I peggiori film del 2025 (finora) – CLASSIFICA

I peggiori film dei primi sei mesi del 2025 sono titoli ben noti e annunciati come flop ancor prima della loro uscita, ma non mancano le sorprese.

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Quali sono i peggiori film dei primi mesi del 2025? Nonostante siamo appena arrivati al giro di boa dell’anno in corso, è evidente come già ci siano dei candidati a questo per niente ambito premio annuale. Ne abbiamo scelti cinque per voi, aperti ad altri suggerimenti da parte vostra. Ecco i peggiori 5 film dei primi mesi del 2025! Buona lettura!

5. Captain America – Brave new world

In questo panorama di alti e bassi, un titolo emerge per la sua capacità di non affondare completamente, pur senza spiccare il volo: stiamo parlando di Captain America: Brave New World. Non è certo il capolavoro che i fan del Marvel Cinematic Universe sognavano, né un film destinato a riscrivere le regole del genere, ma si posiziona come un onesto “mediocre ma guardabile”.

La trama di Brave New World ci catapulta nell’era post-Steve Rogers, con Sam Wilson (Anthony Mackie) che indossa finalmente il manto e lo scudo di Capitan America. Il film esplora le sfide che Sam deve affrontare per definire il suo ruolo di simbolo in un’America complessa e divisa, alle prese con nuove minacce globali e intrighi geopolitici che coinvolgono figure di spicco, tra cui il Generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross (Harrison Ford), ora Presidente degli Stati Uniti.

Le sequenze d’azione sono ciò che ci si aspetta da un film Marvel: ben coreografate, con un ritmo sostenuto e un pizzico di spettacolarità, sebbene a volte possano risultare prevedibili. La narrazione tenta di toccare temi importanti come la fiducia nelle istituzioni e l’identità nazionale, ma lo fa con una certa leggerezza, senza approfondire realmente le questioni che solleva.

Allora, perché considerarlo il “meno peggio” tra le uscite più discusse di quest’anno? Nonostante le sue criticità – una sceneggiatura che a tratti sembra mancare di mordente, dialoghi che non sempre brillano e una prevedibilità di fondo che non sorprende più – Brave New World riesce a mantenersi a galla. Il film non crolla sotto il peso di un’ambizione eccessiva e mal gestita, né si perde in una confusione narrativa che rende la visione un’esperienza faticosa. Non genera quel senso di fastidio o di profonda delusione che altre produzioni sembrano aver instillato nel pubblico.

Captain America: Brave New World è, in sintesi, un blockbuster funzionale. Offre un livello di intrattenimento di base, con alcune sequenze d’azione degne di nota e una familiarità rassicurante per gli affezionati del MCU. Non sarà il film che verrà ricordato per la sua originalità o la sua profondità, ma in un anno dove il panorama cinematografico ha presentato sfide inaspettate, un film che si limita a fare il suo dovere, pur senza eccellere, può quasi essere visto come un sollievo.

Captain America Brave New World 04

4. Fountain of Youth

Fountain of Youth di Guy Ritchie non riesce a sottrarsi al giudizio impietoso. Sebbene non tocchi le vette abissali di altri titoli, si posiziona saldamente nella fascia bassa, dimostrando come anche un regista dal talento indiscusso possa inciampare sonoramente quando la brillantezza viene a mancare.

La trama segue due fratelli, interpretati da John Krasinski e Natalie Portman, in una disperata corsa per scovare la leggendaria Fontana della Giovinezza. Un’idea intrigante sulla carta, che però si trasforma ben presto in un pretesto per una serie di inseguimenti ed espedienti narrativi già visti. Le aspettative erano alte, considerando il marchio di fabbrica di Ritchie: montaggio frenetico, dialoghi pungenti e un’irriverenza di fondo.

Purtroppo, in Fountain of Youth, queste caratteristiche appaiono come una pallida imitazione di sé stesse. Il montaggio è sì dinamico, ma spesso caotico, i dialoghi cercano di essere spiritosi ma risultano forzati, e l’azione, pur presente, manca di quella scintilla che la renderebbe memorabile. Sembra quasi che il film si affidi più al prestigio del suo regista che a una vera e propria ispirazione.

Il film non arriva a essere inguardabile. Non è un’offesa all’intelligenza dello spettatore né un’esperienza frustrante in ogni suo minuto. Riesce a mantenere una parvenza di coerenza narrativa, anche se la storia è debole e prevedibile. La delusione deriva proprio dal sapere che Guy Ritchie è capace di ben altro; questo film appare come un compitino svolto senza passione, un’opportunità clamorosamente sprecata che lascia l’amaro in bocca più per il potenziale inespresso che per l’effettiva rovina artistica.

In definitiva, Fountain of Youth è un prodotto fiacco, che scivola via senza lasciare traccia. Non un disastro totale, ma certamente un passo falso significativo che conferma come anche i grandi nomi possano, a volte, confezionare opere dimenticabili. Tanto basta per essere uno dei peggiori film dei primi mesi del 2025.

Fountain of Youth Ilk Fragman Guy Ritchie

3. The Electric State

The Electric State si posiziona come uno dei peggiori esempi di come un budget elevato e nomi altisonanti possano non bastare a salvare un film privo di anima e direzione. Questa pellicola non è semplicemente “non buona”, è un vero e proprio spreco di risorse, un agglomerato di scelte sbagliate che rasenta l’inguardabile.

La trama segue la giovane Michelle (Millie Bobby Brown) in un futuro distopico, mentre cerca il fratello scomparso in un’America post-apocalittica popolata da robot e rovine. Un concept che sulla carta potrebbe avere un suo fascino, ma che nelle mani dei registi si trasforma in un pasticcio narrativo. La pellicola è un susseguirsi di eventi scollegati, personaggi che appaiono e scompaiono senza logica apparente, e un’atmosfera che oscilla tra il pretenzioso e l’involontariamente comico. Le ambizioni visive, pur essendo evidenti, si traducono in un eccesso di CGI che spesso risulta artificiosa e priva di impatto emotivo. Dialoghi imbarazzanti e interpretazioni che faticano a trovare una dimensione rendono l’esperienza ancora più gravosa.

Perché, allora, si classifica come così “severamente” peggiore, appena sopra i veri abissi di questa lista? The Electric State è un film che non riesce a giustificare la sua stessa esistenza. Non offre intrattenimento, non suscita emozioni e non veicola alcun messaggio significativo. È un’opera confusa e pretenziosa, che si prende maledettamente sul serio pur non avendo nulla di serio da dire. Il disorientamento che prova lo spettatore è palpabile, quasi fosse stato deliberatamente concepito per frustrare.

È un assemblaggio malriuscito di idee slegate, dove ogni singolo elemento sembra fuori posto, come un puzzle incompleto con pezzi di diverse scatole. Il risultato finale è un pasticcio ingombrante e costoso, un’occasione sprecata che lascia il pubblico con un senso di profonda insoddisfazione e, in alcuni casi, di vera e propria noia. Non è semplicemente mediocre; è proprio sbagliato, da ogni angolazione lo si voglia analizzare.

the electric state poster