I migliori contenuti originali Netflix secondo la Scimmia

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11) Gerald’s game – Film Horror

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Abbiamo già parlato del film tratto dal romanzo di Stephen King in questo articolo. Impossibile non parlarne bene. Una produzione low budget che ci trascina in una stanza, dove un gioco erotico sfugge di mano e costringe l’ottima Carla Gugino a dover sopravvivere da sola con le sue paure. Un ottimo thriller psicologico che ci regala momenti ansiogeni di livello e scene egregiamente costruite, a partire dai numerosi flashback della povera malcapitata. Un’infanzia spezzata, un marito probabilmente fedifrago e la solitudine di quei mostri del passato che Jessie si porta dentro, in attesa di un improbabile salvataggio o di una buona idea. La sua mente si apre e la trascina in un incubo, forse il peggiore: il confronto con sé stessi. Voci che diventano figure, le quali la costringono a scendere a patti con il suo passato, alla costante ricerca della sublimazione della sua vita dopo essersi confrontata da vicino con la morte. Il Gioco di Gerlad è un film che si presta a moltissime analisi grazie al suo utilizzo sapiente di simbolismi, come quell’eclissi solare che coincide esattamente con l’oscurità manifestata dal genitore. E ancora, l’ambiente caldo e rassicurante di una camera da letto che improvvisamente diventa incredibilmente angusto e claustrofobico, l’anticamera che trascina il corpo nella follia più totale. Mantenere razionalità e sangue freddo è molto difficile, soprattutto quando il tuo corpo sta per cedere agli stenti. E soprattutto quando la tua mente sta giocando con te. Merita un plauso speciale, in tal senso, Carla Gugino in quanto capace di dar due verisoni dello stesso personaggio, quello insicuro e manifesto da un lato e quello cinico e latente dall’altro.
Dopo Oculus e (il pessimo) Hush, Mike Flanagan dirige questo thriller in maniera ottimale, regalandoci un degno adattamento del romanzo di King. Complici anche e soprattutto le innumerevoli citazioni ad altri romanzi del Re come Cujo e Dolores Claiborne. Insomma, gli appassionati dello scrittore e del genere troveranno pane per i loro denti. L’unica nota negativa è rappresentata dal finale, un po’ troppo esemplificativo e sbrigativo. Ma possiamo anche soprassedere.

(a cura di Lorenzo Pietroletti)

 

10) The end of the f***ing world – Serie Tv

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Atipica e a tratti grottesca, questa nuova serie britannica è una vera e propria sorpresa. A metà strada tra Moonrise Kingdom e un’avventura di Bonny e Clyde, The end of f***ing world è una fuga d’amore insolita e scevra dalle solite banalità che caratterizzano il genere. Un prodotto fresco ed interessante, che riesce a coinvolgere lo spettatore sia per le vicende narrate e sia per la sua struttura, in bilico tra un prodotto seriale ed un film vero e proprio. Otto puntate, da appena venti minuti ciascuna, fanno di questo prodotto una pellicola frammentata, suddivisa in piccole parti e dilazionata per il mondo della televisione. Questa scelta stilistica però non danneggia la buona riuscita dell’opera e tantomeno i suoi intenti, rimanendo ugualmente compatta e solida.

Il comparto tecnico, curato in ogni dettaglio, aggiunge maggior valore alle interpretazioni dei due protagonisti e al taglio narrativo scelto per raccontare le vicende dei ragazzi. Nonostante sia un prodotto imperfetto ed indirizzato principalmente ad un pubblico giovanile, riesce ugualmente a conquistare anche gli spettatori più maturi e avvezzi al mondo del cinema. La sua natura citazionistica e il modo sapiente con cui gestisce i vari elementi al suo interno, la differenziano da tutte le altre serie uscite negli ultimi anni. Una menzione in particolare va alla fotografia, vera punta di diamante di questa serie e capace di regalare svariate inquadrature degne di nota. Pop e a tratti Pulp, riesce a soddisfare anche i palati più esigenti, riportando in auge uno stile di vita che in fondo tutti vorremmo.

(a cura di Davide Roveda)

 

9) Sense8 – Serie Tv

Sense8

Tra i migliori prodotti Netflix, è d’obbligo menzionare la serie tv di fantascienza, Sense8, creata dalle sorelle Wachowski (già ideatrici del successo cyberpunk di Matrix). Sense8 non è altro che un’esperienza trascendentale. E’ la storia che vede protagonisti otto persone, provenienti da diverse parti del mondo, con gusti differenti, credenze diverse, che parlano lingue diverse, con diverse culture e orientamenti sessuali. Lito Rodriguez, un attore messicano omosessuale, Capheus Onyango, un autista di Nairobi. Sun Bak, un’esperta di arti marziali nonché donna di affari coreana, Will Gorski, un poliziotto di Chicago. Wolfgang Bogdanow, un avvenente berlinese e scassinatore, Riley Gunnarsdottir, un’islandese DJ che vive a Londra. Kala Dandekar, una chimica specializzata nella farmaceutica di Mumbai e infine Nomi Marks, una transessuale blogger e hacker professionista di San Francisco.

