Conan: recensione di Existential Void Guardian

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Quinta fatica in studio per i Conan, quinta martellata nelle gengive.

Conan sono tornati. E come l’eroe cimmero da cui prendono il nome, siedono sul trono di Re dei barbari, contemplando con viso roccioso e impassibile la scia di cadaveri ottenuta per averlo.

Con pochi fronzoli e tanta violenza, il trio inglese si è imposto di prepotenza come una delle colonne portanti della scena Stoner/Doom. Con quattro album all’attivo e dodici anni di carriera alle spalle, i Conan tornano in battaglia con questo pesantissimo Existential Void Guardian. E anche stavolta, niente prigionieri.

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Il Disco

I primi due brani, Prosper on the Path Eye to Eye to Eye partono con una melma di feedback e riverberi. Spietatamente e metodicamente, i riff tonanti martellano il terreno come una carica di elefanti. Insomma, i classici Conan. Amidst the Infinite Eternal Silent Legend continuano su questa strada; sette minuti a testa di chitarre in down tuning, beneficiate dalle urla acide del bassista Chris Fielding e un muro invisibile di delay e riverberi.

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Parecchi fan avevano storto il naso nel precedente Revengeance, per via delle sperimentazioni tempistiche del trio su campi inesplorati come punk e hardcore.
La terza traccia, Paincantation, sfocia addirittura nel powerviolence. 54 secondi di blast-beat delicati come una sabbiatrice in pieno volto. Seppur in forma più “tranquilla”, il pedale torna sull’acceleratore anche per Volt Thrower.

Se già il colosso dal passo lento e potente fa paura, a tutta velocità diventa terrificante.

Infine, la prima traccia resa disponibile all’ascolto, Vexxagon, è anche la più brutale, e conferma la versatilità della band su ogni campo suonabile, basta che sia estremo.
L’apertura urlante “Is this the End of Days?”, i riff pesantemente distorti e la batteria soffocante come un rullo compressore schiacciano la testa dell’ascoltatore in una morsa dalla quale è veramente difficile riprendersi.

In Sintesi

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C’è veramente poco da aggiungere: il 2018 è l’anno del Doom, e i Conan si prendono senza sforzo un posto tra i migliori dischi pubblicati quest’anno. Paradossalmente, Existential Void Guardian è l’album di più facile ascolto per chi si avvicina la prima volto al trio britannico; La breve durata e i ritmi (leggermente) più spediti possono aprire la strada per un successivo ascolto di quella gemma che è Horseback Battle Hammer.

PER CROM!

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