Nope: l’attacco dello scimpanzé Gordy è ispirato a una storia vera

Gordy
Condividi l'articolo

Gordy è lo scimpanzé che in Nope compie una strage sul set di una sitcom. La parte più terrificante? Il suo attacco è ispirato alla storia vera della scimmia Travis

Nope e Gordy

Il momento in cui Gordy lo scimpanzé compie una strage sul set della sit-com di cui è co-protagonista è centrale in Nope, il geniale sci-fi horror di Jordan Peele. Un film dai molti significati, che ruota tutto attorno all’idea del vedere e dell’interpretare riflettendo in questo sulla natura stessa del cinema; ma non solo.

Nel film Ricky (Steven Yeun) è l’unico che da bambino è sopravvissuto alla strage compiuta dal primate, e si è convinto perciò di essere speciale e di poter comunicare e gestire animali ed esseri ostili. Ecco perché da adulto si illude di poter sfruttare l’alieno come attrazione di un grottesco parco divertimenti, salvo poi finirne comunque vittima.

Un animale addomesticato

Nella tragica parabola di Ricky si ravvisa un altro dei temi del film: non sempre ciò che non conosciamo può essere compreso, e in quanto umani sbagliamo anche a pensare di poterlo controllare. Infatti emerge come da bambino Ricky sia sopravvissuto all’attacco per puro caso, non perché speciale o migliore degli altri presenti, trucidati senza pietà.

La sequenza riguardante l’attacco dello scimpanzé ha lasciato perplessi molti spettatori ma funziona laddove, come sempre, Peele agisce per metafore e comunica più di quello che sembra con immagini astratte e apparentemente casuali. Ma non è tutto: e se vi dicessimo che il violento comportamento della scimmia è ispirato a una storia vera?

Travis lo scimpanzé

La storia è quella di Travis lo scimpanzé: un primate che è davvero apparso in televisione in diversi spot, incluso uno per Pepsi; acquistato dalla coppia Sandra e Jerome Herold, era stato cresciuto tra gli umani e si comportava con molta naturalezza. Era inoltre molto intelligente: a quanto pare sapeva aprire le porte anche con le chiavi, vestirsi, mangiare a tavola con il resto della famiglia.

Tutti quelli che lo conoscevano parlano di una scimmia perfettamente “ammaestrata”, innocua e spontanea, che non avrebbe mai fatto del male se non provocata; proprio come Gordy. Eppure un tragico incidente avvenne; anzi, ce ne furono due: il primo nel 2003, quando Travis si beccò, stando in macchina, una bottiglia vuota lanciata da un idiota a un incrocio. Inseguì lui e anche i poliziotti, ma non ci furono feriti.

L’attacco

Il secondo incidente è quello che tutti ricordano, e andò molto diversamente. Nel 2009 Charla Nash, un’amica di Sandra Herold, venne attaccata dallo scimpanzé con inaudita violenza. L’attacco fu dovuto probabilmente all’effetto dello xanax che stava assumendo per via della malattia di lyme di cui soffriva, oltre al fatto che la donna si presentò con un taglio di capelli e una macchina differenti dal solito.

Inoltre, pare che costei portasse con sé un giocattolo di Elmo, cosa che avrebbe contribuito a mandare la scimmia in confusione. In ogni caso, questo è quanto avvenne: Travis accecò la donna, le lacerò la faccia e iniziò a staccarle diverse parti del corpo. La Herold tentò di intervenire pugnalando Travis ma questo non fece che peggiorare la situazione.

Le conseguenze

Sandra Herold si chiuse in macchina e chiamò il 911. Si dice che le urla della scimmia si potevano udire nella registrazione della chiamata, mentre Sandra gridava riferendosi all’attacco: “La sta mangiando!”. Infine la polizia giunse sul posto e sparò a Travis, uccidendolo con non poca difficoltà. Lo scimpanzé ferito si trascinò all’interno della casa e fu infine ritrovato morto vicino alla sua gabbia.

Charla Nash sopravvisse all’attacco. Aveva perso nove dita, il naso, gli occhi, le labbra e la struttura ossea del suo volto era stata gravemente compromessa, con danni anche al cervello. Dopo numerose operazioni poté presentarsi in pubblico (da Oprah) con un viso parzialmente ricostruito, ma è rimasta non vedente da allora.

Fonte: ScreenRant

Continuate a seguirci su LaScimmiaPensa