La nostra recensione di Tron: Ares, terzo capitolo della saga sci-fi cult con Jared Leto protagonista nell'eterna lotta tra umani e tecnologia, con qualche interessante sfumatura.
A quindici anni di distanza dal secondo capitolo, Tron: Legacy, arriva finalmente Tron: Ares, il terzo film dedicato ad una saga forse fin troppo sottovalutata. Terzo film e terzo cambio di regia, stavolta tocca a Joachim Ronning a portarci in un modo virtuale che assottiglia sempre di più la distanza col mondo reale. Un film carico di spunti e buone idee ma che al tempo stesso sembra volersene distanziare. Nonostante ciò, sarà difficile staccare gli occhi dallo schermo e battere il piede a terra a ritmo di musica.
Tron: Ares, la Trama
Appurata l’esistenza di un mondo virtuale e senziente, ecco che arriva Ares ad avvisarci di una minaccia incombente per la razza umana. Da un lato la solita Dillinger e i suoi scopi quantomeno rivedibili. Dall’altro la Encom, che scopre una nuova tecnologia per aiutare il mondo a vivere meglio. Stavolta il centro di tutto sarà il Codice Permanence, che permette ai programmi di vivere nel mondo reale ben oltre i 29 minuti. In questo contesto, Ares si rileva un’arma potente per distruggere, se cade nelle mani sbagliate.
Tron: Ares, la Recensione
In un’ideale top ten di film sottovalutati, sicuramente va inserito il primo Tron, un film del 1982 forse fin troppo d’avanguardia per quei tempi. A rivederlo ora, nel pieno di una quarta rivoluzione industriale a base di intelligenze artificiali, sembra quantomai attuale, anche e soprattutto per un discorso legato alle IA e a quanto possano influenzare le nostre capacità decisionali. Da Tron in poi, anche relativamente al linguaggio cinematografico, c’è stato un cambiamento radicale, diventando quasi il film anno zero del cinema digitale.
A quasi quarant’anni da primo film, con un rivedibile sequel in mezzo, si torna in quel mondo, dove il cinema digitale è la prassi, dove la CGI ha sostituito il wireframe che tanto rese cult il primo Tron, che avrebbe meritato molto più successo di molti altri film sci-fi. Chiudendo la sterile polemica sul nascere, Tron: Ares ci porta in un nuovo contesto, ampiamente abusato dal 1982 ad oggi, che è quello dell’eterna e moderna lotta tra uomo e macchine. Se in Matrix toccava all’Eletto Neo salvare il salvabile, in un mondo soggiogato dalla Matrice, in Tron: Ares il punto si sposta su altro.
Di esempi ce ne sono a bizzeffe, tra tutti il terribile Hal 9000 e la sua potenza decisionale che va contro l’essere umano: l’incubo 2.0 di oggigiorno. Tentando di voler toccare il sole proponendo un tema più complesso, Tron: Ares tocca il sole e capitola giù in un vuoto cosmico, tra un colpo al cerchio e uno alla botte senza mai voler prendere una posizione. Probabilmente non vuole neanche farlo, ma determinate premesse devono giungere ad un’inevitabile conclusione.
Eppure, sebbene gli evidenti difetti di scrittura, Tron: Ares ci porta dentro un mondo spettacolare, dove la regia di Ronning indugia sulla spettacolarità delle immagini, restituendoci un action visivamente impeccabile. Cosa non scontata se andiamo a considerare una filmografia che vede un pessimo capitolo de I Pirati dei Caraibi e il sequel di Maleficient. A dare una grandissima mano, oltre ad un Jared Leto perfettamente calzante nella parte amorfa di un supersoldato, sono le musiche dei Nine Inch Nails, riuscendo a dare un tocco ancor più bello al film.
Accadde una cosa analoga anche in Tron: Legacy, con i Daft Punk unica nota positiva in un film abbastanza mediocre, per non dire pessimo. Qui però, Trent Reznor, uno che di colonne sonore sa il fatto suo, e compagnia industrial a seguito, sfornando un vero film nel film, coinvolgendo ancor di più lo spettatore e innalzando la qualità delle scene action e non che caratterizzano un film che non passerà di certo alla storia ma che resta godibile dall’inizio alla fine.
Cast
Jared Leto: Ares
Greta Lee: Eve Kim
Evan Peters: Julian Dillinger
Jodie Turner-Smith: Athena
Jeff Bridges: Kevin Flynn
Gillian Anderson: Elisabeth Dillinger
Trailer
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