Con l’arrivo di Dexter: Resurrection su Paramount+ in luglio, è il momento di riscoprire il buon vecchio Dexter. Se non avete ancora visto la serie cult con Michael C. Hall, ecco perché recuperare prima di subito!
Nel panorama delle serie TV che hanno segnato un’epoca, Dexter di Showtime occupa un posto di rilievo. Andata in onda per la prima volta nel 2006 e terminata nel 2013, la serie ideata da James Manos Jr. e tratta dai romanzi di Jeff Linsday è diventata un cult per svariate motivazioni.
Per esempio, per il modo in cui tratta contemporaneamente alla perfezione crime e psicologia, per la sua ironia nera, per il suo ottimo cast e per la riflessione sul disturbante concetto di giustizia del magnetico protagonista. Con l’arrivo su Paramount+ l’11 luglio della nuova Dexter: Resurrection è il momento giusto per riscoprire questa serie che merita almeno una visione nella vita.
Un protagonista atipico dal fascino oscuro e un ottimo cast
Il Dexter Morgan interpretato da Michael C. Hall non è il solito antieroe. È un ematologo forense della polizia di Miami e in contemporanea un serial killer, ma non uno qualunque. Dexter uccide solo gli altri assassini che sono sfuggiti alla giustizia. L’impulso irresistibile a uccidere è derivato dal trauma nell’aver visto assassinare sua madre da bambino, davanti ai suoi occhi.
Guidato da un rigido codice insegnatogli dal padre adottivo ex-poliziotto, Harry, il protagonista rappresenta la tensione costante tra il bisogno di uccidere e il tentativo di canalizzare quel bisogno verso uno scopo morale. Questa costante ambiguità è ciò che rende la serie tanto affascinante: lo spettatore si ritrova ad empatizzare con un personaggio che di fatto è un assassino. L’opera mette di fronte ad una sfida etica continua, che gioca costantemente su un sottile filo tra giusto e malato.
Oltre che sul protagonista, la serie si appoggia su dei comprimari fantastici a partire dalla sorella Debra Morgan (Jennifer Carpenter) personaggio che è sempre sul limite di scoprire l’oscuro segreto del fratello mentre si barcamena con fidanzati sempre più strani. C’è poi tutto il resto del dipartimento di polizia, che è sempre perfetta cornice per gli avvenimenti, composto da Maria LaGuerta (Lauren Velez), Angel Batista (David Zayas) e Vince Masuka (C.S. Lee). Arrivando alla famiglia di Dexter, su tutti spicca la compagna Rita Bennet (Julie Benz), che man mano con l’avanzare della serie diviene sempre più il pendolo morale per il nostro protagonista.
Ogni stagione di Dexter è dotata di una struttura narrativa impeccabile, introduce nuove minacce e nuovi personaggi nella vita del protagonista che mettono in crisi il suo equilibrio precario. La scrittura alterna momenti di altissima tensione a riflessioni interiori (condotte dalla voce fuori campo) magistralmente. L’identità di Dexter è in costante pericolo, e questo tiene incollati allo schermo fino all’ultima puntata; aggiungiamoci colpi di scena imprevedibili ad ogni stagione e capite come una volta iniziata sarà impossibile non terminarla.
Tra i momenti memorabili spiccano la prima stagione con il celebre “Killer del camion frigo”, la seconda nella quale Dexter è messo maggiormente in difficoltà con la caccia al “Macellaio di Bay Harbor” e la quarta senza dubbio la migliore con antagonista lo straordinario “Trinity Killer” di John Lithgow. Nonostante il finale originale non sia all’altezza delle stagioni citate, resta un’esperienza narrativa intensa e originale.
Un’estetica tutta sua
La regia e la fotografia della serie, pur non puntando mai a virtuosismi visivi, riescono a restituire a modo loro un’estetica istantaneamente riconoscibile che a distanza di anni è riuscita a non invecchiare, ma anzi è divenuta iconica e d’ispirazione per le serie di questo genere. Memorabile la Miami dipinta qui, tanto luminosa quanto oscura nella sua intimità, che diviene spesso parte attiva della narrazione. L’uso dei colori, del contrasto tra bellezza esteriore e brutalità interiore diviene metafora perfetta dello stato emotivo del protagonista.
Dexter: New Blood e ora Resurrection passando per Original Sin
Nel 2021 a sorpresa è arrivato Dexter: New Blood, miniserie che ha cercato di dare una chiusura più coerente e soddisfacente alla storia, presentandoci un Dexter in esilio e il rapporto complesso con il figlio Harrison. Un epilogo amaro ma funzionale che ha riacceso l’entusiasmo dei fan. Nel 2024 abbiamo visto poi Dexter: Original Sin, una serie prequel molto carina che tramite un nuovo cast racconta le origini del protagonista.
Ora, con l’annuncio di Dexter: Resurrection, Showtime torna a puntare sull’iconico Dexter originale di Michael C. Hall, dandogli una nuova linfa. Staccato dalla sua amata Miami e calato nella Grande Mela, a New York, il nostro protagonista dovrà adattarsi a questa nuova realtà. La curiosità è alta e questo rende ancora più urgente recuperare la serie originale.
Conclusione
Dexter è una serie che ha anticipato molte delle riflessioni attuali sulla giustizia personale, la sorveglianza, la dipendenza e la doppia morale. Una storia che oscilla tra il thriller e la tragedia greca, dove il protagonista cerca di dominare il proprio “oscuro passeggero”.
Molto più di una serie crime, è un viaggio dentro la mente umana, un’indagine sul male e le sue giustificazioni. Offre uno sguardo spietato, con un tocco di ironia, sulla società e la giustizia senza mai dare risposte facili. E’ per questo che vale la pena vederla almeno una volta: ci costringe a guardare dentro di noi e a chiederci fin dove siamo disposti a spingere per accettare quel lato oscuro che bene o male tutti abbiamo.
Con il ritorno alle origini che ci aspetta con la nuova serie, non c’è momento migliore per tuffarsi nel mondo disturbante, intelligente e unico di Dexter Morgan.