LIBERATO: il marketing e la costruzione del mito

LIBERATO
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LIBERATO è il risultato di una riuscitissima manovra.

A due anni di distanza dal suo esordio è fondamentale cogliere la portata innovativa della sua figura e del modo in cui è stata costruita. Innegabilmente è il fenomeno musicale del momento, e chiedersi il perché ci permette di riflettere sulla sua reale unicità nel panorama musicale italiano. Parlare di LIBERATO non significa infatti limitarsi a tracciare una parabola artistica, ma analizzare un vero e proprio fenomeno sociale, strutturato ed organico.

La sociologia della musica, e della cultura contemporanea in generale, hanno trattato la musica e i rapporti di produzione che la circondano su diversi livelli. Tra i tanti è particolarmente interessante considerare l’aspetto performativo della musica, che ha come presupposto l’unicità connaturata al fenomeno musicale.

LIBERATO, dal punto di vista performativo, rappresenta un’anomalia.

In primo luogo perché dal suo esordio ha tenuto solamente quattro live.
Riducendo al minimo i suoi interventi pubblici, ha amplificato all’ennesima potenza l’irripetibilità di questi eventi. Nella costruzione di un rapporto con il proprio pubblico interfacciarsi in maniera diretta è indispensabile, poiché crea quel legame di corrispondenze e legami profondi che permettono all’ascoltatore di riconoscersi. Un processo di identificazione che però presuppone due identità: il musicista e il pubblico. Non rappresentando LIBERATO un’identità, questa relazione non può e non deve crearsi.

L’altra grande faccia della sociologia della musica ha trasportato le riflessioni del materialismo storico di matrice marxista al mercato musicale. La musica diventa un complesso organico di servizi e prodotti che mettono sempre in relazione l’artista con il suo pubblico, ma attraverso altri canali. La riproducibilità tecnica della musica ne ha stravolto i paradigmi di fruizione, e oggi più che mai si presentano un ventaglio di possibilità impensabili fino a pochi decenni fa.

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LIBERATO esprime la sua essenza proprio attraversi questi canali.

Basta pensare che il suo album LIBERATO non è stato commercializzato in forma fisica.

(EDIT: Il disco è uscito su supporti fisici il 13/05/2019: resta comunque il primato dei canali digitali).

Uno dei suoi pezzi più famosi, Nove Maggio, è il maggior rappresentante della mitologia web che si è creata intorno alla sua figura. Un motivo ricorrente nella sua giovane carriera, dato che il nove maggio del 2018 è stato protagonista del suo concerto più importante a Napoli, e che il nove maggio di quest’anno è uscito il suo nuovo album su Youtube e tutte le principali piattaforme di streaming. Alle 23:59 per essere precisi, coronando le simbologie numeriche accuratamente studiate.

Liberato

Il picco nel grafico, che raccoglie i dati di ricerca su Youtube, è chiaramente in corrispondenza dell’uscita dell’album. Si può notare come in corrispondenza del nove maggio sia aumentato l’interesse nei confronti dell’artista, come se il pubblico fosse in attesa di qualcosa che poi effettivamente si è realizzato. La capacità di creare hype e cavalcarlo senza nessun annuncio è il più grande traguardo centrato dal progetto LIBERATO. Quindi cos’è precisamente LIBERATO?

Il suo album ce ne spiega bene la natura miscellanea.

Ai cinque pezzi che già conoscevamo se ne aggiungono altri cinque che proseguono l’opera di svecchiamento del neomelodico napoletano, unito a tante altre suggestioni musicali. Ad accompagnare i cinque inediti una mini-serie di chiara ispirazione nouvelle vague dal titolo Capri Rendez Vous. I paesaggi partenopei, visivi e musicali, diventano il riferimento contenutistico ed estetico di un’operazione che sembra quasi una brandizzazione di Napoli. La poesia evocata da questi ispirati cortometraggi ha il sapore di una reclame d’autore, di una pubblicità ben studiata e ben girata.

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In fondo, è LIBERATO stesso ad essere un’ampia campagna pubblicitaria. LIBERATO non è un’artista, è un marchio, un’etichetta che raccoglie un progetto musicale buono ed originale, che però passa in secondo piano rispetto alle meccaniche che ne determinano il successo. Una pubblicità di se stesso che passa attraverso vari marchi, giri monetari accessori a quello che è l’ormai enorme brand LIBERATO. Basta pensare al merchandising Converse ufficiale, o al post di Facebook di Amaro Lucano, che partecipò come sponsor al live di Napoli.

Liberato

LIBERATO rappresenta, quindi, il suo pubblico.

E qui si coniugano i poli della riflessione. Pur mancando al progetto la volontà di relazionarsi in maniera diretta col pubblico, LIBERATO rappresenta alla perfezione i suoi ascoltatori. Incarna alla perfezione il pubblico senza volto dello streaming musicale, massificato ad ogni livello, che per essere mantenuto attento ha bisogno di quell’iniezione di mistero e imprevedibilità che solo il nostro cantante col cappuccio poteva realizzare così compiutamente.

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