Gary Numan – Intruder [RECENSIONE]

Gary Numan Intruder
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Sono pochi i musicisti che dopo quasi cinquant’anni di carriera riescono ancora a produrre musica di livello. Ancora meno quelli che riescono a farlo riuscendo a rimanere sé stessi perseguendo, allo stesso tempo, quella sperimentazione necessaria per rimanere al passo dei tempi.

Tra questi vi è senza dubbio Gary Numan, tornato il 21 Maggio con Intruder, nuovo album e secondo capitolo di un doppio concept distopico che, proseguendo le operazioni di Savage, ci porta alla scoperta di un mondo (poi non così tanto ipotetico) in balia della devastazione portata dall’uomo.

Intruder – il doppio concept distopico di Gary Numan

Se nel capitolo del 2017 Numan osava la sua musica nel racconto di un mondo dai panorami e paesaggi desolati, ormai “selvaggi” ed abbrutiti dall’operare umano, con Intruder l’electro rocker londinese narra la più probabili delle risoluzioni al dramma: l’epurazione del genere umano.

In una narrazione lineare tremendamente coerente con sé stessa, il maestro della new wave londinese prende per mano l’ascoltatore in una landa fatta di elettroniche crude, drammatiche e dal sapore spigoloso e apocalittico mantenendo del tutto immutato l’approccio prediletto con il precedente Savage.

Di fatto, ascoltando i due lavori in sequenza, la sensazione è esattamente quella di essere di fronte ad un lungo ed unico album che, senza soluzione di continuità, narra la sua storia ed i suoi spunti artistici ben cristallizzati in una giada creativa che ne lascia immutati i colori, i sapori e le sensazioni.

Ancora una volta a farla da padrone sono elettroniche spigolose dal gusto a metà tra quel vibe anni 80 che ha plasmato il genere (e l’artista) ed intrusioni della produzione più contemporanea che non solo svecchiano e rinfrescano gli spunti ma, allo stesso tempo, donano alle scelte un taglio godibilmente “cinematico”.

Gli arrangiamenti di Intruder, talvolta epici e quasi “baroccheggianti”, servono alla perfezione la costruzione di pezzi pregni dell’eccentrico carisma dark ormai marchio di fabbrica del musicista londinese, risultando curati nei minimi dettagli e dotati di un’indistinguibile personalità.

Nella ricerca di vibe oscuri e sonorità possenti riescono a trovare spazio anche bordate più rivolte verso la melodicità più orecchiabile e “catchy”, come quelle di I Am Screaming e Now and Forever, o di pezzi dal sostrato più andante e roccheggiante come la stessa title track Intruder e Saints and Liars.

A coronare i tredici pezzi a comporre la tracklist anche momenti più distesi e portati dalla lenta, intima e solenne Black Sun. In un miscelare continuo tra sonorità più classiche in stile Depeche Mode/Kraftwerk e ventate di Industrial contemporanea, però, Intruder stenta a spiccare il volo.

Un album “clone” del suo predecessore

Di fatto lo studio sonoro e la produzione, per quanto di ottima fattura, ricadono costantemente sulle medesime scelte ed elementi sonori. Peculiarità, questa, estremamente negativizzata proprio dalla presenza del predecessore Savage che, nella sua estrema similitudine, vanifica anche le soluzioni più ricercate rendendole già note e prevedibili durante l’intera riproduzione.

Una scelta probabilmente ponderata e scientemente voluta da parte di uno Numan in cui si intravede la chiara idea di una doppia piece dal taglio quasi narrativo cinematografico e basata su di una costante coerenza di colori ed ambientazioni sonore.

Operazione che si rivela però un coltello a doppio taglio limitando notevolmente “lo stupore” dell’ascolto e la freschezza delle idee. Nonostante ciò, però, ci ritroviamo in ogni caso di fronte ad un ottimo piccolo tassello nel mondo della musica elettronica.

Un carattere, quello di Intruder, che miscelando passato e presente del genere porta grande spolvero ad un macrocosmo musicale che, nel ventunesimo secolo più che mai, potrebbe avere ancora tanto da dare.

Un album che conferma, anche dopo ben 20 pubblicazioni, gli ottimi spunti di un Gary Numan che, potenzialmente, sembra avere ancora molto da dire (e da insegnare) nel campo della new wave e dell’elettronica in generale.