Un Piccolo Favore: la recensione della Black Comedy con Blake Lively

"I segreti sono come la margarina: facili da spalmare, dannosi per il cuore." Stephanie Smothers - Anna Kendrick

Un Piccolo Favore
Condividi l'articolo

Thriller, commedia nera, una scorza d’horror e 2 improbabili amiche, mescolate e non shakerate. Questa la ricetta di un cocktail praticamente perfetto, dal titolo Un piccolo favore (A simple favor), al cinema dal 13 Dicembre.

Un piccolo favore, adattamento per il grande schermo del best-seller firmato Darcey Bell, è il nuovo film di Paul Feig. Dopo un esperimento ardimentoso e fallimentare come il reboot di Ghostbusters (2016) Paul Feig ha giustamente puntato su uno script a prova di bomba, realizzato da Jessica Sharzer (producer e sceneggiatrice della serie American Horror Story). E se non è abbastanza: basterà aggiungere 2 interpreti del calibro di Blake Lively (Gossip Girl, Café Society) e Anna Kendrick (Pitch Perfect) perché il mix diventi esplosivo.

Un Piccolo Favore

Un piccolo favore è la storia di una donna dal carisma apparentemente irresistibile, Emily Nelson: variante criminale di Blake Lively, come sempre splendida, anche al massimo della crudeltà. Emily è un caso esemplare di sociopatica, del tutto priva di empatia. La classe assoluta dei suoi outfit, la serie infinita dei suoi impegni improrogabili, avranno sulla povera Stephanie Smothers lo stesso effetto di un incantesimo. Tra le due donne c’è una barriera antica come il mondo: la vedova, casalinga e vlogger Stephanie è una donna del pianeta Terra, carina e decisamente volenterosa. Sul versante opposto c’è l’Iperuranio: una super-modella, con un super-lavoro da dirigente, caduta non si sa come tra i mortali.

LEGGI ANCHE:  Captain Marvel ribalta i ruoli a suon di esplosivi fotoni: e vince la scommessa

Tra l’alleanza e la guerra di queste 2 mamme, che s’incontrano all’asilo e passano subito  a chiacchiere, Martini e rivelazioni di segreti indicibili, c’è davvero una Black Comedy di tutto rispetto. Nella trama del film non mancano, infatti: omicidi, tradimenti, sparizioni, scambi d’identità e molto altro ancora.

Un piccolo favore presenta così una struttura serrata e una serie di plot-twist senza tregua, che rovescia e rimescola costantemente le carte. La Buona è cattiva e la Cattiva è buona, finché non conviene ammettere che si tratta di etichette arbitrarie, da interpretare con una certa ironia.

Un Piccolo Favore

La vera cattiveria sarebbe rivelare anche un solo dettaglio in più sulla sinossi: Un piccolo favore è un film che resta costantemente 3 passi avanti allo spettatore, per stupire fino ai titoli di coda.

E se davvero l’avanguardia del Girl Power, del movimento #metoo e di una certa idea di Pari Opportunità, al cinema si trova nella categoria “Female Buddy Movie”Un piccolo favore è un grande esempio di questo macro-genere.

LEGGI ANCHE:  Soldado, la Recensione del Sequel di Sicario diretto da Stefano Sollima

In questo caso, la coppia di “buddy” formata da Blake Lively e Anna Kendrick vince a mani basse: un duo che sa essere comico, ma anche diventare violento, generando insolite svolte di genere horror e thriller. Molti spettatori troveranno dei punti in comune con Gone Girl – L’amore bugiardo: ma il nuovo film di Paul Feig è troppo eclettico per esaurirsi nel paragone con un’opera pienamente drammatica.Al contrario, in un’era dominata da remake, reboot e biopic, Un piccolo favore è un film originale, che garantisce insano, moderno intrattenimento.