Parla Michael Keaton
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Durante il gala per il 50° anniversario dell’Investigative Reporters and Editors (IRE), svoltosi lunedì sera, Michael Keaton ha reso omaggio al defunto attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso il 10 settembre in un campus universitario nello Utah. Nel corso della serata, diversi ospiti hanno riflettuto sulla crescente ondata di violenza armata negli Stati Uniti e sull’impatto che questa ha sul dibattito pubblico.
Prima di entrare nel vivo della questione, vorrei dire che, nonostante io probabilmente, non probabilmente, abbia dissentito da molte delle cose che ha detto, Charlie Kirk lascia due figli e una moglie. Dovete ricordarvelo – ha detto Michael Keaton
L’attore ha poi condannato la violenza che ha portato alla morte del giovane attivista:
Perché alla fine sparare alla gente non servirà mai a niente, e l’ironia che lui sia stato ucciso con un’arma da fuoco è incredibile.
Michael Keaton non è stato l’unico a intervenire sull’omicidio di Kirk. Anche Scott Pelley, giornalista di “60 Minutes” e presentatore della serata, ha ricordato la tragedia durante il suo discorso di apertura:
Charlie Kirk è stato assassinato per mettere a tacere il suo discorso e tre mesi prima, l’ex presidente della Camera del Minnesota Melissa Hortman e suo marito Mark sono stati assassinati per mettere a tacere il loro discorso.
Pelley ha sottolineato come Kirk fosse una figura polarizzante:
Molti ammiravano Kirk; molti no. Il suo motto era ‘Dimostrami che mi sbaglio’. Per alcuni, quella frase era controversa, persino sprezzante. Ma l’idea di fondo era: porta le prove e discutiamone.
Il giornalista ha poi concluso con un richiamo alla libertà di espressione:
Che siate d’accordo con le idee di Kirk o con quelle di Hortman, i loro omicidi, il loro silenzio è un segno del Primo Emendamento.
Che ne pensate?