The Black Keys – Dropout Boogie | RECENSIONE

Black Keys
Condividi l'articolo

I Black Keys sono ancora il miglior duo blues rock in circolazione

Straordinario che dopo vent’anni di carriera (e più) ancora Dan Auerbach e Patrick Carney, ossia i buoni vecchi Black Keys, ancora non sbaglino un colpo. O meglio: certo la loro ampia discografia conta momenti più deboli e momenti più forti, ma negli ultimi anni e con una dovuta maturazione il duo blues dell’Ohio sembra aver definitivamente trovato la sua dimensione.

Dropout Boogie è un disco che segue musicalmente il raffinato album di cover blues dell’anno scorso e che scarta ogni influenza indie per riportarci ai tempi di Brothers (2011) e dei Black Keys più classici. Il blues è il verbo portante del disco, che si colora di garage ad ogni passo ma senza rinunciare ad un’impostazione prettamente melodica.

In altre parole: non occorre conoscere i Ten Years After o John Mayall e i Bluesbreakers per apprezzare questo lavoro. E forse non occorre nemmeno, in fondo, conoscere gli album precedenti della band stessa. Wild Child, il primo singolo, è già un classico preannunciato; altrettanto bene funzionano canzoni come How Long e Happiness. La tracklist è esigua e breve (mezz’oretta di album), ma lascia un’impronta potente, decisa e sicura.

Certo, facile qui per i detrattori (come il signor Jack White, ai tempi almeno) osservare come i due non facciano assolutamente nulla di nuovo ed originale. Vero. Ma è vero anche che chi come loro sa ancora creare ottima musica utilizzando sempre gli stessi “strumenti”, può anche permettersi di evitare di cambiare. Così facendo, i Black Keys sono ormai diventati un’istituzione.

Continuate a seguirci su LaScimmiaSente

The Black Keys – Dropout Boogie / Anno di pubblicazione: 2022 / Genere: Blues Rock