The Last of Us, Pt. 1: perché l’intro è il più potente della storia dei videogiochi [VIDEO]

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L’inizio di The Last of Us è davvero traumatico e segna una delle introduzioni più memorabili mai viste in un videogioco

Quando si parla di The Last of Us, l’occasione è sempre buona per ripassare l’ottima scrittura della storia a partire specialmente dall’introduzione; il traumatico momento, cioè, in cui Sarah viene uccisa da un militare e Joel rimane segnato a vita, per tutto ciò che poi avverrà con Ellie.

Il rapporto tra Sarah e Joel è molto stretto; non sappiamo che fine abbia fatto la madre della ragazzina ma vediamo che Joel, nonostante i suoi difetti e la sua distrazione, cerca di essere un ottimo padre e Sarah allo stesso tempo cerca di essere un’ottima figlia. Quando il cordyceps invade il mondo entrambi cercano di difendersi come possono, come semplici persone ed esseri umani.

Sarah è praticamente solo una bambina, è spaventata dallo scoppio dell’epidemia e dal pericolo improvviso rappresentato dalle persone infette, improvvisamente aggressive e letali. Situazioni del genere le abbiamo viste nel cinema e nelle serie tv a tema zombie, ma mai così ben rappresentate in un videogioco.

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L’intro, in effetti, segue un montaggio e una regia strettamente cinematografici, in modalità già ampiamente sperimentate da Neil Druckmann nei vari titoli di Uncharted, ma spinti così in là in area videoludica solo da pochi altri maestri come per esempio Hideo Kojima. Casi rari, ed eccezionali.

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