Nowhere: Recensione del thriller survival su Netflix [VIDEO]

Nowhere
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Si sta parlando molto di Nowhere, produzione spagnola ambiziosa che sta conquistando Netflix. Ve lo consigliamo? Ecco cosa ne pensiamo noi

Nowhere è un thriller spagnolo che negli ultimi giorni è divenuto molto popolare su Netflix. Il film segue le vicende di una ragazza, Noa (Anna Castillo, molto brava) rimasta coinvolta in una disperata avventura di emigrazione e trovatasi alla deriva in mezzo al mare a bordo di un container che giorno dopo giorno inizia ad affondare.

Non è finita, perché per aggiungere peggio al peggio Noa ha perso l’amato Nico e per di più è incinta di lui, e sta per partorire. Trovandosi in estrema difficoltà la ragazza deve fare appello a tutta la sua determinazione, il suo coraggio e la sua lucidità per riuscire a sopravvivere e salvare la vita della figlia.

L’idea di base del film è ambiziosa ma non originale: ci sono molti film che partono da premesse simili, con personaggi che rimangono dispersi in mezzo al mare o anche in altri luoghi inaccessibili come una torre altissima. Nel mezzo vengono infilati altri temi, come quello dell’immigrazione e della maternità, ma mai esplorati a fondo.

Quello che rimane di originale è la “modalità MacGyver” nella quale la ragazza entra, esplorando soluzioni ingegnose per sopravvivere e trovando una forza in sé che non credeva di avere. E ciò al netto del fatto che la sua avventura alla Cast Away raggiunge un finale prevedibile fin dall’inizio, che non occorre nemmeno riassumere.

La componente “thrilling” però davvero non aggiunge nulla di nuovo a un genere esplorato in lungo e in largo, dai tempi di Lifeboat di Hitchcock (del 1944) al più recente classico Open Water, del 2003. Tolta la performance dell’attrice protagonista, alquanto capace se si considera che è da sola sullo schermo per un’ora e mezza, non rimane molto altro.

In conclusione questo film Netflix non si può dire esattamente un capolavoro: funziona a livello puramente di intrattenimento e “osa” leggermente su alcuni contenuti grafici (la scena del parto, per esempio, è degna di Profumo – Storia di un’assassino), ma lascia poco altro a chi abbia un minimo di conoscenza di thriller psicologici, di qualunque genere. Se avete una serata da far passare, comunque, potete darci un’occhiata.

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