Netflix ha sempre fatto della stand-up comedy un suo punto di forza, proponendo una grande varietà di spettacoli, molti dei quali davvero godibili. Il vero Autore su cui però, la piattaforma di streaming sembra aver puntato maggiormente (giustamente a parer mio) è proprio Louis C.K. di cui, da poco, è stato pubblicato un altro show di recente matrice peraltro, svoltosi a New York, il quale è stato eccelso.Tutti gli spettacoli di Louis C.K. presenti su Netflix sono caldamente raccomandati, c’è da dire però che quest’ultimo è riuscito ad essere un monologo diverso, sia per tematiche che per il modo in cui esse vengono trattate.
Innanzitutto viene invertito il processo di analisi di un dato argomento che precedentemente partiva da una situazione vicina alla realtà per venir espansa al concetto in generale; qui, infatti, accade l’esatto opposto, partendo da una situazione generale ci si cala nel particolare. Ciò causa sia una virata verso l’info e l’arte, piuttosto che l’entertainment (anche se entrambi le cose sono presenti, come in ogni suo spettacolo) ed anche una spersonalizzazione dello show che perde quei racconti di vita quotidiana da cui spesso partiva traendone dopo una conclusione in maniera abbastanza Aristotelica. Pur vero che ve ne siano ma, ad esempio, mancano quelle bizzarre ed esilaranti esperienze personali, (vedi quando racconta del rapporto con le sue figlie o quando invece parla di come una volta si sia completamente “sballato” provando la sigaretta elettronica) tolto in alcuni momenti ( ad esempio quando parla di Magic Mike e delle sue prime relazioni con le ragazze, in questi due casi riutilizza la vecchia prassi di analisi di un argomento). Ciò non rendo lo show migliore o peggiori degli altri ma ,semplicemente, differente. Infatti per quanto fosse geniale il modo in cui le storie della sua vita durante gli show, è vero anche, che questo aver reso più scarno quel lato gli ha dato la possibilità di spingere su due aspetti in cui è difficilmente eguagliabile: il black humor e i contenuti.