Driver: la storia del tutorial più infame di sempre [VIDEO]

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Chi non ricorda la frustrazione immensa di questo tutorial in Driver? Mai iniziare un gioco è stato tanto difficile

Driver: un classico gioco di guida per PlayStation uscito nel 1999, per molti indimenticabile ma non solo per via del gameplay in sé. Già, parliamo del famigerato tutorial iniziale, nel quale viene chiesto al player “semplicemente” di guidare un’auto in un parcheggio coperto compiendo vari stunt di guida elencati in un’apposita lista.

Facile, vero? No. Per qualche motivo che dopo tanti anni non è mai stato chiarito, questo tutorial era immensamente difficile perché praticamente richiedeva al giocatore di padroneggiare skills di guida notevoli ma già ad inizio gioco, quando invece di solito bisogna appena prendere confidenza con i comandi.

I tutorial servono a questo e nei giochi PSX erano ancora la norma: in genere si viene introdotti al gioco pian piano, un passo alla volta, con i movimenti e le possibilità che vengono illustrati seguendo i tasti corrispondenti e insegnando al player a compiere le azioni base meccanicamente, per imparare in sicurezza e con la calma.

Qui è tutto l’opposto: il tutorial è a tempo, lo spazio è poco e angusto e se pur le mosse da compiere vengono illustrate rifarle pari pari poi è tutta un’altra cosa. E non è tutto perché se non si completa il tutorial in tempo si viene pure tacciati di essere dei “perdenti”, non proprio un incentivo a riprovare.

Ciliegina sulla torta: il tutorial non è skippabile. Bisogna per forza completarlo per cominciare il gioco, aspetto aspramente criticato anche perché generalmente i tutorial si possono tranquillamente saltare. Vero, qualcuno potrebbe dire che una volta finito ne usciremo piloti di prim’ordine: ma al prezzo di quanti frustranti tentativi?

Insomma, nella memoria di molti di noi questo rimane come il tutorial più difficile di sempre, anche se non c’è da prendersela troppo: ai tempi la difficoltà nei giochi era una componente essenziale e la necessità di riprovare e riprovare colmava il vuoto lasciato da contenuti dopotutto limitati e poco realistici. E poi, vogliamo mettere la soddisfazione quando alla fine ce la si faceva?

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