Cos’è il Doomscrolling: ecco perché pensiamo sempre all’apocalisse

Doomscrolling
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Quello del Doomscrolling è un fenomeno che spiega l’impatto negativo che i media contemporanei hanno quotidianamente su di noi. Ecco di cosa si tratta

Doomscrolling: una malattia dell’era dei social

Il termine Doomscrolling è un neologismo diffusosi all’inizio degli anni ’20 e che indica più o meno letteralmente l’idea di “scrollare” tra le notizie, nel feed sul telefono, imbattendosi continuamente in letture e titoli apocalittici che richiamano catastrofi imminenti o future, se non la stessa fine del mondo.

L’espressione inglese “doom”, che indica un destino avverso e totale, si usa in questa parola composta per indicare il senso perenne di fatalismo che spesso ci coglie nel leggere le notizie e specialmente riguarda la generazione millennial, incastrata più delle altre in un flusso mediatico dagli effetti nefasti che filtra principalmente dai social. Non a caso, i millennial sono ironicamente anche detti “doomer”.

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Il confine tra informazione e intrattenimento

Nel fruire dell’informazione oggi siamo spesso più attirati da titoli che riportano notizie negative, perché per via di un bias il nostro cervello tende a soffermarsi più su ciò che non va, ciò che non funziona e che manca. Il famoso “bicchiere mezzo vuoto”, un’impostazione mentale che ci viene del resto anche dall’essere cresciuti nel sistema capitalistico, il quale ha come mira perenne rendere insicuri e insoddisfatti tutti i futuri potenziali acquirenti, fin dall’infanzia, affinché seguitino ad acquistare prodotti per sentirsi meglio.

Inoltre negli ultimi anni ci siamo abituati a una disponibilità sempre maggiore di forme d’intrattenimento che ci circondano ovunque, e per certi versi le news sono ora fra queste. Una news ci interessa molto di più se riporta fatti sconcertanti, controversi, preoccupanti e polemici, intrigandoci come potrebbe fare un film o un episodio di una serie tv.

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Anni ’20: il decennio dell’apocalisse

Le vicende che abbiamo vissuto nei primi anni del decennio – la pandemia, la cancel culture, il complottismo, l’invasione dell’Ucraina, la morte di George Floyd e l’attacco a Capitol Hill – concorrono tutte alla creazione di un clima di sfiducia e disagio alimentato da notizie che corroborano la preoccupazione costante attorno a questi e altri eventi e alle loro conseguenze.

In realtà, dietro ci sono meccanismi precisi come quello del clickbait – studiare un titolo appositamente per portare i netizen a cliccare a ogni costo – che sono però speculari spesso a una scarsa attenzione e uno scarso interesse di noi utenti, che sovente leggiamo solo i titoli stessi o appunto “scrolliamo” in fretta gli articoli leggendone magari solo le parti in neretto, e capendo la metà di quanto sta scritto.

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La distanza tra percezione mediatica e realtà

La fruizione delle notizie con un sistema di feed come questo comporta perciò la visione di singoli sprazzi di informazione che raramente viene approfondita, e si costituisce quindi in un quadro generale affrettato, superficiale e fantasioso che risponde anche a logiche narrative proprie del cinema, dei romanzi o della televisione. Un quadro che ci può presentare quindi un’idea di apocalisse imminente, ma che difficilmente corrisponde alla complessità della realtà e delle sue sfaccettature.

Ragion per cui il Doomscrolling, se esercitato quotidianamente, potrebbe alla lunga avere un effetto molto negativo sulla nostra salute mentale. Come reagire? Una cosa da fare subito potrebbe essere evitare di seguire canali, pagine o gruppi intensamente dediti ad informazione negativa, selezionando contenuti più accuratamente e in generale, per quanto possa sembrare un consiglio “da boomer”, cercando di stare meno sul telefono.

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Selezionare l’informazione e approfondire

Altra misura da adottare: quando un argomento genera timore eccessivo e fuori scala è bene approfondirlo, capirlo nelle sue sfaccettature e ridimensionarlo a un livello razionale. Per fare questo è necessario scegliere fonti affidabili a seconda del campo di interesse, ed evitare per esempio canali d’informazione di dubbia natura e soprattutto il “sentito dire”: informatevi sempre da voi.

Per certi versi il Doomscrolling è un fenomeno inevitabile nell’era di iper-informazione in cui ci troviamo ed è una delle conseguenze impreviste dell’avvento dei social. Ma d’altra parte vivere nella paura e nella preoccupazione costante a poco serve: dipende da noi selezionare l’informazione che vogliamo o, se ci occorre, tagliarla fuori del tutto.

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