La cosa che li lega però, è che tutti e otto sono nati nello stesso giorno dello stesso anno. Questi infatti, sono dei Sense8, degli homo sensorium, ossia persone che hanno una connessione telepatica profonda. Essi sono in grado di sentirsi anche se sono distanti, di vedersi, di toccarsi e di agire nel corpo dell’altro in caso di pericolo. Sono stati creati da una donna misteriosa, Angelica, che vedono sin dall’inizio tramite visioni. Un uomo, Jonas, cercherà di aiutarli e metterli in guardia sui pericoli del Sense8. Infatti, un uomo enigmatico di nome Whispers, darà loro la caccia con lo scopo di catturarli, sfruttare le loro abilità extrasensoriali e ucciderli.

Sense8

La serie, ai confini tra fantascienza, dramma e action, fa luce sulle relazioni sociali e sull’umanità di ognuno di noi. Niente era mai stato così mostrato come un mero simbolo di fratellanza. Perché le nostri radici sono il mondo e sono tutti nostri fratelli. In Sense8 i protagonisti da sconosciuti divengono una famiglia, nonostante le diversità, che maggiormente rappresentano i loro principali punti di forza. I Sense8 sono l’unione dei corpi e degli spiriti, ideati in una serie completamente originale e mai banale. Perché la serie delle Wachowski non assomiglia a nessun’altra e al giorno d’oggi, questo è un pregio. Ci troviamo sempre di fronte a cliché, a ripetizioni, a rivisitazioni.

Sense8, che tornerà con un episodio speciale finale, è innovativa in ogni fotogramma ed è contornata anche da meravigliosi effetti e un’ottima colonna sonora (indimenticabile la What’s Up delle 4 Non Blondes). Sense8 merita il posto in classifica, poiché ci insegna cose profonde e importanti che nella vita di tutti giorni potrebbero esserci realmente d’aiuto. Ci insegna il coraggio, come si debbano affrontare i problemi cacciando gli artigli invece di scappare di fronte ad essi. Perché Sense8 è il riflesso della vita che tutti viviamo, con lezioni preziose per ogni difficoltà. E’ la fantascienza che si mescola alla realtà e, cosa più important, la prova che l’unione fa davvero la forza.

(a cura di Caroline Darko)

 

8) Black Mirror – Serie Tv

Black Mirror

Forse molti rimarranno perplessi dalla posizione in classifica di Black Mirror, ma questa è viziata in maniera importante dal fatto che Netflix si è limitato a produrre solo la terza stagione, partendo dunque da un prodotto già esistente. Oltre al fatto che il giudizio critico, pur buono, riguardo la terza stagione è più contenuti rispetto alle prime due, c’è dunque da considerare il fatto che i meriti da attribuire a Netflix per questo prodotto devono essere in parte ricalibrati.

La terza stagione di Black Mirror, seppur si riveli leggermente al di sotto del livello qualitativo delle precedenti puntate, rimane ugualmente un prodotto straordinario e di eccellente fattura. Cinico, angosciante e terribilmente credibile, lo show trasporta lo spettatore in una realtà non troppo lontana dalla nostra e capace di ferire e turbare nel profondo dell’animo. Sei episodi, uno diverso dall’altro, ma tutti in grado di lasciare qualcosa a cui pensare al buio della propria stanza. Una stagione diversa dalle precedenti e che prende in esame tematiche più commerciali e di uso comune, come ad esempio quelle dei social network e dei videogame. Il cambio di produzione risulta quindi evidente, ma non invasivo al punto di far storcere il naso allo spettatore. Parlando dei vari episodi di questa nuova stagione, è impossibile non menzione “Shut Up and Dance!” e  “San Junipero“, che hanno saputo portare sullo schermo, la vecchia e la nuova essenza della serie tv. La prima riporta in auge le vecchie atmosfere e il cinismo che caratterizzava i primi episodi dello show, la seconda invece stravolge i dettami che la stessa opera aveva creato, realizzando un episodio fuori dal coro, ma di pregevole fattura. Black Mirror, con questa nuova stagione, si riconferma una delle serie tv più belle in circolazione.

(a cura di Davide Roveda)