Le Inseparabili, recensione del romanzo inedito di Simone De Beauvoir

Un romanzo breve e inedito, pieno di dolore e nostalgia, che riflette sul ruolo della donna e sull'importanza dell'amicizia

Le Inseparabili
Dettaglio della copertina italiana di Le Inseparabili di Simone De Beauvoir, edito da Ponte Alle Grazie
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Si chiama Le Inseparabili il romanzo inedito di Simone de Beauvoir , appena arrivato in libreria grazie a Ponte Alle Grazie, che ha scelto di far conoscere al pubblico questo nuovo romanzo breve della scrittrice francese.

Un romanzo nel quale la scrittrice cerca in qualche modo di elaborare il lutto per la perdita dell’amica Zaza, una perdita che corre lungo le pagine del suo scritto più famoso, Memorie di una ragazza per bene.

Secondo la “leggenda” fu Jean-Paul Sartre a giudicare negativamente questo piccolo gioiello pieno di dolore e memoria, al punto da spingere la scrittrice a lasciarlo cadere in una sorta di oblio.

Le Inseparabili, la trama

Sylvie è una bambina che crede nella Francia e nella politica, grazie agli insegnamenti del padre. È la prima della sua classe, sempre molto educata e corretta.

Di punto in bianco la sua quotidianità viene scossa dall’arrivo di un’altra bambina, Andrée, intelligente, coraggiosa, che si porta dietro una scia di fascino a cui è difficile resistere.

Da quel momento le due bambine diventano amiche e la loro amicizia attraversa gli anni, il volto cangiante di una Francia ancora alla ricerca di se stessa.

Nella sua amicizia con l’altra, Sylvie si interroga su se stessa, sulla sua idea di fede, su ciò che sono i rapporti umani e le debolezze con cui bisogna affrontare l’esistenza.

L’amicizia, una grande storia d’amore e di dolore

A leggere la trama di Simone de Beauvoir si ha come l’impressione di leggere uno dei primi capitoli de L’Amica Geniale di Elena Ferrante.

L’incipit narrativo, in effetti, sembra molto simile: una ragazzina abituata a pensare a se stessa come la migliore della classe che si scontra con l’arrivo di un’altra, un elemento esterno che mina il suo territorio.

Tuttavia, invece di lasciarsi guidare dal basso sentimento dell’invidia, a guidare la storia è un senso di fascinazione assoluto, un bisogno spasmodico di avere l’accettazione di questa creatura aliena.

Ma le similitudini si fermano qui. Simone de Beauvoir con Le Inseparabili racconta le proprie fragilità mentre descrive la sua amicizia con Zaza.

E nel raccontare debolezze e dubbi, l’autrice racconta anche la presa di consapevolezza del personaggio di Sylvie, il suo crescere molto più di quanto non faccia Andrée.

La trama ruota intorno a queste due protagonisti che sembrano diverse, opposte, con differenti livelli di forza. E sebbene la fabula del racconto sia di quelli che riescono a tenere avvinta l’attenzione del lettore, il vero fulcro emotivo passa attraverso la descrizione delle due protagoniste e del sentimento che le lega.

Ogni lettore, presumibilmente, è più abituato a lasciarsi perdere dalla descrizione di strazianti storie d’amore. Titoli come Guerra e Pace o Cime Tempestose ci hanno abituato a questo atteggiamento.

Siamo abituati a questo tipo di letture. Quasi ce li aspettiamo, certi amori travolgenti e pieni di tragedie. Simone De Beauvoir sembra invece ricordarci qualcosa che forse crediamo nella nostra vita reale, ma che dimentichiamo quando viaggiamo tra le pagine di un libro.

Ossia che la più grande storia d’amore che ci è dato vivere è quella con i nostri amici: quegli esseri umani che eleggiamo a nostri giudici e nostri compagni, coloro a cui forse vorremmo assomigliare.

E Le Inseparabili parla – anche e soprattutto – di questo. Parla di anime affini che si incontrano, che inciampano mentre crescono e che rappresentano un rifugio ma anche un obiettivo.

Le inseparabili: Simone e Zaza

Le Inseparabili è un romanzo breve che racconta la condizione della donna in un Novecento ancora in divenire, che si porta le cicatrici del primo conflitto mondiale, senza riuscire a vedere che un secondo è già all’orizzonte.

Allo stesso modo, però, il libro trasuda di una tristezza che non abbandona mai il lettore: una nostalgia straziante che accompagna la lettura anche di coloro che non conoscono a priori la storia di Simone De Beavoir.

Nella figura di Andrée la scrittrice dipinge i lineamenti di Elisabeth Lacoin, affettuosamente chiamata Zaza: amica d’infanzia morta precocemente nel 1929.

La morte di Zaza avrebbe lasciato un segno indelebile nella mente della scrittrice: scavò incubi e quel terribile senso di colpa dei sopravvissuti.

Ed è di questo dolore che è pieno Le Inseparabili, finendo col prendere le sembianze di uno scritto buttato giù per cercare di mandare vie le ombre di un’assenza che non ha mai davvero abbandonato la De Beauvoir.

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