Recensioni: Broken Bells, Alvvays, King Gizzard [ASCOLTA]

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I migliori e più interessanti lavori discografici usciti venerdì 7 ottobre. Gli inarrestabili King Gizzard, la band di culto Alvvays, il ritorno dei Broken Bells di Danger Mouse e molto altro ancora!

Iniziamo le nostre recensioni dall’album di Willow Smith, la figlia del famoso attore, che con questo ultimo lavoro intitolato Coping Mechanism si dà imprevedibilmente all’emo hardcore nella più fiera tradizione del genere. La sua è sicuramente la più interessante tra queste nuove uscite. Potete rileggere qui la nostra recensione completa.

I Broken Bells, formati ricordiamo dal produttore Danger Mouse (The Black Keys, Red Hot Chili Peppers) e da James Mercer di The Shins, tornano dopo ben otto anni di assenza con un disco straordinario, psichedelico e atmosferico. Into the Blue, questo il titolo, è un folk indie che lavora tantissimo sulla costruzione di spazi e suoni, con un suono epico e memorabile proposto da due maestri ormai esperti.

Gli Alvvays, eroi moderni dello shoegaze e allo stesso tempo influenzati fortemente dal jangle pop anni ’80, recuperano lo spirito indie (ciò che il termine significava un tempo, cioè) e la malinconica nostalgia di quella decade. Blue Rev, è una straordinaria racconta di canzoni punk piegate verso una caratterizzazione alternativa ed emotiva, con lavori di chitarre intelligenti e tanto, tanto studio dietro.

Da citare anche Daphni, ossia Caribou, ossia Dan Snaith. Il musicista di culto canadese, sulla scena da vent’anni, che da sempre mescola house ed elettronica con motivi indie e folk nell’ambito di vari pseudonimi e progetti. Qui si dà a una techno essenziale, intelligente e diretta che lascia spazio a diverse idee interessanti ma non suona nel complesso troppo originale.

Un lavoro ragguardevole anche Anywhere but Here, il secondo album ufficiale del duo inglese Sorry. Se non li conoscete, recuperate quanto prima: di formazione indie, i due propongono un suono alternativo e spesso surreale e parodistico, qui però chiaramente piegato verso la tendenza del 2022 che decide il ritorno del grunge. Uno dei nuovi gruppi protagonisti della scena, in continua crescita.

Menzioniamo poi gli Easy Life, una formazione indie inglese al suo secondo album che nei suoni mescola R&B e basi rap ma cantato fortemente melodico, un po’ come The Internet, la band di Steve Lacy. Il loro secondo lavoro espande le sonorità verso brani orchestrali, influenze musicali più sparse, una maggiore introspezione. Pezzo forte: una bella collaborazione con Kevin Abstract.

Riecco anche King Gizzard & The Lizard Wizard, che pubblicano il loro terzo album quest’anno (su cinque), con i soliti accenti prog anni ’70 in questo caso deviati verso un jazz che ricorda forse qualcosa dei Soft Machine o della scena di Canterbury, e il loro stesso precedente lavoro Sketches of Brusnwick East. Un disco tecnico ed eclettico, ma forse un po’ ridondante e ripetitivo.

Terminiamo con il caso molto interessante di Dayglow, un musicista di formazione bedroom che con il suo nuovo album, People in Motion, decide di darsi appieno alla neo-psychedelia, con toni pop colorati e composizioni fantasiose. Più che di Tame Impala, come confronto, possiamo parlare di Washed Out. In ogni caso, i suoi brani sono sempre giocosi, leggeri e divertenti. Un ottimo disco.

E anche per questa settimana è tutto. Continuate a seguirci su LaScimmiaSente!