10 album storici usciti nel 2013, 10 anni fa [ASCOLTA]

2013
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Dal 2013 al 2023: dieci album musicali ascoltati di nuovo a vent’anni di distanza

James Blake – Overgrown (5 aprile 2013)

Al suo secondo album James Blake è ancora un artista in crescita e gode ancora di quell’aura di autore indipendente, semi-misterioso e di nicchia che gli conquista le simpatie del pubblico indie e di quello elettronico. Non si mette in mostra e si dedica a brani electrosoul cripitici, dall’aria lugubre e dalle atmosfere inquietanti. Il nomignolo di “sadboy” è appropriato e di certo la sua musica vedrà giorni migliori; ma questo Overgrown, nella sua discografia, rimane come uno dei lavori più importanti e significativi.

Vampire Weekend – Modern Vampires of the City (14 maggio 2013)

Tanti, al primo ascolto, stentano ancora a capire perché questo disco sia uno dei più acclamati degli anni ’10. Per comprendere bene bisogna andare oltre l’afflato indie pop e le costruzioni barocche per soffermarsi sulla sottigliezza degli arrangiamenti, sulla fine ironia millennial che permea i testi di Ezra Koenig e sulle costruzioni compositive che trapelano originalità mascherata da disinvoltura indie. Dopo una decina di ascolti, forse, lo amerete.

Deafheaven – Sunbather (11 giugno 2013)

L’album che, almeno per il grande pubblico, rappresenta la definizione stessa di post-metal. In realtà gran parte black metal, ma affidato ad una costruzione di atmosfere unica e propria del post-rock che trascina l’ascoltatore in abissi mai visti ma senza i solipsismi stilistici di altre band affini, sperimentali o appartenenti al genere drone. Sunbather è, in effetti, al confronto quasi “pop” e apre ad inizio anni ’10 e per le masse una concezione del metal del tutto inedita.

Kanye West – Yeezus (18 giugno 2013)

Sì, era proprio lui, anche se ancora non era quello di oggi. Parliamo di tempi non sospetti, quando Kanye West era “solo” una specie di pazzo genio dedito a progetti musicali folli come questo, che mescola punk, elettronica, industrial, rap e quant’altro in un bailamme inclassificabile. In mezzo, ospiti organizzati a squadre dalla mente esplosiva del rapper includenti Justin Vernon, Travis Scott, i Daft Punk, Kid Cudi, Frank Ocean, Arca e chi più ne ha, più ne metta. Un viaggio allucinante ed oscuro, esplosivo ed incomprensibile.

Daft Punk – Random Access Memories (17 maggio 2013)

Ebbene sì, sono passati dieci anni anche da questo immortale capolavoro e nel frattempo, come purtroppo sappiamo, Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo si sono separati. Nessuno poteva prevedere che questo sarebbe stato il loro ultimo album, ma per fortuna hanno lasciato un testamento che suona ancora oggi come un immortale monumento alla disco music, al funk e alla house degli anni ’70 e ’80, completo di omaggio al nostro italianissimo Giorgio Moroder.

Arctic Monkeys – AM (9 settembre 2013)

Per gran parte dei loro fan (e anche per gli altri), il miglior album degli Arctic Monkeys, punto. Assieme, si intende, al loro debutto. L’indie rock roccioso e scheletrico di AM, che sputa fuori brani ormai leggendari come Do I Wanna Know, si rifà allo stoner dei Queens of the Stone Age e tramuta le paranoie amorose di Alex Turner in riflessioni alcoliche in piena notte in locali desolantemente vuoti. Un album dal suono unico, ancora oggi inarrivabile.

CHVRCHES – The Bones of What You Believe (20 settembre 2013)

L’album di debutto del trio synthpop scozzese cattura una realtà indie che oggi non esiste più: una realtà fatta di nostalgia per i suoni anni ’80, per i synth, per la new wave e per una certa elettronica IDM asservita all’ascolto in solitaria più che alla realtà da club. Il tutto mescolato con l’ingenuità pop caramellosa della vocalist Lauren Mayberry, a suo tempo simbolo di una concezione dell’indie tutta al femminile, audace e inedita. Ancora oggi, davvero un bel (ri-)ascolto.

Haim – Days Are Gone (27 settembre 2013)

Anche se bisognerò aspettare quasi un decennio, con Licorice Pizza, perché le tre sorelle Haim giungano davvero alla fama internazionale, il loro primo album già rende loro perfettamente credito. Un disco indie pop stratificato e intelligente, con valenti idee ritmiche e chitarristiche e suoni che ci riportano, com’è stato notato all’epoca, ai più classici Fleetwood Mac. Oggi, dieci anni dopo, non si può certo dire che sia invecchiato male.

Miley Cyrus – Bangerz (30 settembre 2013)

“I came in like a wrecking ball…” Bè, a dieci anni di distanza possiamo dirlo: l’effetto è stato proprio quello. La definitiva maturazione pop di Miley Cyrus come star sexy super-provocante ma anche pronta a gridare a gran voce all’emancipazione dello status di popstar femminile oltre cliché e sessismi, in anticipazione di una sua posteriore crescita ai tempi del tutto imprevedibile e della quale oggi siamo tutti testimoni. Se ce lo avessero detto, nel 2013, ci avremmo creduto?

Arcade Fire – Reflektor (28 ottobre 2013)

Un album che per molti ha segnato la fine della fase “classica” degli Arcade Fire, con lo spostamento deciso verso sonorità elettroniche e la produzione affidata a James Murphy degli LCD Soundsystem. Eppure, Reflektor non si fa mancare nulla dello spessore compositivo, sonoro e lirico caratteristico della band, con complesse rilfessioni filosofiche e universali affidate a brani indie memorabili e di forte impatto, come la title track, Normal Person e You Already Know. Un vero gioiello.

E siamo alla fine della nostra lista. Abbiamo scordato qualche album del 2013 secondo voi troppo importante per non comparire qui? Fatecelo sapere su LaScimmiaSente!