Randy Gardner, il ragazzo che non dormì per 11 giorni

Nel 1963 Randy Gardner rimase sveglio per oltre 11 giorni, stabilendo un record ancora oggi imbattuto

randy gardner
Credits: Twitter/ psych_review - YouTuberWondersOfTheWorld
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Ci sono record che davvero nessuno dovrebbe provare a battere se non vuole avere conseguenze devastanti per la propria vita. Uno di questi è quello che stabilì nel 1963 Randy Gardner quando rimase sveglio, a 17 anni, per oltre 264 ore consecutive senza l’utilizzo di sostanze di alcun tipo.

L’idea venne a lui e al suo compagno di scuola Bruce McAllister, poichè stavano escogitando un’idea per la fiera della scienza della scuola e decisero quindi di vedere cosa sarebbe successo se avessero tentato di battere il record mondiale di ore consectuvie senza dormire. La coppia ha lanciato una moneta per decidere chi sarebbe stata la cavia con Randy Gardner che ne uscì sconfitto.

McAllister in seguito disse alla BBC:

Eravamo degli idioti, sapete, giovani idioti, e io restavo sveglio con lui per monitorarlo. Dopo tre notti di insonnia anch’io ero in condizioni pietose

Lo studio è stato osservato anche dal dottor William Dement, ricercatore sul sonno di Stanford, e dal tenente comandante John J. Ross, medico della Marina americana.

Gli effetti hanno iniziato a manifestarsi dopo il secondo giorno senza dormire, con Gardner che inciampava nelle parole quando gli veniva chiesto di ripetere gli scioglilingua, secondo Science Alert. Dopo tre giorni senza chiudere occhio, il giovane ha iniziato ad essere di malumore, ad avere problemi di concentrazione con perdita di memoria a breve termine, nonché paranoia e persino allucinazioni.

Era fisicamente molto in forma – ha detto Dement. Quindi siamo andati avanti giocando a basket o andando al bowling, cose del genere. Se avesse chiuso gli occhi si sarebbe addormentato subito.

Alla fine, Gardner è rimasto sveglio per 264,4 ore, più di 11 giorni, dopodiché ha finalmente ceduto ed è stato portato in ospedale dove ha dormito per 14 ore prima di svegliarsi senza sentirsi troppo “intontito“. Tuttavia, anche dopo aver terminato l’esperimento, ha avuto difficoltà a dormire negli aanni successivi, secondo quanto riportato da WBUR. Decenni dopo infatti iniziò a soffrire di insonnia ed era convinto che la colpa fosse della sua bravata adolescenziale.

Era terribile starmi vicino. Tutto mi sconvolgeva. Era come se fosse una continuazione di quello che ho fatto 50 anni fa – ha detto ai media.

Che ne pensate?

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