The 1975 – Being Funny in a Foreign Language | RECENSIONE

The 1975
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The 1975 tornano all’indie pop con una grande celebrazione dell’amore. Se è quello che volete ascoltare, il loro nuovo disco fa per voi

Matty Healy di The 1975 definisce il nuovo album della formazione inglese, Being Funny in a Foreign Language, come una “collezione di polaroid” e non certo come un “magnum opus”. Sarebbe a dire che già in partenza, stavolta, la band che nel 2018 ci aveva regalato un capolavoro come A Brief Inquiry into Online Relationships ha rinunciato all’idea di produrre musica ambiziosa.

Nella maggior parte dei casi questa scelta sarebbe un bene perché lascerebbe spazio a spontaneità e voglia di fare musica per divertirsi, e perciò farla bene. Ma qui sembra piuttosto che si tratti di un alibi per nascondere l’evidente mancanza di idee e la quasi pigra volontà di adagiarsi su sound già collaudati e decisi da un decennio.

Al di là della mancata sperimentazione stilistica, che paradossalmente era ben più acuta in Notes on a Conditional Form (2020), nel nuovo album ci dobbiamo fondamentalmente sorbire tre quarti d’ora di Healy e compagni che cantano le gioie dell’amore. E manca quel senso di urgenza ed insicurezza dei lavori passati: si sente chiaramente che questo è un disco “appagato”.

Un disco registrato in comodità, senza il bisogno di comunicare davvero qualcosa e ciò nonostante il fatto che si dichiari che Looking For Somebody (To Love) sia una traccia che parla delle sparatorie nelle scuole. O pensiamo anche alla ballad atmosferica Human Too, nella quale Healy dichiara la propria empatia per le persone che la società percepisce come “diverse”.

Momenti interessanti ma che sembrano stonare con l’insieme, un continuo ricorso al termine “love” (anche nei titoli) che sembra trasformare l’intero disco in una grande lettera d’amore e che per assurdo sarebbe forse stato più riuscito se fosse stato concepito programmaticamente come tale.

Le tracce più riuscite sono Happiness e Oh Caroline, due buoni indie pop dai toni anni ’10, allegri e malinconici insieme, con arrangiamenti colorati e pieni che rimandano alle produzioni più classiche della formazione. Il resto si perde in brani che vorrebbero suonare forse un po’ adulti, forse un po’ smaliziati o cinici, ma che davvero comunicano poco.

E va inserito anche l’esperimento parzialmente fallito di Wintering, una canzone che secondo Healy dovrebbe descrivere i famosi pranzi di Natale tra parenti nei quali si litiga su tutto. Benissimo, peccato che lui aggiunga che nella sua famiglia cose del genere non capitano, e infatti ne costruisce più una sorta di vignetta divertente che un commento mirato. Forse era meglio lasciar perdere.

In definitiva questo Being Funny in a Foreign Language non è “divertente” e non lo è neppure, per noi, in una lingua straniera. Vorrebbe essere un disco romantico e forse lo è ma se questo è ciò a cui The 1975 intendono dedicarsi da qui in poi meglio forse dedicarsi ad ascolti attenti di Ed Sheeran.

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