Le 7 peggiori tragedie mai avvenute a un concerto musicale [LISTA]

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Credits: Game One / YouTube
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Ci sono purtroppo molti casi nei quali un concerto, un bellissimo evento di musica dal vivo, si può trasformare in un inferno

Un concerto di musica dal vivo è sempre un momento splendido. Quasi sempre. Capita infatti che, per problemi di organizzazione, per via della comprensenza di tante persone o semplicemente per pura sfortuna, questi eventi siano catalizzatori di eventi tragici. Di più, momenti terribili, evitabili e inaspettati. Ecco sette concerti nella storia ai quali nessuno avrebbe voluto presenziare.

7. Damageplan, Arosa Villa, 2004

A molti, questi nomi diranno subito qualcosa. Quella dell’8 dicembre 2004 è la sera in cui Dimebag Darrell, mitico chitarrista dei Pantera, viene assassinato a morte durante un’esibizione con il suo progetto Damageplan. Un fan, Nathan Gale, sale sul palco e spara più volte al chitarrista con una semi-automatica.

Oltre al musicista muoiono altre tre persone, che cercando di fermare l’omicida. La ragione del gesto folle non viene mai del tutto compreso, ma porta via uno dei più originali e innovativi chitarristi nella storia del rock e del metal. Ai funerali di Darrell partecipano Eddie Van Halen, Zakk Wylde, Corey Taylor e Jerry Cantrell.

6. The Rolling Stones, Altamont Free Concert, 1969

Spesso chiamato “l’anti-Woodstock”, questo concerto con protagonisti i Rolling Stones parte già dalle peggiori premesse. La venue è assolutamente inadatta, le condizioni pessime, e la band inglese ha la geniale idea di assumere come responsabili della sicurezza la gang di motociclisti Hells Angels. Come affidarla ai Sons of Anarchy, in pratica.

Ed è infatti proprio uno di loro che, ad un certo punto, pugnala a morte il diciottenne Meredith Hunter, vedendogli estrarre una pistola in mezzo alla folla. Sicuramente una situazione che si poteva gestire diversamente. L’evento è importante non tanto per la morte di Hunter, quando per il fatto che per molti questa morte rappresenta la “fine” dell’utopia anni ’60.

5. Limp Bizkit, Woodstock, 1999

“Il giorno in cui la musica è morta”, molti definiscono così l’evento per il trentesimo anniversario del Festival di Woodstock che si tiene vicino a New York nell’estate del 1999. Rispetto all’edizione per il venticinquesimo, nel 1994, succede di tutto. I problemi di partenza sono due: la natura fortemente commerciale dell’evento (5 dollari per una bottiglia d’acqua), e il caldo insopportabile.

Gli animi esagitati della folla vengono provocati ancor di più dall’esibizione di artisti come i Limp Bizkit, e presto iniziano rivolte e violenze con tanto di fuochi appiccati qua e là. Durante l’esibizione della band nu metal, persino, una ragazza viene stuprata da un gruppo di violentatori nel bel mezzo della folla. Niente di più lontano dallo spirito della Woodstock originale.

4. Great White, The Station Nightclub, 2003

Nel 2003 il gruppo americano Great White si esibisce in una piccola venue stra-piena in Rhode Island, dove la capacità di accoglienza del pubblico è già superata di molto dai presenti. Il guaio, chiamiamolo così, viene causato dalla presenza dei fuochi pirotecnici previsti per lo show, che prendono fuoco prima del previsto.

Scoppia un incendio e il pubblico nel panico si fa largo a spintoni verso l’uscita. Risultato: infinite ustioni e ferite e più di cento persone morte, incluso il chitarrista dei Great White, Ty Longley. Dopo la tragedia, il tour manager della band e il gestore del locale vengono condannati a dieci anni di reclusione per omicidio colposo.

3. Pearl Jam, Roskilde Festival, 2000

Il concerto dei Pearl Jam al festival danese di Roskilde, nel 2000, viene segnato dalla tragica morte di nove persone causata dall’eccessiva pressione del pubblico, una folla di centomila spettatori, che spinge verso il palco in preda al delirio. I nove muoiono soffocati.

La band successiva ai Pearl Jam nella setlist, i Cure, cancella la propria esibizione. Questo incidente, poi ripreso e commentato dai Pearl Jam nella canzone Love Boat Captain (2002), rappresenta un punto di svolta nell’adozione di misure di sicurezza nell’organizzazione degli eventi dal vivo.

2. Ariana Grande, Manchester Arena, 2017

Un attentato suicida di chiara matrice estremista islamica ha luogo, il 22 maggio 2017, appena fuori dalla Manchester Arena, con vittime molte persone che hanno appena assistito ad un concerto di Ariana Grande. L’attentatore, un ventiduenne motivato dall’urgenza di protestare contro l’intervento americano nella Guerra in Siria, si fa esplodere nell’atrio della struttura.

Ventitré persone, incluso lui, perdono la vita. Si stima che sia il più letale attacco terroristico perpetrato con ordigno esplosivo in Regno Unito sin dall’attentato del 2005 alla metropolitana di Londra. Tra i sopravvissuti, molti sviluppano la sindrome da stress post-traumatica, inclusa la stessa Grande che ricorderà poi l’evento nella sua canzone No Tears Left to Cry, del 2018.

1. Eagles of Death Metal, Bataclan, 2015

Il 13 novembre 2015 l’ISIS, la minaccia terroristica imperante a metà anni ’10, lancia un attacco coordinato in tre differenti luoghi di Parigi. La città si trova in allarme fin dagli attacchi alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo, all’inizio di quello stesso anno. Tre uomini armati irrompono all’intero del locale Bataclan durante l’esibizione degli Eagles of Death Metal, e fanno fuoco.

La band e lo staff riescono a scappare ma gli spettatori si trovano sotto il fuoco. Quando intervengono le forze dell’ordine, i terroristi prendono con sé degli ostaggi e cercano di ottenere condizioni impossibili di liberazione. Alla fine, vengono abbattuti tutti. Il tragico bilancio è di novanta morti, tantissimi feriti e un trauma che sul momento sembra insuperabile per tutti.

Fonte: I Love Classic Rock