10 canzoni sulla (e contro la) Guerra Fredda [LISTA]

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Dieci canzoni storicamente ispirate dal clima della Guerra Fredda che ora, purtroppo, ci troviamo a rivivere

Siamo in tempo di guerra, di nuovo. E non possiamo in questo periodo non guardarci indietro a guardare le tante che sono state combattute alle nostre spalle, da cui avremmo dovuto imparare qualcosa per non commettere gli stessi errori del presente. Allora la nostra mente ritorna sui libri di scuola di storia e ripercorre tutto ciò che ha imparato sulle due Guerre Mondiali e sulla Guerra Fredda.

Forse – per nostra immensa fortuna – non possiamo comprendere a pieno tutto sulla guerra e quindi arrivano a spiegarcelo cantanti di tutte le epoche, che hanno cercato di mettere in musica quello che hanno letto, compreso, provato ed hanno cercato di farci comprendere che le note, le parole, le armonie possono andare oltre ogni conflitto e volare attraverso le generazioni per non morire mai. Ecco le dieci canzoni più famose contro la Guerra Fredda.

1. Beatles, Back in the U.S.S.R.

Il brano, che risale al 1968, inizia sui reattori di un aeroplano al decollo e narra in prima persona di un uomo che torna in Unione Sovietica partendo da Miami su un volo della BOAC (una vecchia compagnia aerea britannica).

La narrazione gioca sulle assonanze in inglese tra Stati Uniti (U.S.) e Unione Sovietica (U.S.S.R.), contrapposte durante la Guerra Fredda, ma unite dalla somiglianza del nome. Nella seconda strofa, infatti, compare la sequenza «Back in the U.S. / Back in the U.S. / Back in the U.S.S.R.»

Nel ritornello le ragazze di Mosca gli ricordano che la Georgia (intesa come l’allora repubblica dell’URSS) “è sempre nella sua mente” (chiaro riferimento a Georgia on My Mind, famosa per l’esecuzione di Ray Charles, riferita però allo Stato degli USA).

2. Pink Floyd, Us and Them

Pubblicato nel 1973 e scritto da Roger Waters, come quasi tutti gli altri brani fino al 1983, Us & Them racconta l’inutilità della guerra.

Il testo, così semplice, diretto, lineare, ma al tempo stesso potentissimo, racconta di un uomo che si rivolge direttamente al suo nemico al fronte nel primo verso, mentre nel secondo inizia un ragionamento sulle conseguenze del conflitto e sulle casualità che portano alla divisione tra due fazioni. La conclusione è affidata alle ragioni del tutto inutili che spingono i due a farsi la guerra. 

3. Sting, Russians

Nel 1985 Sting si domandava il perché della diffidenza tra popoli dovuta a ideali politici. La sua era una posizione “neutrale”, tanto da riuscire a comprendere gli errori di entrambe le “fazioni”, USA e URSS.

Infatti il testo dice: “There’s no monopoly on common sense / On either side of the political fence” (cioè “non c’è monopolio sul buon senso / da entrambi i lati della barricata politica”).

Il cantante descrive invece i problemi della gente e il loro distacco da ciò che sta accadendo, spendendo parole di speranza legate al fatto che russi e americani sono accomunati dagli stessi sentimenti, come la cura per i propri figli.

In un’intervista del 2010, Sting ha ammesso di aver trovato l’ispirazione per comporre la canzone dopo aver dato un’occhiata alla TV sovietica: “Avevo un amico all’università che trovò il modo di rubare il segnale del satellite da un’emittente televisiva russa. Avevamo un paio di birre e salimmo su questa piccola scala per guardare la televisione russa… Nella fascia serale avevamo solo televisione russa per bambini, come il loro Sesame Street. Rimasi impressionato dalla cura e dall’attenzione che rivolgevano nei programmi dei loro figli. Mi dispiace che i nostri nemici attuali non abbiano avuto la stessa etica”.

4. Nena, 99 Luftballons

Il brano fu inserito inizialmente negli album Leuchtturm e Nena, entrambi del 1983, poi in 99 Luftballons del 1984 e, successivamente, in numerosi altri della cantante.

Il singolo racconta la storia di novantanove palloncini che volano per l’aria, scatenando un’esagerata reazione da parte delle forze militari. La cantante si interrogò su cosa sarebbe potuto accadere avessero oltrepassato il muro di Berlino spingendosi nell’allora “settore sovietico”, ovvero Berlino Est.

Pochi sanno che in realtà il brano è tratto da una storia vera cui ebbe modo di assistere l’autore del testo Carlo Karges: durante un concerto dei Rolling Stones a Berlino Ovest furono liberati migliaia di palloncini rossi che, una volta saliti al cielo, sembrarono assumere la forma di un’astronave. Con il rischio concreto che, al di là del muro, potessero pensare a un attacco da parte delle forze Nato

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