Twin Peaks 3 Recensione 03×06

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Questa 6° puntata della stagione ci rivela il lato tenebroso della cittadina di Twin Peaks, mostrandoci come a distanza di anni il male non se ne sia mai andato, pur assumendo nuove forme e volti. Procedendo lentamente nella narrazione, vediamo essere introdotti nuovi e storici personaggi, aumentando i nessi al prequel della serie (Fuoco cammina con me) ma alimentando allo stesso tempo i nostri interrogativi.

Avanzando con ordine, ritroviamo lo spaesato Dougie/Cooper esattamente dove lo abbiamo lasciato, assieme ai sui “fascicoli del caso” consegnatigli dal suo capo. Dopo l’ennesimo avvertimento di MIKE che esorterà l’agente a non morire ed a svegliarsi dal suo stato catonico, il buon Dale difronte ai fascicoli attiva il suo “quinto senso e mezzo”, che gli illumina dei punti nei fogli, che lui delinea e unisce con una penna. Quelli che inizialmente sembrano essere solo scarabocchi, li vediamo diventare poi di rilevante importanza per chi glie li ha commissionati (forse collegati all’accusa fatta al collega nel precedente episodio).

Nel mentre, grazie alla storyline dell’impaziente Albert, viene finalmente dato un volto allo storico e iconico personaggio di Diane (interpretata da Laura Dern), la segretaria del nostro Dale Cooper, alla quale quest’ultimo inviava costantemente le sue registrazioni vocali. Sebbene non era mai stata mostrata in volto fino a quest’ultima puntata, la sua presenza probabilmente si rivelerà fondamentale nei prossimi episodi.

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A Twin Peaks invece lo scatenato Richard Horne ha un inquietante incontro con una nuova banda di trafficanti di cocaina appena giunta in città, capeggiati dal grottesco Red (Balthazar Getty) che ci ricorda a tratti lo psicopatico Frank Booth di Velluto Blu, intimidendo con avvertimenti e giochi di prestigio il giovane spacciatore.

Sempre nella cittadina viene poi introdotto, attraverso una drammatica sequenza, il ritorno di Carl Rood (un grandissimo Harry Dean Stanton). Propietario del campeggio di roulotte, già conosciuto nel prequel Fuoco cammina con me, da ragazzo scomparì nei boschi della cittadina. Lo vediamo assistere alla morte di un bambino investito dall’incocainato Richard, frustrato e mortificato di ritorno dall’incontro avvenuto poco prima con Red. Sopraggiunto sul luogo dell’incidente, Carl, nota una piccola fiamma (l’anima del ragazzo appena deceduto) salire in cielo per scomparire poi tra i tralicci di un palo della luce.

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Nel mentre, nella stazione di polizia, il vice sceriffo Hawk risolve finalmente l’indizio sul suo retaggio datogli dalla Signora Ceppo, ritrovando dei fogli (che dovrebbero teoricamente contenere degli indizi sul nostro buon Dale) all’interno di una porta del bagno proprio grazie all’etichetta affissa sopra di questa, rappresentante la faccia di un indiano.

Infine ci viene mostrato Duncan Todd nel suo solito ufficio, ricevere un messaggio al computer, e subito dopo aprire una cassaforte prelevando da essa una lettera sigillata, facendo attenzione nel non lasciare impronte digitali. La stessa lettera viene recapitata in un motel, nella stanza di un nano, chiamato Ike “the Spike” Stadtler, che ci mostra il contenuto di essa: due foto con annessi indirizzi, una raffigurante il nostro Dougie/Cooper e una di Lorraine (la mandante dei due killer visti nei precedenti episodi). Quest’ultima la vediamo poi morire proprio per mano del nano, che armato di un cacciavite la uccide brutalmente assieme alle colleghe testimoni, accompagnato in sottofondo da una musica Hip Hop.

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Addentrandosi sempre di più nella storia, ci vengono rivelati dettagli che allo stesso tempo pongono altri quesiti, come ad esempio il nome di Linda e Richard nominati entrambi in questa puntata e protagonisti della profezia dettata dal Gigante nel primo episodio. O ancora il palo della luce già comparso nel film prequel e segnato con una sequenza di numeri (6-324810), che alla morte del giovane ragazzo, emette strani suoni elettrici (come già detto nel precedente articolo, l’elettricità è un elemento che ritorna spesso nella serie connesso agli spiriti). Ogni secondo di questa serie condensa aspettative sempre più ampie anche se accompagnate da qualche dubbio. Noi rimaniamo comunque nell’attesa che, qualche parola chiave, qualche ricordo, possano risvegliare il buon vecchio mangia ciambelle che tutti vogliamo rivedere.

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