Il Signore degli Anelli: perché l’amicizia tra Legolas e Gimli è una delle parti migliori della saga

Legolas
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Legolas e Gimli

Legolas e Gimli sono due dei personaggi in assoluto più memorabili della saga de Il Signore degli Anelli. La ragione è la stessa che li unisce: la loro incomparabile amicizia. Un legale tanto più forte perché improbabile, che sorge tra due popoli (gli elfi e i nani) di norma separati da una profonda ostilità, che ha radici antiche.

Ma il legame tra Legolas e Gimli è il perfetto esempio di come, nella saga fantasy come nella vita reale, la comprensione, il rispetto reciproco e l’agire costruttivo siano sempre le armi migliori per vincere contro il male. Laddove infatti Sauron, come tutti i villain, agisce creando discordia, insicurezza e odio, Gandalf lo combatte riunendo nella Compagnia dell’Anello la compagine più atipica che si possa pensare.

Un odio antico

Anticamente gli elfi erano i “primogeniti”, i figli prediletti di Eru Ilùvatar, il dio che creò il mondo; ma Aulë, uno degli altri dei del mondo di Tolkien, i Valar, gli disobbedì e creò per parte sua i nani; la discordia nata da questo gesto si tradusse in un disprezzo reciproco tra le due razze giunto fino all’era moderna, allorché ciascuna sostiene di essere più antica e nobile dell’altra.

I rari momenti di incontro tra i due popoli vengono segnati dalla constatazione di una grande distanza culturale, e non solo: come vediamo ne Gli Anelli del Potere, quando Elrond si ripresenta dall’amico Durin dopo settant’anni, per lui è passato pochissimo tempo. I nani sono profondamente invidiosi dell’immortalità degli elfi.

Morire con un amico

Legolas e Gimli sono in grado, ciascuno per parte sua, di superare queste antiche divergenze avendo un obiettivo in comune e più importante, infinitamente più importante delle loro beghe. Se Sauron vincesse ci rimetterebbe tutti: elfi, nani, umani, hobbit. Nell’adempiere al loro compito, entrambi quindi mettono il dovere e il senso di giustizia davanti a ogni altra cosa.

E nel proseguire il loro viaggio entrambi, pur se malvolentieri o in maniera scostante, iniziano a collaborare e poi a diventare autenticamente amici. La loro gara di uccisioni nella battaglia del fosso di Helm è rimasta nella storia, così come il famoso dialogo: “Chi pensava di morire combattendo fianco a fianco a un elfo? – E invece fianco a fianco con un amico? – Sì, questo potrei farlo”.

Un’amicizia rara

L’amicizia tra Legolas e Gimli non inizia con un abbraccio caloroso e un immediato riconoscimento reciproco. Al contrario, è un legame che si sviluppa gradualmente, superando non senza difficoltà le barriere e differenze che avrebbero potuto facilmente dividerli. La comprensione reciproca cresce durante l’epica ricerca dell’Anello, durante la quale condividono pericoli, vittorie e sconfitte.

La bellezza di questa amicizia risiede nella sua autenticità e nella sua rarità. Tolkien evita gli stereotipi facili, mostrando che l’amicizia può nascere anche tra coloro che sembrano destinati a essere avversari. Legolas e Gimli superano la diffidenza iniziale e imparano a rispettare e apprezzare le qualità uniche l’uno dell’altro; cosa che tutti dovremmo imparare o cercare di fare specie con chi è tanto diverso da noi.

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