unione di due stili distantissimi tra loro
7. Limp Bizkit – Behind Blue Eyes, 2003
Questi sono i Limp Bizkit quando cercano di farsi prendere sul serio. Fin troppo sul serio, a dir la verità. La cover di un pezzo profondo e sentito come Behind Blue Eyes degli Who è forse troppo per loro. Diciamolo: Fred Durst e colleghi sono più a loro agio nei panni dei casinisti nu rock che in queli di fini cantori di sentimenti. Lasciamo passare.
6. Candy Flip – Strawberry Fields Forever, 1990
I Beatles sono sempre una materia difficile da trattare. Questa band madchester di fine anni ’80 ci prova, tentando di recuperare con spirito rave la psichedelia anni ’60. Ma un brano delicato e intenso come questo di John Lennon è davvero la scelta sbagliata: cercano di trasformarlo in una hit semi-dance ma non si può dire che il tentativo sia riuscito granché.
5. David Lee Roth – California Girls, 1985
Così David Lee Roth inizia la sua carriera da solista una volta lasciati i Van Halen: con una cover del classico di Brian Wilson completamente fuori epoca e fuori tema, più uno dei video più improponibili mai concepiti. Eppure, il successo arriva in fretta e la già estesa popolarità del cantante fa il resto. A voi piace?
4. Glee Cast – Don’t Stop Believing, 2009
Sì, è proprio quella. Lo sappiamo, non occorrono descrizioni. Questa cover, e la serie annessa, ci hanno talmente tormentati da far quasi dimenticare a tutti che in originale il brano era di un gruppo chiamato Journey. Bè, se riuscite ad arrivare in fondo ai coretti limpidi e ai balli allegri del Glee Club, complimenti a voi.
3. Duran Duran – 911 Is a Joke, 1995
Avete presente il singor Burns vestito da Jimbo Jones nell’ufficio del direttore Skinner? Ecco, questa cover molto imbarazzante dei Duran Duran è più o meno la stessa cosa. Quando un gruppo di bianchissimi cantanti new romantic inglese si cimenta con un classico del rap… bé, diciamo che sono cose che sarebbe meglio non fare, via.
2. William Shatner – Rocket Man, 1978
Questa esibizione è ben nota ai fan di Star Trek, ma è stata parodiata e ripresa a tal punto nella cultura popolare (per esempio, da i Griffin) che sicuramente ormai la conoscerete anche voi. Il massimo del machismo di William Shatner, il capitano Kirk all’ennesima potenza, che interpreta da crooner il classico di Elton John togliendovi ogni magia e mettendoci un sacco… bé, di sé stesso.
1. Pitbull feat. Rhea – Ocean to Ocean [Africa], 2018
Come ricorderete, nel 2018 c’è stata una Africa-dei-Toto-mania. L’apice di tutta quella faccenda fu questa cover (una tra le tante), realizzata da Pitbull per la colonna sonora dell’attesissimo e acclamato (siamo ironici, ovviamente) Aquaman con Jason Momoa. Non c’è molto da dire: una cover completamente fuori luogo, che sfruttò una moda senza capirla e che si poteva tranquillamente evitare.