Radiohead: le 10 canzoni più belle e da conoscere [VIDEO]

Radiohead
Condividi l'articolo

Dieci brani per imparare a conoscere i Radiohead

I Radiohead sono ormai uno dei nomi leggendari della musica di ogni tempo. Già lo erano vent’anni fa e forse anche di più, ma visti tutti gli impegnativi lavori ai quali si sono dedicati negli anni i singoli membri, compresi Thom Yorke e Jonny Greenwood (che quest’anno hanno fatto ancora storia con la band The Smile), il loro status di leggenda si è inspessito sempre di più.

Una discografia complicata, la loro. Intricata, complessa da esplorare e in certe parti (specialmente dopo il 2000) comprensibile sono a chi possiede un certo orecchio e si è messo alla prova con musiche e suoni molto diversi. Ben più di un gruppo rock: un complesso sperimentale, un laboratorio di ricerca e poesia, un mini-collettivo avant-garde. Questi sono i Radiohead, riassunti in breve.

10. Creep, 1993

Un titolo che “purtroppo” va riportato: non possiamo esattamente parlare delle liriche più sottili di Thom Yorke ma la struttura della canzone, con lo storico esplosivo ritornello distorto, ha fatto storia. Creep ha posto da subito i Radiohead come outsider della scena britpop e lontano dai toni allegri e positivi degli Oasis. E l’hanno commentata persino Beavis e Butt-Head.

9. Burn the Witch, 2016

Di gran lunga il brano migliore dell’album A Moon Shaped Pool, anche perché scritto in realtà parecchi anni prima, all’epoca di Hail to the Thief (2003). Un intrigante arrangiamento orchestrale accompagna un pezzo profondo e sofisticato, musicalmente ricercato e immancabilmente inquietante. Da riscoprire.

8. High and Dry, 1995

“L’altro” grande classico della prima fase della carriera del gruppo, quella più fermamente “inglese” nei suoni e nelle atmosfere. Una canzone poi debitamente scartata e dimenticata quando la band si è mossa verso suoni più cupi e cinici, ma risentita oggi comunque tutto sommato una composizione valida e coinvolgente.

7. No Surprises, 1997

Stupenda ballad dall’atmosfera fantascientifica e utopistica, che in realtà esprime soltanto la semplice e disperata ricerca di una pace interiore in un mondo via via sempre più agitato. “No alarms and no surprises, please” implora Yorke in uno dei refrain più emotivi e sinceri nella discografia della band.

6. Pyramid Song, 2001

Uno dei pochi brani davvero significativi dell’era Kid A / Amnesiac per i quali si possa trovare un videoclip d’accompagnamento su YouTube. Un pezzo straordinariamente atipico, d’ispirazione jazz e strettamente pianistico, lontano da tutto ciò che la band ha fatto negli anni ’90 e ancora oggi simbolo e sinonimo di una musica nuova, visionaria e rivoluzionaria per un gruppo rock.

5. Fake Plastic Trees, 1995

Forse, più di tante altre, una delle prime vere canzoni di “maturazione” per il gruppo. Un pezzo nel quale il quintetto si emancipa dalle ingenuità del primo album per abbracciare suoni più poetici, riflessivi, stratificati e toccanti. Sembra inoltre che la performance di Thom Yorke in questa canzone sia stata ispirata da Jeff Buckley.

4. Street Spirit (Fade Out), 1995

Una delle composizioni di culto dei Radiohead, sottovalutata per lungo tempo e riscoperta di recente (anche in film e serie tv) come apice assoluto di tutta una loro concezione “oscura” della musica, intesa come ricerca psicologica e anche artistica al di là dei limiti convenzionali. E che dire: fa venire i brividi ancora oggi.

3. Just, 1995

Forse la loro canzone in assoluto più sottovalutata nonché una delle più paranoiche. Questa Just appartiene ancora all’era “chitarristica” della band e segna anzi una delle loro migliori performance a livello strettamente rock. Un video fantastico e traumatico ne re-interpreta il significato, rendendolo ancora più forte.

2. Karma Police, 1997

Il super-classico della band, tratto dal capolavoro OK Computer. Una ballad dal sapore distopico e grottesco nella quale si invita una “polizia del karma” ad intervenire per mettere a posto tutto ciò che nel mondo per noi non va bene. Ovviamente un brano colmo di ironia, fresco di ispirazioni musicali inedite e alternative, e accompagnato anche qui da un memorabilissimo e iconico video.

1. Paranoid Android, 1997

Ispirato all’androide “depresso” di Guida Galattica, Marvin, questo brano è tra i più complessi e ricercati mai creati dalla band. Sfrutta metafore nonsense per esprimere i soliti sentimenti di solitudine, alienazione e nichilismo aiutato in questo dal famoso video che lo ha reso un enorme successo su MTV. In definitiva, la canzone per eccellenza per capire i Radiohead.

Continuate a seguirci su LaScimmiaSente