Il fenomeno delle boyband, le rivalità tra gli N*Sync di Justin Timberlake. Sul finire degli anni ’90 bastava poco per il successo. I Backstreet Boys, un fenomeno puramente commerciale, quasi la risposta americana alle Spice Girls. In Everybody però troviamo citazioni su citazioni a non finire. L’inizio somiglia molto all’intro di Thriller di Michael Jackson ed il proseguimento rimanda ovviamente ai classici dell’horror di Boris Karloff. Il fantasma dell’Opera, La mummia, Dr. Jekyll, Il Lupo Mannaro ed inevitabilmente Dracula (anche se quest’ultimo ricorda più quello di Gary Oldman che quello del caro vecchio Boris).
Iron Maiden – The Wicker Man
La band di Steve Harris e Bruce Dickinson non poteva esimersi dal compito di citare il cinema nelle loro canzoni. E come farlo se non andando a citare direttamente il film “The Wicker Man”, film cult inglese? Ovviamente, creando un video che ricordi il meraviglioso pupazzo gigante in legno che viene bruciato.
Di nuovo i Metallica ma stavolta torniamo indietro nel tempo rispetto a prima. Siamo nel 1989 ed i Metallica mandano in onda il loro primo videoclip musicale. Lo fanno con una ballad, One, una canzone che che critica aspramente la guerra. Nel loro video, la canzone viene alternata da immagini tratte dal film di Donald Trumbo, “E Johnny prese il fucile”, un vero capolavoro del cinema anti-guerra.
Foo Fighters – Everlong
Nati dallo scioglimento dei Nirvana, la band di Dave Grohl propone un video dalle tinte surreali ed oniriche, diretto dal regista francese Michel Gondry (“Eternal Sunshine of a Spotless Mind” vi dice nulla?). Qui però le citazioni aperte sono tutte quante per “The Evil Dead”, la perla horror di Sam Raimi che lo consacrò definitivamente.
Michael Jackson – Thriller
Probabilmente uno dei migliori videoclip mai prodotti, se non il migliore. Diretto da John Landis, “Thriller” è un video metacinematografico. L’inizio è una chiara autocitazione a “Un Lupo mannaro americano a Londra” per poi proseguire con “La Notte dei morti viventi”. Il tutto condito dallo stile di Landis, mai troppo cupo, mai troppo banale, sempre d’impatto.
