Outriders: luci e ombre su Enoch | Recensione

La recensione della campagna di Outriders, il nuovo looter - shooter di People Can Fly. Un titolo dalle molteplici luci e ombre.

Outriders recensione
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I ragazzi di People Can Fly non sono nuovi ai tps. Proprio loro infatti svilupparono Gears Of War Judgment, un titolo imperfetto ma comunque in grado di dire la sua nel vasto universo creato da Cliffy B. Dopo essersi fatta le ossa quindi, la software house polacca è pronta a buttarsi in un progetto AAA estremamente ambizioso: sovvertire il classico sparatutto in terza persona. Scopriamo quindi se con Outriders ci sono riusciti, in questa recensione.

Enoch, una nuova speranza

I disastri climatici hanno annientato la speranza di vita sulla Terra. I governi terrestri uniscono le loro forze per dare vita all’Unità di Colonizzazione di Enoch (ECA), il pianeta prescelto per preservare l’umanità. La spedizione, che contava due navi spaziali, sarà un mezzo disastro e solo una delle due navicelle riuscirà a sbarcare. Sono gli Outriders, soldati elite con il compito di fare un sopralluogo sull’abitabilità del pianeta. Complice una lunga serie di eventi, il protagonista entrerà in contatto con una tempesta, l’Anomalia. Dopo aver perso i sensi, si risveglierà anni e anni dopo i fatti del prologo, con dei poteri soprannaturali attorno ai quali ruoterà il gameplay del titolo.

Outriders recensione

Dal punto di vista narrativo, Outriders non sorprende e anzi, delude. Attinge da molteplici opere, videoludiche e non, e fatica a creare qualcosa di prettamente suo, originale, all’interno del panorama del già visto. Non troviamo quell’ilarità tipica di Borderlands ma neanche quell’epicità alla Gears of War. Persino i momenti che vogliono essere emotivamente più potenti non scaldano il cuore del giocatore, vuoi perché scontati vuoi perché si fa fatica a legare con i personaggi.

Nessuno chiedeva una nuova frontiera dello sci-fi ma, una narrazione più convincente, avrebbe dato più forza alla buona componente ludica del titolo.

Il più classico dei looter – shooter

Per spiegare nel dettaglio il gameplay del titolo di People Can Fly bisogna partire dalle basi. Outriders è il più classico dei looter – shooter in terza persona con elementi RPG (avanzamento di livello e punti abilità da spendere). Durante gli scontri a fuoco raccoglieremo, in maniera del tutto casuale, armi di diversa rarità e quindi potenza. Armature di differente livello e così via. Potremo poi modificare il bottino raccolto con diverse mod che ci permetteranno di infliggere con i nostri pistoloni danno elementale ad esempio, oppure rendere ancora più letali i nostri poteri.

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La rarità del loot viaggia di pari passo con il Livello del Mondo. Per cui, più progrediamo nel gioco tra missioni principali e secondarie e più aumenterà il livello. Maggiore sarà il livello e maggiore sarà la possibilità che i diversi nemici droppino qualcosa di veramente significativo. Ovviamente con il Livello del Mondo intendiamo anche la difficoltà di gioco e quindi mob sempre più potenti.

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Fin qui nulla di rivoluzionario. E allora, come Outriders cerca di differenziarsi rispetto ai classici tps?

“Il potere non indietreggia mai – eccetto che in presenza di un potere maggiore.”

Inizia la nostra avventura. Creiamo il nostro personaggio attraverso uno scarno editor e completiamo il prologo. A questo punto il gioco ci chiederà di scegliere tra 4 diverse classi a cui corrisponderanno diversi poteri e altrettanti differenti approcci offensivi e difensivi. Tecnomante, piromante, distruttore e mistificatore. Sul piano puramente teorico, scordatevi di “camperare” dietro ad una copertura, in puro stile Gears of War. Qualsiasi classe scegliate, la parola d’ordine è una: attaccare.

Il modo principale infatti per recuperare la salute durante gli scontri è quella di sfruttare tutti i poteri a disposizione e non lasciar tregua a tutto ciò che ci è avverso sul pianeta. Ne potremo equipaggiare fino a tre, su otto disponibili, e alternabili in game. Utilizzare i power up unici comporta quindi un gameplay aggressivo, divertente e fortemente incentrato sull’azione. Sul piano pratico però, questo approccio funziona a metà.

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Prima di tutto, bisogna dire che Outriders è un viaggio on the road alla scoperta di Enoch. Tutte le missioni della campagna, primarie o secondarie che siano, sono essenzialmente una lunghissima orda. Ci si sposterà da punto A a punto B crivellando un ingente quantitativo di mostri e soldati. Gli scontri contro quest’ultimi sono abbastanza equilibrati e il tempo che intercorre tra utilizzo dei poteri, la loro ricarica e i danni che ricevete mentre si spara in copertura (quando quindi il titolo ci ricorda di essere anche un tps classico), è ben calibrato. Ad eccezione di alcune aree troppo piccole, dove si è eccessivamente esposti al fuoco incrociato, il gameplay non delude.

Ma cosa succede contro i mostri?

Negli scontri contro le selvagge creature invece la situazione diventa diverse volte insostenibile e mal bilanciata, specialmente ai Livelli del Mondo più elevati. Boss, miniboss e semplici nemici da fronteggiare tutti insieme, con i nostri poteri che non sono sufficienti, anche per via del loro tempo di ricarica, per arginarli. Spesso si finirà per giocare ad acchiapparella. Si scappa senza guardare e ci si incastrerà negli inutili elementi di design delle arene. O, peggio ancora, si subiscono attacchi, dei quali non possiamo accorgerci, che ci leveranno più di metà della salute. Il danno inflitto è forse troppo elevato e così facendo si è costretti ad abbassare la difficoltà.

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Infine, alcuni checkpoint potevano essere meglio gestititi. In alcune fasi infatti, dopo aver trucidato più di cento cattivoni o famelici Perfori (tipici mostri), scatta un video di presentazione di un nuovo Boss o miniboss. Questo, porta con sé una nuova orda che numericamente parlando, è identica a quella precedente. Se muori, perché impreparato, riparti da capo. Una situazione che alla lunga, può diventare molto frustrante.

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Outriders offre il meglio nelle grandi boss fight 1 vs 1. Le battaglie contro villains alterati da super poteri, divertono e convincono, grazie a pattern offensivi sempre nuovi. Perirete diverse volte ma non diventerà mai una situazione di gioco sconfortante.

Infine il sistema di shooting, nei momenti in cui non possiamo utilizzare il nostro arsenale sovrannaturale, funziona a dovere. Non raggiunge la qualità del più volte citato Gears of War e pecca ogni tanto di precisione, ma è comunque di pregevole fattura.

Conclusioni

Arrivati a fine recensione e tralasciando i problemi online al lancio e senza soffermarci su un comparto grafico nella media, possiamo dire che Outriders è un gioco con luci e ombre. Divertente, soprattutto in cooperativa, e che porta una ventata di freschezza ad un genere ormai ancorato da diverso tempo al cover system dell’esclusiva Microsoft.

Attenzione però, Outriders non è l’unico tps che mette a disposizione dell’utente power up unici da utilizzare in game. Ma, mentre gli altri esponenti sfruttano la meccanica a supporto delle sparatorie in copertura, il titolo di People Can Fly, tenta, nel bene e nel male, di fare esattamente l’opposto. E quando ci riesce, trasforma un classico sparatutto in terza persona in un action aggressivo e caotico. Una piacevole scarica di adrenalina da godere con uno o più compagni di viaggio.

Logo Xbox Series X

Outriders testato su Xbox Series X

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