Vittorio Feltri dice la sua sui Napalm Death

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Vittorio Feltri e Mark Greenway, il cantante dei Napalm Death
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Il direttore di Libero parla dello storico gruppo grindcore

“È come se vi chiudessero a tradimento in una scatola di lamiera e una dozzina di energumeni molto motivati ci picchiassero sopra con delle sedie“. Queste le parole con le quali il sempre pittoresco Vittorio Feltri apostrofa i Napalm Death. Gruppo che, come sanno gli appassionati, ha fatto la storia dell’heavy metal con uno stile appunto brutale e violento. Cosa c’entra il direttore di Libero con la band, direte voi? In realtà nulla, perché il commento compare semplicemente in un articolo dedicato dal giornalista all’attuale allenatore del Verona, Ivan Jurić. La passione dell’allenatore per la musica metal, dice Feltri, è appunto l’unica cosa su di lui che lo “lascia perplesso”.

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Arriva a dire, il giornalista, che il metal è “quanto di più esecrabile le mie orecchie abbiano mai subìto”. Specifica, però: “Sarà una questione di generazione” e tornando all’argomento calcio chiude il commento dicendo: “Almeno forse ho capito come ci si sente a uscire dal campo quando il Verona è in vena mentre tu pensavi di andare a portare via tre punti”. Chiaro che si tratta di una sparata, dai toni tra l’altro stranamente contenuti per la media di Feltri. Le sue parole non sono, quindi, da prendersi sul serio (cosa che non andrebbe fatta mai, del resto). Noi che il metal lo conosciamo e lo apprezziamo, sappiamo che i Napalm Death fanno ben più di quanto descritto.

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