Wet Leg: chi sono (e cosa c’è da sapere) sul duo rock femminile [VIDEO]

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Le Wet Leg sono partite dal nulla e ora stanno conquistando la scena rock mondiale: ecco chi sono e qual è la loro storia

Se ancora non le avete sentite nominare, siete tra i pochi ed è solo questione di tempo. Le Wet Leg, un duo rock femminile originario dell’Isola di Wight (sì, proprio quella del Festival e della famosa canzone), sono spuntate dal nulla e nel giro di pochi mesi hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo.

Il loro successo è ancora in crescita ma si può già legittimamente parlare di fenomeno, specie dopo l’uscita del loro primo album, dal titolo eponimo, uscito l’8 aprile scorso. Le due componenti ufficiali della band sono Rhian Teasdale ed Hester Chambers, entrambe chitarriste e cantanti.

Fin dall’inizio la loro attività è stata sostenuta da validi turnisti ed anche nel disco, nonostante la Teasdale figuri come principale autrice di quasi tutti i brani, un ruolo importante lo giocano anche gli altri collaboratori e in particolar modo il produttore, Dan Carey. Un lavoro di gruppo quindi, è giusto definirlo.

Ma questo nulla toglie all’impatto che il duo ha avuto e ha di per sé: due ragazze giovani e scatenate che, chitarre alla mano, vogliono riscrivere le regole del rock nell’era post-#MeToo (perché la componente anche femminista della loro musica è impossibile da ignorare) e con uno sguardo agli anni ’90.

Ascoltare il loro disco è infatti immergersi appieno nella nostalgia per i tempi del grunge. Superata l’introspezione dell’era indie e l’indecisione un po’ annoiata dell’era bedroom, le Wet Leg ci trasportano finalmente in un pieno revival del più convincente e convinto rock chitarristico, con una sicurezza e una provocatorietà infine restituite al genere.

Questo fa sicuramente Chaise Longue, il loro primissimo singolo uscito il 15 luglio 2021 e che le ha presto trasformate in fenomeni. La canzone è una continua metafora per il sesso, un sesso in particolar modo giovanile, esuberante e disinvolto che le due cantano nella ricerca, forse come impeto vitale post-virus, di una nuova voglia di liberarsi e di godere del proprio tempo.

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