Willy Wonka e l’inquietante origine degli Oompa-Loompa

Oompa-Loompa
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Gli Oompa-Loompa sono gli operai che lavorano nella fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Sembrano felici della loro attività, ma forse non sapete che dietro questi personaggi si nasconde una storia con risvolti inquietanti

Conosciamo tutti gli Oompa-Loompa: i folletti arancioni che lavorano nella celebre fabbrica di cioccolato di Willy Wonka e che sembrano esservi impiegati di loro volontà, portando a termine il lavoro con solerzia e senza lamentele; al limite, qualche canzoncina sottilmente ironica ma poco altro.

Eppure, l’origine dietro agli omini è tutt’altro che allegra e affonda in un certo retroterra razzista. Quando Charlie e la Fabbrica di Cioccolato, il romanzo di Roald Dahl, viene pubblicato nel 1964, c’è una certa riflessione sociale che trova posto tra le pagine. Infatti è il periodo in cui gli immigrati e i cittadini inglesi del New Commonwealth entrano nel mercato del lavoro.

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L’ansia nei confronti del classico spauracchio degli immigrati che “arrivano per rubare il lavoro” è espressa in una prima stesura della storia, nella quale gli Oompa-Loompa sono dei pigmei importati da Wonka “dalle più profonde e oscure parti della giungla africana”. E, va sottinteso, nella fabbrica lavorano praticamente come schiavi.

I folletti infatti hanno come paga solo dei semi di cacao, e in cambio sono in attività tutto il giorno, non possono lasciare la fabbrica e anzi sono confinati solo in determinate aree della struttura; persino, devono cercare di non farsi vedere. E poi, non vedono nemmeno una parte degli enormi guadagni che Wonka ricava dalla loro attività.

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Nel 1971, al momento di produrre il primo famoso adattamento della storia con Gene Wilder, i tempi sono per fortuna già più maturi e si decide presto che ritrarre gli Oompa-Loompa come schiavi africani non è per niente consono. Così vengono cambiati e lo stesso Dahl modifica la loro descrizione nelle edizioni successive del romanzo, più simili a quelli che conosciamo oggi.

Nel corso degli anni e con i vari adattamenti cinematografici l’immagine dei folletti si è evoluta e così la loro rappresentazione, di pari passo con i progressi etici della società. La loro prima descrizione appartiene ad altri tempi e rimane problematica, ma anche sintomo di un’epoca dalla quale (per fortuna) molte cose sono cambiate.

Fonte: CBR

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