Carl Switzer, la tragica storia di Alfalfa, morto per 50 dollari

La tragica storia di un attore bambino dimenticato da Hollywood e morto per 50 dollari ad appena 31 anni

Carl Switzer
Alfalfa in Le Simpatiche Canaglie
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Con le sue lentiggini e l’iconico ciuffo rialzato, l’attore originario dell’Illinois Carl Switzer portò sul piccolo schermo Alfalfa, che è stato uno dei personaggi più iconici degli anni ’40, protagonista amatissimo della serie Le Simpatiche Canaglie di Hal Roach.

In breve tempo Alfalfa divenne uno dei personaggi preferiti del pubblico e Carl Switzer conobbe, in tenera età, un successo inaspettato e che appariva senza confini. Grazie a questa fama, il giovane attore tentò di proseguire la carriera nel mondo dello spettacolo, tentando altri ruoli in serie televisive e film.

Il destino di un giovane attore

Nonostante il successo ottenuto con Le Simpatiche Canaglie, tuttavia, la carriera di Carl Switzer non decollò mai oltre il ruolo iconico che lo aveva lanciato e reso noto.

Proprio come era avvenuto anche a Baby Peggy, Carl Switzer divenne uno di quegli attori bambini abbandonati da Hollywood, che venivano messi da parte una volta che il loro ruolo era stato archiviato.

Come molti altri che lo avevano preceduto, Carl Switzer rimase a Los Angeles, accettando i lavori più disparati in attesa che all’orizzonte si presentasse quella grande occasione che gli avrebbe permesso di riprendere in mano la sua carriera e tornare sul grande schermo.

Purtroppo, però, quell’occasione non bussò mai davvero alla sua porta e alla fine, nel 1954, a ventisette anni, Carl Switzer decise di abbandonare i sogni di gloria e diventò una guida forestale e l’allevatore di cani da caccia. Nel frattempo, inoltre, aveva anche sviluppato una profonda dipendenza da oppiacei e anfetamine mentre, nel frattempo, faceva abuso di alcol.

La morte prematura di Carl Switzer

Nel 1958 Carl Switzer fu coinvolto in una rissa da bar che gli causò una ferita d’arma da fuoco e, nello stesso anno, venne arrestato per l’abbattimento di pini protetti che lo portarono ad ottenere la libertà vigilata.

Eventi, questi, che spiegano già in modo infallibile quanto il “vecchio” Alfalfa fosse diventato un adulto problematico, con problemi di gestione della rabbia e una dipendenza che gli obnubilava i sensi e il raziocinio. La miscela di questi elementi – alcol e rabbia – lo portò a incontrare la morte la notte del 21 gennaio 1959.

Quella notte Switzer – che aveva solo trentuno anni – bussò alla porta di Rita Corrigan, chiedendo di suo marito Moses Stiltz. L’ex attore bambino era ubriaco e fuori controllo quando Stiltz gli si presentò davanti, incredulo davanti alla richiesta di Switzer.

Qualche settimana prima, infatti, l’interprete di Alfalfa aveva accettato di addestrare il cane di Stiltz. Tuttavia il cane, presumibilmente per inseguire un orso, era scappato via, rendendosi introvabile.

A quel punto Switzer aveva offerto una ricompensa a chiunque gli avesse riportato il cane. Più tardi un uomo tornò con l’anima sano e salvo e Switzer gli diede 35 dollari di ricompensa (che, all’epoca, era una mancia quantomeno generosa), più 15 dollari di bevute nel bar dove lavorava all’epoca.

Il totale, dunque, era di 50 dollari che, all’epoca, corrispondevano a circa 400 dollari attuali. Una spesa così generosa che Switzer si fece poi convincere dall’amico Jack Piott del fatto che dovesse essere Stiltz a pagare per il proprio cane e che, dunque, l’uomo doveva rimborsare l’attore dei suoi 50 dollari.

Ecco il motivo per cui, ubriaco, Switzer andò a cercare Stiltz la sera del 21 gennaio: voleva essere ripagato. Richiesta che l’altro non prese nemmeno in considerazione e rifiutò categoricamente.

Tra i due ebbe inizio una colluttazione e ben presto lo scontro fisico, corpo a corpo, si tramutò in una lotta armata. Switzer minacciò l’altro con un coltello (anche se, successivamente, risultò essere un tagliapenna) e a quel punto Stiltz, sentendosi minacciato, sparò a Carl Switzer. L’ex attore bambino morì prima ancora di arrivare in ospedale e Stiltz venne assolto, dal momento che l’omicidio venne ritenuto legittima difesa.

Negli anni il figlio di Rita Corrigan, a cui Stiltz aveva fatto da patrigno, confutò quello che era stato detto, asserendo che Stiltz non aveva ucciso Switzer per difendersi, ma solo perché accecato dalla rabbia. Allì’epoca Tom Corrigan aveva 14 anni e disse che era stato l’amico di Switzer a colpire Stiltz sulla testa e che le cose non erano andate come era emerso dalle indagini.