Il terrificante episodio di X-Files scritto da Stephen King che nessuno ricorda

King
Condividi l'articolo

Molti non lo ricordano, ma Stephen King scrisse il soggetto di questo episodio di X-Files, andato in onda nel 1998 e intitolato “Chinga”. E ovviamente, manco a dirlo, è parecchio inquietante

1998: Stephen King è già considerato il re dell’horror, dato che la maggior parte dei suoi capolavori – Carrie, IT, Misery, Salem’s Lot, The Stand – hanno molto segnato la cultura popolare nei decenni precedenti e fatto appassionare milioni di lettori. Queste le credenziali con cui, in quell’anno, lo scrittore chiede di poter essere l’autore di un episodio di X-Files.

La serie, iniziata nel 1993, è in effetti non distante dal tipo di narrativa di cui si occupa King, anche se di solito più incentrata su una vena noir e dark che sull’horror vero e proprio. Gli agenti Fox Mulder e Dana Scully si occupano degli X-Files, casi irrisolti negli archivi FBI che spesso coinvolgono inspiegabili fenomeni paranormali.

Come questo: in una cittadina marittima del Maine – e dove sennò – avvengono strani e misteriosi incidenti, nei quali le persone sembrano togliersi la vita da sé spinte da una forza nascosta. Solo una donna, Melissa, e la sua bambina, Polly, sembrano immuni dall’incantesimo. Scully, che si trova lì per puro caso in vacanza, si mette a indagare.

LEGGI ANCHE:  Stephen King e l'improbabile serie televisiva su Shining che non avete visto [VIDEO]

Non sapendo che pesci prendere fa quello che le viene da fare d’istinto, e cioè telefonare al collega Mulder. Il quale, come da copione, suggerisce presto come la forza misteriosa possa essere frutto di stregoneria. Melissa viene sospettata di tale pratica, e in un secondo momento sembra che sia invece la bambina, Polly, a far accadere cose terribili a chi non le va a genio.

Ma la verità viene presto svelata: la bambola che Polly porta sempre con sé, Chinga, è stata pescata in fondo al mare dal padre pescatore della bambina – morto infilzato da un gancio sulla sua barca. La bambola è malevola e reca con se una maledizione, che scatta ogni volta che apre gli occhi e parla.

Scully è come al solito restia a credere a una realtà del genere, ma alla fine deve suo malgrado ammettere che l’orrore è causato proprio dalla bambola: e interviene risolutamente, dopo altre morti e tanto sangue, infilandola nel microonde e “uccidendola”. Ma non è la fine: pur bruciata, la bambola viene ripescata dal mare ancora una volta, segno che la sua maledizione potrebbe continuare.

LEGGI ANCHE:  IT Capitolo Due è già in lavorazione, pronto per il 2019

L’episodio si incentra sul classico motivo del “giocattolo posseduto” – viene subito in mente in buon vecchio Chucky – ma premendo molto anche sui conflitti e sulle voci nella tranquilla cittadina, che fino all’ultimo impediscono di riconoscere l’orrore per quello che è. King, come sempre, fa emergere i segreti e le inquietudini di una comunità apparentemente “normale”.

Un altro tema centrale dell’episodio, non raro, è il rapporto tra Mulder e Scully: lei come di consueto cerca una spiegazione razionale a quanto avviene, ma è costretta a ricorrere alle “credenze” di lui, e alla sua consulenza, nel ricercare una verità che, ancora una volta, resta invisibile in una zona grigia. Non sarà mai possibile dimostrare che la bambola era davvero posseduta, ed è questa forse la parte che mette davvero paura.

Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp