Napoleon, le incongruenze storiche del film di Ridley Scott

Stanno facendo discutere le rielaborazioni storiche adoperate da Ridley Scott in Napoleon. Ma rielaborare la storia è davvero un errore?

Napoleon, joaquin phoenix
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In questi giorni è uscito in sala Napoleon, l’ultima fatica di Sir Ridley Scott, narrante l’ascesa e la caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato da Joaquin Phoenix(qui la nostra recensione). Sin dall’uscita dei trailer e delle clip , il film ha ricevuto non poche critiche, sia dagli storici che dal pubblico generalista attraverso il web, circa la corretta narrazione degli eventi e fatti storici.

Una critica sicuramente non nuova verso i film storici girati da Ridley Scott, il quale ha sempre, almeno negli ultimi 20 anni, piegato la storia al suo volere di narratore e al messaggio che gli interessava far recepire al pubblico. Ma sono davvero tutte incongruenze? Qual è il confine che si frappone tra rielaborazione ed errore quando si parla di storia nel cinema? Cerchiamo una risposta insieme.

ATTENZIONE: seguiranno SPOILER

Innanzitutto partiamo con il presupposto che Napoleon, più che ritrattare il grande generale ed imperatore, è molto più interessato ad offrire un’immagine dell’uomo dietro la feluca e la mente militare. Un uomo con una profonda fede nel destino che ne ha spesso distorto il giudizio nel prendere le decisioni, sia private che di Stato. Un uomo che aveva la capacità di essere allo stesso tempo spietato e magnanimo, razionale in pubblico quanto vittima dei propri istinti nelle questioni personali. Ora vediamo i fatti più contestati punto per punto

RIVOLUZIONE FRANCESE e L’ASSEDIO DI TOLONE: Il film inizia con la decapitazione, avvenuta il 16 ottobre 1793, in pubblica piazza(l’attuale Place de la Concorde) di Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI ed ultima regina di Francia dell’ancien regime. Tra il pubblico festante, Scott ha inserito anche la figura di un giovane Napoleone, all’epoca diventato capitano d’artiglieria e tenente colonnello dei volontari da un mese(17 settembre).

Stando agli scritti di David G. Chandler, il più autorevole studioso inglese di Napoleone, egli tornò in Corsica esattamente il giorno prima dell’esecuzione di Maria Antonietta. Assai improbabile che potesse essere il giorno dopo già a Parigi per poter assistere a tale evento. Per quanto riguarda l’assedio di Tolone, primo grande successo militare di Napoleone, il film dà la percezione di una città occupata dagli inglesi e realisti francesi ma non quella di una città assediata da un mese e che lo sarebbe stata per altri due mesi.

Scott si concentra sugli eventi del 17 dicembre, quando Napoleone guidò i suoi uomini all’assalto delle fortificazioni minori di punta L’Eguilette e della Torre di Balaquier , ove egli perse il suo cavallo per un colpo di spingarda, cannoneggiò le navi inglesi ancorate nel porto e venne anche ferito da un colpo di baionetta alla coscia. Quest’ultimo dettaglio nel film non è riportato nel film .

Come non vengono neanche riportate le altre battaglie della Prima Campagna d’Italia(Lodi, Arcole, Rivoli, Castiglione) e totalmente esclusa la Seconda Campagna d’Italia(Battaglia di Marengo, il quale probabilmente sarà trattata nella director’s cut che uscirà su piattaforma APPLEtv; ciò è deducibile da un post su Instagram fatto dal direttore della fotografia Dariusz Wolski).

FONTE: DAVID G.CHANDLER, LE CAMPAGNE DI NAPOLEONE-VOLUME PRIMO, ed.2000, pag.43-73.

CAMPAGNA D’EGITTO: La conquista dell’Egitto viene trattata abbastanza velocemente nel film. In particolare, vi è il momento che ha fatto più discutere storici e Web: il cannoneggiamento mai avvenuto delle Piramidi durante l’omonima battaglia, avvenuta il 21 luglio 1798, contro i Mamelucchi. Mentre al contrario Scott tratteggia molto bene il giorno 25 luglio 1798, data in cui Napoleone venne a sapere dal proprio aiutante di campo Junot che Giuseppina aveva tradito il marito con il giovane Ippolyte Charles. La notizia sconvolse Napoleone a tal punto che egli pensò addirittura di abbandonare la carriera politica e militare. Al fratello Giuseppe, scrisse queste parole:

Mi sento completamente svuotato. Non mi resta altro che diventare veramente e completamente egoista.”

Purtroppo manca totalmente un riferimento all’uomo che è stata la vera nemesi di Napoleone: l’ammiraglio inglese Horatio Nelson, che sconfisse la flotta francese ad Abukir tra il 1 e 2 agosto del 1798 e, soprattutto a Trafalgar nel 1805. Da sempre ispirato dai dipinti, Scott ha poi trasposto su schermo un quadro dove Napoleone scoperchia il sarcofago di un faraone

Napoleone alle Piramidi
Bonaparte aux pyramides.jpg- Wikipedia

FONTE: DAVID G.CHANDLER, LE CAMPAGNE DI NAPOLEONE-VOLUME PRIMO, ed.2000, pag.295-307

LA BATTAGLIA DI AUSTERLITZ: Poco da dire al riguardo. Messa in scena benissimo e Scott si sofferma, spettacolarizzando come solo lui sa fare, la grande trappola preparata da Napoleone, il quale fece arretrare il fianco destro, comandato dal Maresciallo Davout(Youssef Kerkour) per spingere le truppe russo-austriache ad inseguirlo, sguarnendo il centro dello schieramento(l’altopiano di Pratzen) che venne attaccato con facile successo da Bernadotte e Soult.

Per questo le truppe nemiche si trovarono accerchiate e si diedero alla fuga lungo gli stagni gelati di Satchan. Esattamente ciò che voleva Napoleone che ordinò di far fuoco con i cannoni sul ghiaccio per decimare ulteriormente il nemico e tagliargli la ritirata. Jean-Baptiste Barrès, ufficiale dei cacciatori a piedi della Guardia descrisse la scena:

Immaginate 12.000 uomini in fuga sopra una lastra di ghiaccio che di colpo scompaiono, fino all’ultimo uomo

FONTE: SERGIO VALZANIA, AUSTERLITZ- la più grande vittoria di Napoleone, ed.2005.

LE ORIGINI DI NAPOLEONE: Il film sembra suggerire che Napoleone fosse un uomo venuto dal nulla che riuscì poi a prendere tutto. Non è del tutto esatto. Egli veniva dalla petite noblesse còrsa e ciò gli facilitò molto la strada negli anni dell’immediata fine dell’ancien regime. Come anche il matrimonio con Giuseppina fu una manna dal cielo perchè gli permise di circolare negli ambienti monarchici moderati che contribuirono a spianargli la strada verso il trono.

Il giusto mix di bravura e fortuna fece sì che divenne ciò che sappiamo. Scrive lo storico W.H.Hudson in The Man Napoleon:

” La forza era in lui, ma erano le circostanze a renderla operante”

I CENTO GIORNI, WATERLOO e LORD WELLINGTON: Dopo che venne esiliato all’isola d’Elba, egli tornò in patria, provocando la fuga di re Luigi XVIII. Il film sottolinea l’urgenza di Napoleone di impedire che le forze avversarie(praticamente tutta l’Europa) si riunissero. Motivo per cui egli decise di colpire prima le forze Anglo-Prussiane di stanza in Belgio a Waterloo. Questo non è del tutto esatto.

In realtà il campo di battaglia lo scelsero gli inglesi. Waterloo fu la posizione scelta da Wellington (Rupert Everett) per proteggere Bruxelles e soprattutto per mettersi in una posizione difensiva, nella speranza che i prussiani di Blucher, sconfitti a Ligny due giorni prima, potessero riorganizzarsi e soccorrere Wellington.

Il tempo quel giorno non era plumbeo e nuvoloso ma era sereno e, nonostante la grandiosa spettacolarità della riprese di Scott, mancano alcuni momenti iconici: la battaglia per La Haye Sainte, l’assalto respinto dei granatieri della vecchia guardia francese da parte degli uomini di Maitland, il famoso “me**e” gridato da Pierre Cambronne , che rifiutò di arrendersi con i suoi uomini agli inglesi ormai vittoriosi, il fatto che Napoleone non andò alla carica a cavallo(furono i suoi stessi marescialli ad impedirlo, oltre a una condizione di salute precaria). Tante piccole cose che però non minano la bellezza della scena in scena.

Non avvenne mai l’incontro tra Napoleone e il duca di Wellington sulla HMS Bellerophon (la nave che ospitava Napoleone, ormeggiata a Plymouth, nell’attesa che le potenze europee decidessero il suo destino).

FONTE: DAVID G.CHANDLER, Waterloo-The Hundred Days,1980.

Infine ma non meno importante, sono almeno 20 anni che Ridley Scott mostri come il potere distrugga gli uomini, trasformandoli in mostri o caricature di loro stessi. Non importa se sono imperatori romani(Commodo ne Il Gladiatore), regnanti medioevali(Guido di Lusignano in Le Crociate, Il principe Giovanni o Re Riccardo Cuor di Leone in Robin Hood o Carlo VI in The Last Duel),o Faraoni egizi(Ramses in Exodus).

Scott non ha mai fatto sconti quando doveva mostrare i lati oscuri dell’ambizione. Non si capisce perchè Napoleone dovrebbe fare eccezione all’interno di questa poetica autoriale molto precisa.

Sarebbe disonesto non sottolineare che Scott si sia preso delle libertà nel raccontare la vita dell’imperatore francese. Come anche il fatto che si percepisce di come sia un film di quattro ore, tagliato a due ore e quaranta per il passaggio in sala( alla stessa stregua di Le Crociate). Ma è davvero obbligatorio per la sua correttezza che un film kolossal diventi letteralmente un libro di storia vivente ? Quando chiesero a Mel Gibson delle incongruenze storiche di Braveheart, cult assoluto degli anni’90 e vincitore di 5 premi Oscar, rispose testualmente:

“Io ho girato un film, non un documentario”

E voi che ne pensate?

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